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Salotto Culturale: Umberto Giordano per il ciclo "Il Sud Musicale"

 

TERAMO, 15.2.2013 - Lunedì 18 febbraio prossimo, alle ore 17,45, presso la Sala "Prospettiva Persona", appuntamento con "Il sud Musicale" a cura di Emilia Perri.
L' appuntamento riguarderà il compositore Umberto Giordano e si ascolteranno brani dall'opera "Fedora"

 

Approfondimento

Umberto Giordano nato a Foggia nel 1867, studiò a Napoli dove frequentò dal 1882 al 1890 come alunno convittore, il Conservatorio in San Pietro a Maiella sotto la guida di Paolo Serrao, già maestro di Leoncavallo, Cilea, Martucci e Mugnone.
Arrivò  presto alla fama con "Mala vita", rappresentata a Roma, nel 1892 su libretto di Nicola Daspuro. Giordano compose poi  "Regina Diaz" (1894), ma l' "Andrea Chènier"  composto nel 1896 su libretto di Illica, resta la sua opera più nota. I primi 25 anni del secolo furono un periodo fortunato per il Giordano, ma dopo il 1929 egli smise di comporre.

Accanto all'"Andrea Chènier", viene ancora rappresentata "Fedora"(1898), l'altra opera che ben rispecchia il temperamento focoso e creativo di Umberto Giordano. Fra le 13 sue opere, da ricordare "La Cena delle Beffe" rappresentato alla Scala nel 1924 ed "Il Re" rappresentata nel 1929.
Umberto Giordano morì a Milano il 12 Novembre 1948.

 

Fedora / Trama

A Pietroburgo, nel salotto di Vladimiro Andrejevich, in una notte d’inverno del 1881. La principessa Fedora Romazoff sta spettando  Vladimiro, Entrano un ufficiale di polizia e il nobile De Siriex sorreggendo Vladimiro ferito: gli hanno sparato in un padiglione solitario e un uomo è stato visto fuggire dopo gli spari.  Fedora giura che la morte di Vladimiro sarà vendicata (“Su questa santa Croce”). Anche il piccolo servo Dimitri ricorda che un uomo era venuto a trovare il conte. L’uomo si chiama Loris Ipanov e abita proprio lì di fronte. Ma il palazzo, perquisito dalla polizia, è ormai deserto.

Fedora vive ora a Parigi. Nella sua casa si svolge un ricevimento e c’è anche Loris Ipanov. Loris si è innamorato di Fedora e le dichiara il suo amore, ma la donna lo respinge; Loris non vuole credere al suo rifiuto (“Amor ti vieta”). Fedora gli annuncia che il giorno dopo tornerà in Russia. Loris è disperato perché non può seguirla in patria essendo condannato all’esilio per aver ucciso Vladimiro: Fedora lo prega di ritornare più tardi, quando il ricevimento si sarà concluso. Rimasta sola, la principessa scrive una lettera alla polizia imperiale russa accusando Loris di omicidio.  Loris torna da Fedora e le confessa di aver ucciso Vladimiro perché era diventato l’amante di sua moglie (“Mia madre, la mia vecchia madre”).. Fedora comprende di amare quell’uomo, che ha ucciso non per fini politici ma per difendere il suo onore: lo abbraccia e lo convince a rimanere con lei.

Loris e Fedora, innamorati felici, vivono in Svizzera. Con loro c’è anche l’amica Olga, che riceve la visita di De Siriex, il quale rivela a Fedora che il fratello di Loris, a causa della lettera accusatoria spedita da Fedora, è stato arrestato per complicità nell’omicidio e rinchiuso nella fortezza dove il giovane è morto affogato: la madre, appresa la notizia, è morta di crepacuore. Fedora è sconvolta dal dolore.  Loris ha ricevuto delle lettere dalla Russia. Un amico gli svela la morte del fratello Valeriano e della madre: la colpevole è una donna che vive a Parigi e che ha scritto una lettera denunciandoli. Fedora confessa a Loris di essere la colpevole, chiede perdono, ma lui la maledice. Fedora ingerisce il veleno nascosto nella croce bizantina e  spira tra le braccia dell’amato affranto.

   
 

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