sant'omero, 29.1.2015 -
Dall'Amministrazione Comunale di Sant'Omero
riceviamo e pubblichiamo:
«Siamo
rimasti senza parole, nel leggere la pronuncia
del TAR Abruzzo che ha accolto l’istanza di
sospensione della delibera di dissesto a seguito
del ricorso presentato dalla minoranza,
ritenendo, la delibera, carente sotto l’aspetto
istruttorio.
Non è mai stata una nostra
scelta, né soprattutto un nostro interesse
deliberare il dissesto dell’Ente, e rimaniamo di
stucco nel leggere le poche righe motivazionali
dell’ordinanza, che va nella direzione opposta
di quanto certificatoci in questi mesi,
dall’ufficio finanziario dell’Ente, dal Revisore
dei Conti e dal Consulente esterno.
Lo stato di dissesto, è stato, in
questi mesi, l’unico scenario rappresentatoci da
tutti, ufficio finanziario, revisore dei conti e
consulente esterno, l’unico perseguibile e
l’unico ipotizzabile.
In ogni modo abbiamo tentato di
evitare il dissesto, anche ricercando soluzioni
alternative, ma in questi mesi di lavoro ci sono
sempre state tagliate le gambe, soprattutto
dall’organo di controllo esterno, che senza
mezzi termini ha sempre rappresentato lo stato
fallimentare dell’ente.
Non abbiamo parole per commentare
quanto accaduto, certo è che un tale scenario
non era neppure immaginabile, neppure dalla
minoranza, che nel consiglio comunale in cui si
deliberò il dissesto non propose alcuna valida
alternativa, proprio perché allo stato degli
atti non vi era, ma solo strumentalizzazioni
politiche.
Oggi però il TAR, non entrando
nel merito della questione, ha sospeso
l’efficacia della delibera, lasciando tutta la
nostra comunità in una situazione di stallo
storico e senza nessuna indicazione in merito
alle scelte future.
Non vi sono casi simili in tutta
Italia, nessun caso analogo a quello del nostro
comune, dove il TAR sospende una delibera di
dissesto, smentendo, seppur nella fase
cautelare, quanto certificato dagli organi
tecnici interni, ma soprattutto dal revisore dei
conti.
Inspiegabile inoltre come si
possa rimandare ogni valutazione di merito a ben
due anni di distanza, avendo il TAR rinviato il
contenzioso al dicembre 2016.
Saremo i primi a chiedere
spiegazioni e ricercare le responsabilità agli
organi tecnici interni, ma soprattutto a quelli
di controllo esterni, che in più e più occasioni
ci hanno rappresentato lo stato di dissesto, a
loro dire ormai accertato, inconfutabile ed
inevitabile, tagliandoci le gambe dinanzi a ogni
proposta alternativa da noi formulata.
Andremo fino in fondo a questa
vicenda, non per noi, ma lo dobbiamo ad una
intera comunità, che oggi viene ulteriormente
messa in difficoltà, da questa triste vicenda.
Non siamo oggi in grado di
fornire una spiegazione tecnica alla vicenda, ma
solo politica» |