TERAMO,
5.8.2013
-
L’AssiTe, assemblea dei Sindaci teramani,
all’unanimità, si è rifiutata di ratificare gli
aumenti tariffari del costo dell’acqua,
determinati, questi ultimi, dall’Autorità per
l’energia elettrica e il gas.
L’applicazione del nuovo metodo tariffario, così
come previsto dal Decreto Salva Italia, spetta
infatti all’Authority che la calcola sulla base
di una serie di dati fornita dai gestori locali
incrociati con indicatori di tipo generale: da
questo calcolo, per la provincia teramana,
potrebbe scattare un aumento per i consumatori
fino al 13,4%.
L’assemblea dell’ASSITeramo – Comuni aderenti al
nuovo Ente Regionale servizio idrico integrato –
questa mattina riunita in Provincia sotto la
presidenza di Valter Catarra, ha espresso netta
contrarietà sia ad aumenti di questa consistenza
sia al metodo utilizzato: l’acqua, gestita
praticamente in regime di monopolio da società
pubbliche, viene equiparata all’energia e al
gas, settori ampiamente privatizzati che
agiscono con logiche di mercato.
Inoltre, la determinazione del calcolo
tariffario è stato fatto sulla base dei dati
inviati dalla Ruzzo Reti e convalidati dalla
struttura commissariale dell’Ato, la quale, però
– come fatto rilevare questa mattina in
assemblea dal direttore dell’Ato teramano,
Pasquale Calvarese - ha anche sollevato una
serie di riserve “sull’attendibilità e
correttezza di alcuni dati del bilancio 2011
della Ruzzo Reti spa” e in particolare su
alcune voci che, secondo l’Ato come si legge in
una nota inviata all’Authority, non potevano
gravare sulla tariffa fino ad oggi applicata e
quindi non si sarebbero dovuti calcolare per la
revisione tariffaria: quali, ad esempio, i
costi di una parte del personale (assunti sempre
secondo la nota dell’Ato in violazione della
Legge Regionale 23 del 2004 ) o i costi per
rimborso mutui ai Comuni e a Ente D’Ambito mai
corrisposti.
I Sindaci,
quindi, hanno sottolineato la loro totale “estraneità
al processo che si è messo in atto” e hanno
fatto rilevare che “di fronte ad una serie di
passaggi che, di fatto, li espropria sia
dell’azione di controllo sia di quella di
programmazione, non possono essere chiamati a
prendere atto o ratificare decisioni che
graveranno pesantemente sui cittadini, imprese e
famiglie, in un momento nel quale la Ruzzo Reti
è sprovvista sia di un CDA che di un Piano
industriale che preveda come risanare e come
rilanciare l’operato della società pubblica
dell’acqua. Nuovo Consiglio di
amministrazione e Piano industriale sono i
passaggi e gli strumenti attraverso i quali
dobbiamo esplicitare il nostro ruolo assumendoci
le nostre responsabilità". |