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Artigianato Abruzzese

La Ventola Devozionale di San Cetteo

 

Abbiamo avuto occasione di leggere l’interessantissimo libro "Artigianato in convento" del Prof. Vito Giovannelli, autore della rassegna “Radici dell’Artigianato Abruzzese" di cui il nostro sito può orgogliosamente vantare la pubblicazione. Del libro ci ha particolarmente colpito l’argomento sulle ventole devozionali di San Cetteo, Patrono di Pescara e della sua Diocesi, che ha ispirato questo nostro articolo, che vi proponiamo

 

di Ludovico Raimondi

PESCARA, 22.3.2014 - Durante i festeggiamenti del Santo Patrono di Pescara e della sua Diocesi, San Cetteo, che un tempo si tenevano nella terza domenica di agosto prima di essere spostati al 10 ottobre, erano presenti le ventole devozionali, dette anche bandiere del pellegrino. Con la coroplastica, le acquasantiere  e gli scapolari costituivano gli oggetti più caratteristici delle feste tradizionali estive.

Eppure, nonostante la bellezza delle immagini xilografate, le ventole devozionali sono state finora poco studiate. Conseguentemente, sono ancora poco conosciute. In Abruzzo, in tutte le province, diverse famiglie si industriavano per la loro costruzione.

Oltre ai laboratori artigianali, Vito Giovannelli  ha scoperto che in Abruzzo venivano realizzate ventole devozionali anche dalle suore alcantarine del convento di Manoppello.

Suor Leonilde e suor Clara, addette al laboratorio artigianale,  le costruivano per diffondere tra i pellegrini che giungevano a Manoppello, le immagini del Volto Santo (Cfr., Vito Giovannelli, Artigianato in convento, Pescara, Sigraf, 2010).

L'anno scorso, ventole devozionali con l'immagine del Volto Santo sul recto sono state ricostruite dal  Centro di Antropologia Territoriale degli Abruzzi  dell'Università di Chieti, diretta dal prof. Francesco Stoppa. Per dare un quadro della produzione artigianale locale ricordo che le ventole devozionali in Abruzzo erano prodotte nel chietino a Vasto e a Guardiagrele; nel pescarese a Manoppello e a Pescara; nell'aquilano a Sulmona e nel teramano a Corropoli.

Qui, oltre alle ventole devozionali, si producevano  anche ventole con penne di tacchino per mantenere vivo il fuoco delle fornacelle  (cfr. Nicola Pirozzoli, Si ammazzano i tacchini: è tempo di ventagli, in  Teramani, n° 34, aprile 2007) e ventole circolari di paglia, per attenuare la calura.

Vito Giovannelli, ricercatore che ha individuato anche i nomi delle famiglie abruzzesi dedite a questa particolare produzione, ha pazientemente raccolto la collezione più importante di ventole devozionali abruzzesi e italiane.

Le ventole devozionali diffuse a Pescara, costruite da una famiglia dei colli, oltre all'immagine di San Cetteo recavano l'effigie  della Madonna dei sette dolori e quella di Sant'Andrea. Praticamente venivano applicate e diffuse immagini relative a feste particolarmente sentite  dai  pescaresi.

   

Durante i festeggiamenti del Santo Patrono di Pescara e della sua Diocesi, San Cetteo, che un tempo si tenevano nella terza domenica di agosto prima di essere spostati al 10 ottobre, erano presenti le ventole devozionali, dette anche bandiere del pellegrino.

 
 
 

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