Mercoledì 2 Dicembre 2009 - Entrare nel
mondo di Deborah Malatesta, attrice di origine
giuliese, nata in Germania e da un anno
residente a Roma, non è soltanto rimanere
affascinato dalla sua bellezza selvaggiamente
dolce, ma è anche immergersi in un caleidoscopio
di intelligenza, di rigore intellettuale (a
volte enigmatico per il vulgo), di
consapevolezza della propria vocazione artistica
e di determinazione nel perseguirle. Deborah è
un intreccio di idealità, anche estetica,
mediata con la realtà. Il tema della vita, in
fondo. Il motivo conduttore rimane sempre e
comunque la sua grande voglia di essere attrice
senza rinunciare a rimanere se stessa.
-
Ti senti una predestinata come attrice? E
comunque, come ti definiresti?
Mi sento destintamente
traviata e azzardatamente premiata. Dalla
Matematica alla Recitazione. Mi sento un’eletta
all’ennesima potenza. Recitare come tu ben sai
viene tradotto in francese in “jouer” e in
inglese “to play”. Ed io gioco, gioco
seriamente! Ed è per questo che mi definisco una
giocatrice accanita.
- Per diventare attrice
basta solo studiare da attrice?
No, assolutamente.
Diciamo che lo studio può raffinare una pietra
grezza. Ritengo però che sia una tappa–itinerante- necessaria.
- C'è stata una mattina
in cui ti sei svegliata pensando di poter fare
una professione diversa?
Si, in un certo momento
della mia vita ho pensato e creduto di “dover”
fare dell’altro. E’ stato forse l’unico
attimo della mia esistenza in cui stavo per non
fare di testa mia. Il mondo è pieno di
“consiglieri fraudolenti”!
- Insegui la popolarità
senza riconoscimenti o riconoscimenti anche
senza la popolarità?
Inseguivo i
riconoscimenti senza popolarità, ora
machiavellicamente inseguo la popolarità per
avere riconoscimenti.
- L'attrice è una
professione o l'espressione di una vocazione
artistica?
E’ l’espressione di una
vocazione artistica che necessita di una
professionalità.
- Ti senti più "animale
da palcoscenico" o "animale da cinepresa"?
Mi sento un animale in cerca di un buon
domatore!!!
- Tu sei di quelle che
pensano che un'attrice debba essere versatile e
passare indifferentemente dal comico al
drammatico oppure debba avere una propria
identità specifica?
La monotematicità è
sinonimo di inedia. La specificità è
consapevolezza di mancanza di delirio di
onnipotenza.
- Quanta dose di cinismo
occorre per "arrivare"?
Cinismo? Così si chiama?!? Sai lo frequento
da poco, non lo conosco abbastanza.
- Il carisma è bellezza
estetica o capacità di trasmettere una ricchezza
interiore? O cosa?
Il carisma appartiene ai
Leader, non certo ai Capi. Il carisma è il
Duende. Il carisma è la Preespressività. Il
carisma è il dono dell’ “ESSERE” sempre e
comunque!
- Chi è l'attrice che
ti ispira di più?
Elisabetta Pozzi.
- Con quale attore
vorresti recitare?
Al Pacino!
- E con quale regista?
Almodovar, Ozpetek.
- Tra gli italiani?
Non te lo dico, prova a
indovinare!
- Mi viene da pensare a
Tornatore, ma dammi un altro aiutino...
Ti rispondo: mai tanta
censura produsse tale capolavoro...
( Forse la scena del
bacio in Nuovo Cinema Paradiso?; ndr)
- In che modo e in che
cosa la propria piccola realtà, come per esempio
Giulianova, può rivelarsi una palestra per
diventare una grande attrice?
Nella formazione del
carattere. La provincia in un certo senso ti
vaccina… i piccoli devono sviluppare altre
capacità per distinguersi…in un mondo così
grande e spietato. Ho sempre dinanzi agli occhi
l’immagine e l’esempio di Madre Teresa di
Calcutta… così minuta e … così forte!
- Dentro, ti senti
tedesca, giuliese, romana?...E in che cosa e in
che maniera ti senti eventualmente un po' di
tutte queste componenti della tua vita?
Nella versatilita'
dell'essenza.
- Il tuo sogno nel
cassetto?
Liberarmi di un debito
morale.
- I tuoi prossimi
programmi?
Tanti… tra cui un piccolo dono di Natale |