TERAMO,
20.11.2017 -
Il bilancio preventivo 2017,
approvato a maggioranza questo pomeriggio, è
profondamente segnato da due elementi: la
trattativa con il Governo per la “restituzione”
alle Province dei fondi di competenza (le
Province, infatti, dal 2015 anni, devono
conferire al Governo centrale le uniche risorse
proprie: la RC auto e l’addizionale Enel) e gli
importi dei lavori pubblici, viabilità ed
edilizia scolastica, legati alle somme urgenze e
agli interventi realizzati in seguito al
terremoto e al maltempo.
Nel 2017, quindi, il taglio
iniziale del Governo di 15 milioni di euro si è
ridotto a 6 comunque non sufficiente a coprire
le esigenze delle funzioni ordinarie, e mentre
sul bilancio ci sono oltre 46 milioni di
finanziamenti speciali che arrivano dai fondi
per il terremoto il contributo per la
manutenzione ordinaria è di 5 milioni 875 mila
euro (3 di mutui contratti dall’ente).
Questi dati, da soli,
sottolineano la contraddizione che stanno
vivendo le Province - confermate di rango
Costituzionale - come sottolineato dal
presidente dell’Upi, Achille Variati, in
audizione congiunta di Camera e Senato in
occasione del dibattito sulla Finanziaria
2018: dall’Upi al Parlamento e Governo «Vi
chiediamo di metterci nelle condizioni di potere
assicurare la sicurezza delle strade, delle
scuole superiori, dell’ambiente: di potere
svolgere cioè quelle funzioni che si sono state
assegnate dalla legge…dopo tre anni di tagli che
non ci hanno permesso nemmeno di garantire la
manutenzione ordinaria, ormai le strade in tutto
il Paese versano in condizioni critiche, mentre
nella maggior parte delle scuole superiori
servono interventi per la messa a norma
antisismica e antincendio».
Il bilancio di previsione del
2017 (che viene approvato a novembre per effetto
delle proroghe concesse alle Province) pesa
153.893.376 euro; oltre 73 milioni di euro sono
le spese in conto capitale e di queste circa 60
sono per la viabilità e 8 milioni e 394 mila per
l’edilizia scolastica; alle scuole viene
destinato anche buona parte dell’avanzo di
amministrazione non vincolato (2 milioni e 732
mila euro). Sale, quindi, per effetto delle
opere legate alle calamità naturali, la spesa
pro-capite: 236, 15 euro ad abitante.
Sempre da un punto di vista della
spesa di investimento i progetti più rilevanti
sono i 35 milioni di lavori collegati ai danni
da terremoto e maltempo; gli 8 milioni per la
ciclabile del Tordino, i 2 per quella della
Vibrata, il milione per il ponte sul Tronto; i 3
milioni e 200 mila euro per la provinciale 8 sul
Salinello; i 2 milioni per la messa in sicurezza
dei Prati di Tivo; il milione e 700 mila euro
per il Porto turistico di Roseto; i 5 milioni e
379 mila euro per l’ITC Pascal di Teramo; i 2
milioni e 115 mila euro per il liceo classico
Delfico di Teramo; i 750 mila euro per il
“Cerulli” di Giulianova. Sempre per le scuole 2
milioni e 732 mila euro per la manutenzione
straordinaria.
Il relatore in Consiglio,
Mario Nugnes,
ha sottolineato:
«la
mole di lavoro condotta in condizioni di
emergenza, fra calamità naturali e le
incertezze finanziarie. Nonostante ciò sono
state compiute anche scelte strategiche che
hanno fatto scendere l’indebitamento al 7%,
circostanza che ci consente di accendere
eventuali mutui; ancora la valorizzazione del
patrimonio dell’ente fra dismissioni e fitti
attivi e passivi, la stazione unica appaltante
che al momento viene utilizzato da otto Comuni».
Ampio il dibattito, fra i rilievi
quello di
Severino Serrani
secondo il quale:
«Il
bilancio arriva con grande inspiegabile ritardo”
e con “finanziamenti, come quelli per le scuole
che ancora non sono stati spesi, la manutenzione
ordinaria che è stata trascurata facendo salire
le richieste di risarcimento danni e progetti
che sono sul DUP (documento di programmazione
del bilancio ndr) che ancora non sono partiti»
e il riferimento è ad alcune opere finanziate
dal Masterplan e al Piano scuola del 2013 (fondi
sicurezza post terremoto 2009).
Sulle scuole si è registrata la
replica del consigliere delegato,
Mirko Rossi:
«Se
ci sono somme non spese, e ce ne dispiace, è
perché approvato a novembre, di fatto, il nostro
è un bilancio biennale e l’iter dei progetti che
riguardavano edifici storici, come il Comi ad
esempio, è molto lungo. Inoltre, prima di
decidere dove e come spendere, abbiamo voluto
dotarci degli indici di vulnerabilità: oggi
sappiamo dove conviene investire e dove è il
caso dismettere».
L’intervento di Serrani ha
fornito l’occasione per un focus sulle scuole.
Oltre al Piano Scuola finanziato nel 2013, fondi
arrivati nel 2014 (destinati al Comi, al
Delfico, allo scientifico Einstein di Teramo e a
Rosa e al Peano di Nereto tutti lavori in corso
o in gara) Rossi ha ricordato i lavori di
«minore
entità ma ugualmente importanti come la
riparazione del tetto del Milli dove abbiamo
recuperato un piano, l’impermeabilizzazione
dello copertura allo scientifico di Giulianova e
all’Ipsia di Atri, la riapertura dell’Auditorium
Illuminati sempre ad Atri. Abbiamo intercettato
8 milioni di euro di finanziamento in un anno».
Poi due annunci: sia l’Ipsia
Marino di Teramo che il Pagliaccetti di
Giulianova sono stati candidati a finanziamento
con il bando di finanziamento del MIUR (scaduto
proprio ieri) e l’intenzione di procedere con i
lavori di miglioramento sismico anche nella
parte più recente del Comi (oggi sede secondaria
del Liceo Scientifico).
«Dopo
gli studi di fattibilità
– ha dichiarato il presidente
Renzo Di Sabatino
–
anche le scelte di prospettiva
sono più chiare: il Comi, nella parte storica e
in quella moderna, rappresenta un polo
scolastico di notevoli dimensioni: potrebbe
ospitare il Liceo Scientifico, una scuola in
continua crescita di iscritti, con un doppio
vantaggio considerando anche la necessità di
ricollocare servizi e innestare nuove dinamiche
sociali nel centro della città». |