TERAMO,
20.5.2013 -
La Giunta ha approvato
la preintesa per il
contratto integrativo
della dirigenza: il
fondo (voci accessorie
del contratto per
posizione e risultato)
ammonta a 683 mila euro
comprensivo sia dei
compensi in favore
dell’avvocato dirigente
(derivanti da condanna
alle spese della
controparte) 130 mila
euro; sia dei compensi
legati all’attività di
progettazione (art. 92
del d.lgs. 12 aprile
2006, n. 163) circa 16
mila euro.
Il fondo è stato rideterminato sulla base delle
direttive dell’Aran riguardo ai settori affidati
ad interim (dirigenti incaricati di
settori vacanti oltre quelli di cui si è
titolari): anche questi, dice l’Aran, vanno
compensati.
Nel corso del 2011 – specifica il
direttore/generale dell’ente, Gianna Becci nel
corpo della delibera – “vi è stata l’anomalia
delle assegnazioni anche plurime ad interim ad
uno stesso dirigente…una situazione che si è
protratta anche nel 2012”.
Il Fondo, così costituito, risulta comunque
inferiore di oltre 130 mila euro rispetto al
2009 (663 mila euro senza i compensi
dell'avvocatura e senza le progettazioni) e si
ridurrà ulteriormente nel 2012 arrivando a 485
mila euro.
I meccanismi di retribuzione dirigenziale, così
come quella per gli altri dipendenti, sono
fissati dal contratto nazionale e dalle norme e
dai regolamenti della contrattazione decentrata.
“La volontà politica di questa
amministrazione, in questi anni, è stata molto
netta – dichiara il presidente Valter
Catarra – abbiamo ridotto i dirigenti da
14 a 7; i costi della struttura dirigenziale,
dal 2009, si sono dimezzati passando da 1
milione e 785 mila euro a 993 mila (costi lordi
comprensivi di tutte le voci in uscita per
l’amministrazione ndr). Anche il peso del Fondo
sì è notevolmente ridotto in quanto, dopo
l’ispezione da parte del Ministero delle
Finanze, è stato rideterminato correttamente.
Detto questo e ribadito il fatto che oggi noi
abbiamo poco più della metà dei dirigenti a
sovrintendere agli stessi settori, non c’è
dubbio che nella Pubblica amministrazione ci
sono degli automatismi che andrebbero riformati
perché non adeguati né alla situazione storica
che vive il Paese né alla condizione specifica
in cui versano gli enti locali. Il cittadino è
spesso di fronte a cifre e dati che paiono
incomprensibili e magari inaccettabili ma che
fotografano una situazione in alcuni casi
paradossale perché mentre si tagliano i servizi
ai cittadini non si interviene su meccanismi
organizzativi e ordinamentali che renderebbero
più equo il rapporto fra Stato e cittadino”.
Tutti i dati citati verranno correttamente
inseriti nella sezione Amministrazione
Trasparenza. |