TERAMO,
18.12.2014 -
Cabinovia e impianti di risalita della montagna
teramana sono un patrimonio importante per tutta
la comunità teramana, proprio per questo vanno
assunte iniziative “decise” per risanare i conti
e “guardare avanti”.
Questa mattina, nel corso
dell’assemblea della Gran Sasso Teramano (assente
la Regione che però ha fatto arrivare una nota
del dirigente del Servizio Bilancio),
società di cui la Provincia è socio di
maggioranza, il presidente Renzo Di Sabatino, ha
fatto presente che “stante la pesante
condizione debitoria che si trascina dal 2008 e
considerato che l’ultimo rendiconto è di giugno
2014 è necessario avere una situazione
aggiornata alla data attuale per verificare
quali decisioni assumere fra la prosecuzione, la
trasformazione o lo scioglimento della società”.
Ha quindi chiesto che la relazione venga rimessa
entro 15 giorni: “Alle
condizioni attuali non sembra abbia senso
tenerla in vita”
Nel frattempo il Presidente ha
proposto, e l’assemblea lo ha deliberato
all’unanimità, di “azzerare
il compenso dell’amministratore unico; di
ridurre drasticamente i compensi del collegio
sindacale, di ridurre di almeno del 50% le
consulenze e i costi dei fornitori; di azzerare
o ridurre i canoni concessori dei terreni di
Prati di Tivo e Prato Selva”.
Dalla relazione dell’Amministratore unico si
evidenzia che vi è una presumibile perdita di
esercizio di circa 2 milioni di euro, che la
società ha “un carico di oneri finanziari
derivanti dagli interessi passivi per i ritardi
nell’ottenimento delle coperture finanziarie
dell’investimento iniziale per la realizzazione
della cabinovia”; che la gestione degli
impianti, il pagamento dei canoni concessori sui
terreni, gli investimenti comunque necessari per
garantire la manutenzione e la sicurezza, si
traducono in oneri che non garantiscono il
pareggio della società.
“E’ chiaro che, intanto, come
socio di maggioranza, non posso che chiedere a
tutti un sacrificio per ridurre i costi”
ha precisato Di Sabatino.
“In premessa –
ha dichiarato il Presidente
– va detto che
bisogna apprezzare il lavoro svolto
dell’amministratore e dal direttore del Gran
Sasso ma la situazione debitoria che mi è stata
comunicata il 16 dicembre scorso da Marco
Bacchion e la mutata situazione dei principali
soci, Provincia e Camera di Commercio, oggi alle
prese con profondi cambiamenti rispetto a ruolo
istituzionale e bilanci economici, ci pongono di
fronte alla necessità di trovare delle soluzioni
a problemi che si trascinano da anni”.
In
questo solco la trattativa che la Provincia e la
Società hanno avviato con l’Unicredit per
l’abbattimento del debito contratto per la
realizzazione della cabinovia: “siamo abbastanza
fiduciosi di avere ancora un margine di manovra
stante la nostra confermata volontà di
estinguere appena possibile almeno la quota
capitale” afferma in proposito il Presidente. I
soci si sono riconvocati per il 22 dicembre
quando, fra le altre cose, bisognerà decidere
rispetto al contratto di gestione degli impianti
per la stagione invernale 2014 con il Consorzio
di operatori turistici di Prati di Tivo.
Una buona notizia arriva dalla Regione che ha
dato seguito alla richiesta avanzata
ufficialmente dalla Provincia qualche settimana
fa e ha deliberato la “restituzione” all’ente
del milione e 100 mila euro di fondi Fas che
all’epoca della concessione del contributo fu
tagliato: il contributo iniziale per la
cabinovia, infatti, era di 12 milioni e 400 mila
euro poi ridotto a 11 milioni e 400 mila euro.
A
questo scopo è bene ricordare che la Provincia è
proprietaria della cabinovia di Prati Di Tivo (
e quindi del relativo finanziamento) e che la
società per azioni costituita nel 2001 (della
quale fanno parte oltre la Provincia, la Camera
di Commercio, i Comuni di Pietracamela e Fano
Adriano, le Amministrazioni separate di
Intermesoli e Pietracamela, la Regione Abruzzo)
ha realizzato l’opera in regime di concessione e
ha in gestione gli impianti di risalita del
comprensorio teramano del Gran Sasso. |