NEW YORK, 30 Agosto
`09 - Come un bolide frettoloso il tempo
è passato sulla tomba di Paul Newman dove
l'attore-pilota riposa da un anno.
«Quando
giungerà il 'momento' salirò sulla mia fiammante
Ferrari numero 82 che mi portò tante volte sul
podio, filerò dritto alla volta celeste dove
troverò i colleghi del mondo della celluloide e
dozzine di compagni di ventura del pianeta dei
motori, la mia più grande passione,»
per cui ha lottato sino all'età di 80 anni,
vincendo anche la 24 ore di Daytona. «E ci
sarà il grande "Rocky" Graziano, ex campione
del palco cordato, che personificai nel film
"Qualcuno lassù mi ama", con l'italiana Anna
Maria Pierangeli, la più bella attrice italiana
del secolo, ed altri divi del film
italiano.» Così Paul ci disse, a Long
Beach, in occasione dell'ultimo G.P. della
Champ car.
Nel
settembre del 2008 ci lasciava dopo aver
concluso il suo ulimo "Ciak", tagliando il
grande traguardo della sua corsa mondiale,
dirigendosi nel Pianeta celeste, a bordo della
rossa Ferrari, lasciando in questa Amara Valle
un retaggio incomparabile.
Paul
Leonard Newman, dominatore in un mondo ricco di
belletti, profumi, ceroni, parrucche e
proiettori, raggiunta l'apoteosi, ci
consegnava 101 vittorie motorizzate, ottenute
con i suoi team, ed il compagno Carl Haas,
una cornucopia ricca di oltre 73 film, la "Hole
in The Wall", l'istituzione benefica per i
bambini afflitti da mali inguaribili, e drogati,
ed una industria di prodotti alimentari capace
di produrre centinaia di milioni, duecento dei
quali devoluti alla sua istituzione.
Paul
Newman oltre che pilota è stato anche patron di
teams guidati da grandi assi, come Mario
Andretti, il milanese Teo Fabi che correva nella
Can Am con un bolide preparato dallo
stesso Newman. Nel suo palmares affiorano tappe
a lunga gittata quale
la Mexicana di Mille miglia,
dove si piazzò quarto in coppia col suo poulain
Sebastian Bourdais quattro volte campione della
Champ car.
Un
giorno il cronista gli chiese: Qual è stata per
te la più esultante, esaltante vittoria
sportiva? Paul rispondeva: «Ogni volta che la
mia macchina passa sotto la bandierina a
scacchi, quella è la mia migliore vittoria.»
Il
grande divo di Hollywood, si considerava «un
libro che ancora si deve leggere.» Purtroppo
quel magnifico saggio letterario ed umano
rimarrà sconosciuto.
Paul, a che devi il successo?"
«E'
una parola da mettere al bando. Chi parla sempre
di successo è uno che non ha il coraggio di
restar solo».
Paul
Newman è stato il "vecchio", cordiale amico col
quale, tra una corsa e l'altra, il cronista
scambiava spesso impressioni e ricordi del
passato. L'artista-pilota amava l'Italia, vi
aveva anche istituito uno dei suoi "Hole in the
Wall" e contava di tornare nella Penisola per
aprire un'altra branca dell'istituzione che ora
posa nelle mani della consorte Joanne Woodward e
la figlia Nell.
Attore, pilota, decano delle "star" era più
schivo di uno stilista, più elusivo di una prima
donna. Le interviste gli toglievano il
buonumore. Avvicinarlo non era facile,
intervistarlo difficile, avere un autografo
impossibile. Il cronista (nella foto con
Newman) si considera onorato di posse-derne
alcune, custodite gelosamente.
Newman e la malattia - Allergico alle pose,
all'enfasi, alla pubblicità, Paul "occhi blu"
aveva carisma e talento, si arrabbiava spesso
con se stesso, non amava parlare della sua vita
privata.
Nel
1958 sposò Joanne con la quale girò il film in
"The long hot summer", una donna squisita,
intelligente che lo ha seguito con rassegnazione
certosina, senza mai reagire negativamente alla
sorte. La compagna di un uomo che amava
l'azzardo e quando perdeva non se la prendeva
Forse
Newman sapeva di essere affetto da un nemico
crudele e cercava di non pensarci. Infatti aveva
progettato alcuni interessanti "propositi" che
«potranno andare avanti soltanto se Joanne mi
darà la spinta iniziale.»
Ma
un morbo malvagio stava troncando una carriera
ed un futuro che un personaggio simile era in
grado di condurre avanti con piglio.
Paul
è sempre stato considerato un "freddo". Ma che
ruolo ha l'istinto nella vita?. «Tutto nella
vita è istinto.» affermava. «Sono sempre stato
considerato un freddo dagli occhi blu. Ma cosa
avrei fatto nella vita se avessi avuto gli occhi
castani?», e accennava un sorrisetto forzato,
colui che sarà ricordato e considerato uno degli
uomini più fascinosi del mondo. «Le donne non mi
avrebbero ammirato? La mia vita - amava ripetere
- è stata un libro ancora da leggersi. Da
giovane vendevo
la Bibbia
e lavoravo accumulando i soldi per andare ad
Hollywood, ma ora sono vecchio e non ho più la
dote di poter dare il meglio sullo schermo.
Insomma debbo convincermi che non sono più in
grado di lavorare come attore al livello che
vorrei».
A 83 anni, Paul Leonard Newman non accennava a
rallentare il ritmo della vita. Nulla sembrava
scomporre "occhi blu", neppure l'idea che tante
primavere si erano posate sulle sue spalle
atletiche. E con il suo andare dondolante,
rilassato, proseguiva nella marcia verso nuovi
successi, senza trascurare neppure i suoi
impegni sociali.
Noi
lo ricorderemo sfrecciante con il suo "scooter",
da un pit all'altro, sorridendo di soddisfazione
al pensiero che un ottantenne... "valeva" quanto
un ventenne...
Con
questa rievocazione intendiamo salutare un Uomo
dal cuore generoso, coraggioso, pronto a
difendere i diritti e la giustizia del mondo, un
amico, il cui ricordo rimarrà indelebile. |