TERAMO,
19.5.2017
-
Interventi strutturali
finalizzati alla definitiva messa in sicurezza
della captazione delle sorgenti del Gran Sasso
con l’intervento, anche finanziario dei soggetti
coinvolti ognuno per la sua parte: Istituto
nazionale di Fisica Nucleare e quindi il
Governo, Strada dei Parchi e Ruzzo reti;
rapporto puntuale sull’utilizzo dei 100 milioni
prima stanziati per la realizzazione della
“terza canna” del traforo del Gran Sasso e poi,
dopo il definitivo abbandono del progetto,
destinati dal Parlamento (con un emendamento
che fu presentato proprio da Giovanni Lolli)
alla definitiva messa in sicurezza delle
sorgenti; adozione di un protocollo
dell’emergenza e di un protocollo di
comunicazione di crisi con il coinvolgimento di
tutta la filiera che garantisca informazioni
tempestive, chiare, documentate e trasparenti ai
cittadini.
Queste le tre grandi questioni
sulle quali poggia un ordine del giorno
elaborato dalla Provincia, sulla base delle
proposte dei Sindaci e di quanto emerso questa
mattina nel corso dell’assemblea alla quale
hanno partecipato, fra gli altri, il
vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni
Lolli; il direttore della Asl Roberto Fagnano;
il presidente della Ruzzo reti Antonio Forlini.
L’ordine del giorno sarà
sottoposto ad approvazione nella prossima seduta
prevista per venerdì 26 maggio alle ore 16.
L’ordine del giorno mette anche altri punti
fermi: ribadisce che la risorsa idrica ha
priorità assoluta per cui l’approvvigionamento
idrico alle sorgenti del Gran Sasso è bene
indisponibile e irrinunciabile per la comunità
provinciale; chiede di superare i limiti della
legge regionale 9 del 2011 (costitutiva
dell’Ente regionale risorse idriche) che non
garantisce la reale partecipazione dei territori
al governo della risorsa idrica e che: «nei
fatti –
ha dichiarato Renzo Di
Sabatino
– non ha mai funzionato come non funziona l’ente
unico sui rifiuti».
Infine si chiede l’istituzione di
un Comitato tecnico-scientifico con la
partecipazione di una rappresentanza di Sindaci.
«Ho
voluto trasferire il dibattito su quanto è
successo la scorsa settimana nel luogo
istituzionalmente più corretto, l’Assemblea dei
Sindaci, perché i primi cittadini sono le
massime autorità in fatto di protezione civile,
ordine pubblico e sicurezza della popolazione»
ha dichiarato in apertura dei lavori
Renzo Di Sabatino
che ha aggiunto: «Nella
scala dei valori l’acqua ha il posto più alto.
Bisogna salvaguardare il diritto dei cittadini
ad avere un’informazione seria e corretta; il
diritto a poter contare su procedure tracciabili
e trasparenti. Anche se non è accaduto nulla di
drammatico e l’acqua è sempre stata potabile
quello che è successo è un segnale che non può
essere dimenticato e che oggi ci chiama a fare
delle scelte».
E sulle cose da fare è stato
molto netto il vicepresidente
Lolli:
«La
commissione regionale istituita a dicembre ha
già prodotto dei risultati e, insieme al lavoro
che faremo, sarà reso disponibile. Non possiamo
rinunciare all’INFS, tanto meno all’autostrada,
quindi, vanno fatti sostanziosi interventi per
mettere in sicurezza le captazioni. Le
tecnologie che abbiamo a disposizione oggi, e
che ieri non c’erano, lo permettono. Intanto
cercheremo di capire quanti dei 100 milioni
stanziati allora sono stati realmente spesi. E
questa è una partita che vedremo con il Governo.
Poi con l’Istituto di Fisica nucleare si sta già
valutando un sistema per captare le acque a
servizio del laboratorio non alla sorgente, come
accade ora, ma attraverso una sonda e in
profondità. Questo eviterebbe rischi di
contaminazioni. Anche la Strada dei Parchi deve
fare la sua parte: entro il 2019 dovranno essere
realizzati dei lavori piuttosto importanti per
migliorare la sicurezza e la percorribilità. I
lavori devono essere eseguiti con un protocollo
di sicurezza che noi dobbiamo poter valutare e
utilizzando materiali meno impattanti e
pericolosi. Da oggi al raggiungimento di questi
obiettivi di medio e lungo periodo vanno
rafforzati i sistemi di controllo individuando,
perché ci sono, strumenti e sistemi che
consentono, in caso di incidente, di valutare
immediatamente la potabilità delle acque».
Naturalmente sono intervenuti
anche Roberto Fagnano e Antonio Forlini,
rispettivamente direttore Asl e presidente della
Ruzzo reti.
«Va
ribadito che l'acqua è ed è sempre stata
potabile, il monitoraggio viene fatto
costantemente. In tutti i prelievi, le sostanze
sono state sempre conformi e nei limiti
stabiliti dalla legge.Ricordo che dal punto di
vista formale solo l'Arta ha la titolarità per
effettuare le analisi. E' per questo che presto
sarà riaperta la sede di Teramo con cui la ASL
stipulerà una convenzione per avere i risultati
in tempi più rapidi»
ha sottolineato
Fagnano.
Forlini
ha parlato di: «Allarmi
infondati, il provvedimento è stato affrettato e
poco concertato, testimonianza ne sia che
nessuna segnalazione è arrivata al nostro call
center rispetto all'odore e al sapore
dell'acqua”.
Ha aggiunto, però, che:
“Bisogna eliminare in fretta il conflitto di
attività fra captazioni, autostrada e
laboratorio e che bisogna adottare al più
presto un protocollo di crisi perché il deficit
di credibilità che ha coinvolti le istituzioni è
molto grave».
Molti gli interventi dei Sindaci
e le loro proposte sono state sintetizzate nel
documento che sarà ufficialmente approvato
venerdì prossimo; un documento che verrà inviato
a tutti gli organi di Governo sovraterritoriali.
I lavori dell’Assemblea sono stati seguiti anche
dai consiglieri regionali Giorgio D’Ignazio e
Paolo Gatti e dalla presidente e dal direttore
dell'Istituto Zooprofilattico Abruzzo e Molise,
Manola di Pasquale e Mauro Mattioli. |