PESCARA,
24.10.2016 –
È una documentazione carente di particolari
tecnici indispensabili per capire davvero come
saranno trattati i fanghi che arriveranno anche
da Pescara. Mancano dettagli importanti per il
Sottosegretario alla Presidenza della Giunta
regionale, Mario Mazzocca, che dopo aver
esaminato accuratamente le carte, ha chiesto un
rinvio della valutazione, programmata domani,
del progetto di Piattaforma per il trattamento e
il recupero di sedimenti di dragaggio fluviale e
marino costieri proposta a Città Sant’Angelo (Pe).
La richiesta è stata inviata al Presidente del
Comitato Via (CCR-VIA), Cristina Gerardis perché
il progetto «sembrerebbe non dotato di
adeguata documentazione tecnica di dettaglio»;
per questo Mazzocca chiede una integrazione dei
documenti che descrivono l’impianto e le fasi di
trattamento per poi approfondire gli aspetti
trascurati nella proposta progettuale esaminata
un anno fa (25.10.2015) dal CCR-VIA in quanto
non appare «… dimostrato in modo
inequivocabile nello studio preliminare
ambientale e negli elaborati progettuali che
l’impianto non ha impatti negativi
sull’ambiente».
Ciò che più preoccupa il Sottosegretario con
delega all’Ambiente è la domanda di
autorizzazione della ditta proponente che per la
ricerca di acque sotterranee prima fa
riferimento a falda freatica e poi a
falda artesiana.
«Nel primo caso l’esecuzione di scavi
profondi comporterebbe l’estrazione diretta di
acqua dal fiume Fino - spiega Mazzocca nella
nota al Comitato VIA -; l’approvvigionamento
idrico della piattaforma dovrebbe avvenire
attraverso 2 pozzi e, così in profondità,
l’emungimento comporterebbe un prelievo diretto
di acqua fluviale, in quanto falda di subalaveo
alimentata direttamente dal fiume Fino e
potrebbe compromettere la portata generale e
l’equilibrio idraulico del corso d’acqua».
Tra le questioni non marginali evidenziate nella
nota, il sottosegretario regionale segnala una
serie di approssimazioni soprattutto
sull’approvvigionamento idrico in località Piano
di Sacco dove dovrebbe sorgere la piattaforma:
«L’area non risulterebbe provvista di rete
idrica consortile, mancherebbero a tutt’oggi
opere di urbanizzazione e infrastrutture idonee
per il funzionamento delle attività esistenti»
con probabili problemi per i futuri
insediamenti.
Mazzocca domanda chiarimenti anche sulle
tecnologie per il trattamento e per la
definizione delle fasi di gestione dei fanghi,
ma anche per gli interventi proposti per la
depurazione e gestione dei reflui derivanti
dall’impianto. I chiarimenti chiesti mettono in
luce problemi come quello delle acque reflue
dell’impianto, in esubero, che sarebbero
trasportate, con le autobotti, in altre
strutture; «L’esubero non è stato quantificato e
così il resto» fa notare il sottosegretario.
Altra questione riguarda il rischio esondazione:
«L’impianto progettato è prospiciente
all’area di esondazione del fiume Fino e anche
questo aspetto sembra trascurato negli elaborati.
Non va dimenticata - continua Mazzocca -
l’esigenza di garantire la possibilità
d’ispezionare ogni linea di trattamento ed è
opportuno che la ditta elabori un Piano di
utilizzo di terre e rocce da scavo per la
realizzazione delle vasche e dei serbatoi della
piattaforma».
Il Sottosegretario si riallaccia poi alle
Osservazioni al progetto presentate dal Comune
di Città Sant’Angelo, oltre che quelle
dell’Associazione SOS Territorio Elice prodotte
nell’ambito della fase di evidenza pubblica, per
demandare la convocazione di tavoli tecnici
«necessari per evitare l’effetto cumulo di
attività industriali nell’area, ancor di più, se
si intende trattare rifiuti in una località,
Piano di Sacco, non lontana da culture di pregio
e da insediamenti produttivi del settore
alimentare» conclude il sottosegretario alla
Presidenza della Giunta regionale. |