TERAMO, 11.5.2013 -
Dal Nursind di Teramo riceviamo e pubblichiamo:
Non capita di rado leggere queste notizie nei
quotidiani:
“Un marocchino di 32 anni e una tunisina di
35, in stato di ebbrezza, hanno dato in
escandescenze al pronto soccorso, dove si erano
recati per farsi medicare. L’infermiere,
picchiato, ha riportato lesioni guaribili in
dieci giorni.” (18 febbraio 2013);
“Non c’è la guardia giurata: infermiere
aggredito da un paziente durante una visita
ambulatoriale. L’episodio è avvenuto all’interno
dei locali dell’unità operativa di Salute
mentale di Castellammare in via Pietro Carrese”
(9 marzo 2013);
“La ferita lacero-contusa impiegherà diversi
giorni per rimarginarsi del tutto anche se il
‘segno’ probabilmente resterà impresso a lungo
sul volto di uno degli infermieri di turno
presso il reparto di Psichiatria dell’ospedale
San Timoteo di Termoli, un 46enne.” (21
marzo 2013);
“È stato preso a calci e pugni perché -
secondo l'aggressore - non svolgeva celermente
il suo lavoro. È la disavventura capitata a un
infermiere del pronto soccorso dell'ospedale San
Paolo a cui è stata affidata una paziente giunta
per un mal di testa.” (Bari, 25 marzo 2013);
“Nell’ultimo mese, un medico e tre infermieri
sono stati feriti da pazienti problematici,
ubriachi o difficili. Il 22 febbraio, una
ragazza ubriaca ha infilzato un paio di forbici
nel braccio di un infermiere che cercava di
calmarla e altre aggressioni sono state
denunciate negli ultimi giorni” (Bologna, 28
marzo 2013);
“Negano la precedenza ad un paziente:
aggrediti all’ospedale di Sarno. Pestati un
medico e due infermieri, all’ospedale Martiri
del Villa Malta” (Salerno, 3 aprile 2013)
“Si è presentato ieri mattina sotto casa
della ex moglie e ha iniziato a gridare. Lei ha
lanciato oggetti dalla finestra e i due sono poi
venuti alle mani. I poliziotti hanno
rintracciato l'uomo in stato di agitazione e lo
hanno accompagnato in ospedale dove il 36enne ha
tirato un pugno a un infermiere fratturandogli
il naso.” (Roma, 26 aprile 2013)
12 Maggio, giornata internazionale dell’infermiere: Il
Nursind lancia la campagna contro le aggressioni
al personale sanitario: “L’aggressione non è la
soluzione”
Il Nursind, il sindacato rappresentativo degli
infermieri, in occasione della festa
internazionale dell’infermiere richiama
l’attenzione dei cittadini verso un fenomeno che
sta sempre più aumentando in Italia. “La crisi
economica, lo stato di frustrazione sociale, la
recente campagna di discredito dei dipendenti
pubblici, la mancata conoscenza del ruolo degli
infermieri da parte dei cittadini – afferma
Andrea Bottega Segretario Nazionale Nursind -
sono le concause evidenziate da un’indagine
promossa da Nursind e svolta nel mese di aprile
sul fenomeno delle aggressioni al personale
sanitario”.
“Abbiamo promosso nel mese di aprile un’indagine
on line tra i sanitari (principalmente
infermieri) e abbiamo raccolto 1.567 questionari
che hanno evidenziato – spiegano Tiziana Traini
e Salvatore Vaccaro della direzione nazionale
Nursind e autori del documento – come il
fenomeno delle aggressioni fisiche e/o verbali
sia, per il 79,7% dei sanitari, in aumento. I
dati raccolti sono in parte simili a quelli
rilevati dalla letteratura internazionale sia
per unità operative principalmente interessate
(Pronto Soccorso e servizio con uscita nel
territorio, Psichiatria e Degenze) sia per la
tipologia di aggressione (fisica e verbale).
L’83,2% ha dichiarato che a seguito di questi
eventi non sono stati presi da parte delle
aziende provvedimenti per garantire la sicurezza
degli operatori.” Il problema è particolarmente
sentito nella comunità professionale perché –
sempre secondo l’indagine svolta – “la riduzione
degli organici, la riduzione del personale di
vigilanza e la scarsa videosorveglianza sono
forse gli effetti della spending review che più
hanno impatto sul verificarsi di aggressioni in
ambito sanitario. Gli infermieri, che nel 47,9%
ritengono di non aver cambiato atteggiamento nei
confronti dell’utenza dopo l’aggressione,
propongono una maggiore informazione dell’utenza
sul proprio ruolo – continuano Traini e Vaccaro
– che molto spesso non sono causa delle lunghe
liste d’attesa, dei tempi delle visite in Pronto
Soccorso o negli ambulatori e delle carenze
organizzative del sistema; e chiedono maggiore
formazione per la gestione delle situazioni
conflittuali”.
“Aggredire un infermiere significa mettere in difficoltà
tutto il sistema e la garanzia della qualità
dell’assistenza: gli organici già ridotti
all’osso difficilmente possono reggere ulteriori
assenze e – concludono gli autori - l’impatto
sulla motivazione lavorativa incide
negativamente sulla relazione tra infermiere ed
assistito.” Per l’occasione il sindacato ha
predisposto un apposito manifesto e un documento
di approfondimento con i risultati dell’indagine
svolta ed invita le aziende sanitarie ad attuare
la Raccomandazione del Ministero della Salute
del novembre 2007 sulla prevenzione degli atti
di violenza a danno degli operatori sanitari.
Per ulteriori informazioni:
Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind –
cell. 348.4722368
I documenti e il manifesto sono scaricabili dal
sito:
www.nursind.it
Il Segretario Provinciale
Nursind Teramo
Giuseppe De Zolt |