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Di Filippo (Il Popolo di Teramo): «Le assurdità di una città»

 

TERAMO, 14.6.2013 -  Teramo: città che dovremmo definire fortunata, e non perché situata al centro dell’Italia, ma sicuramente per la sua posizione  strategica così da poter vantare allo stesso tempo il suo mare e la sua montagna, posta com’è tra le spiagge adriatiche da una parte e un “Gran Sasso meraviglioso dall’altra”. Diciamo quindi con una potenzialità turistica veramente invidiabile, e non solo, perché non mancano nemmeno i fiumi per l’acqua e le pianure del Vibrata e del Tordino per una fiorente agricoltura, per buone coltivazioni di ortaggi, vite e ulivo in abbondanza da poter offrire anche ottimo olio e pregiati vini.

Ma tutto questo non basta e non possiamo certo, noi teramani, considerarci benestanti, macchè!

Questo perché i detentori del potere hanno avuto sempre ben altro da pensare piuttosto che servire i cittadini con i beni che avrebbero potuto elargire per rendere la provincia teramana un luogo del benessere e della piena occupazione. Anzi, diciamo che solo le spiagge riescono ancora a fornire servizi turistici appena sufficienti mentre la montagna va rapidamente solo verso la desertificazione e la stessa città capoluogo perde continuamente i suoi migliori pezzi . A cominciare da un bel teatro ottocentesco dal quale han fatto sparire, come per volatilizzazione, un grandioso lampadario. Alla stessa sorte han fatto seguito una caserma degli alpini, una succursale della Banca d’Italia e un ospedale psichiatrico, dove un intelligente direttore l’aveva contrassegnato con una scritta molto appropriata al suo ingresso: “Questi soltanto i pochi, forse neppure i veri”.   E per continuare sono rimasti vanificati anche ottime sezioni ospedaliere e non ultime Telecom e Enel. Ma forse non è finito il dissanguamento organico di una città destinata a ben altro; perché sembrano in via di sparizione l’ente Provincia e il Liceo musicale “Braga”.

Potrebbe qualche lista civica fornire migliori amministratori per mettere al riparo lo scempio dilagante; capace di ridurre la nostra nobile città di un tempo a un “paesone” tra mare e monti destinato a un continuo impoverimento?

L’Abruzzo è sede del più grande Parco nazionale d’Europa quale quello del “Gran Sasso e dei Monti della Laga”, peraltro con uno statuto che impone come prima finalità lo sviluppo socio-economico del suo territorio, ma dove le migliori località paesaggistiche teramane stanno scomparendo.

Le migliori risorse sono semplicemente ignorate e ai pochi volenterosi che s’inventano qualche attrattiva turistica vengono frapposte difficoltà burocratiche insormontabili.

Il nuovo movimento politico “ Il Popolo di Teramo” sta cercando, per snellire il traffico e soprattutto per migliorare lo stile di vita, di incrementare i chilometri di piste ciclabili. Spera poterle sviluppare oltre che verso il piano, dove già presentano una certa diffusione, anche verso quei monti della Laga che meglio si prestano a un turismo a “misura di crisi”, senza l’uso di mezzi molto costosi e dove, mancando le grandi strade, si cercherà almeno poter favorire le vie alternative per meglio fornire quei bei paesini di qualche piccolo albergo e di strutture turistiche per salvarli dalla scomparsa e cioè da quello stesso destino riservato  posti che parevano essere destinati a migliori destini e già abbandonati. Si è speso molto per pubblicizzali i nostri affascinanti monti, ma tutti quei soldi hanno mai fruttato qualcosa?

 

Dott. Fernando  Di Filippo

Il Popolo di Teramo

 

 
 
 

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