TERAMO,
23.8.2019 -
24 agosto 2016. A tre anni dal sisma poche idee
ma confuse.
«A
tre anni dal sisma che ha colpito Marche, Lazio
e Molise, e a dieci anni dal terremoto
dell'aquilano, ci sono ancora paesi in cui non
parte la
ricostruzione 2009 e si accumulano ritardi,
tant'è che si ipotizzano decenni per il ritorno
alla normalità».
E' quanto sottolinea l'Ordine degli Architetti
PPC della provincia di Teramo, tramite il suo
presidente, Arch. Raffaele Di Marcello.
«Tra
avvicendarsi di commissari (a proposito, il
prossimo Governo cosa farà in merito?),
ordinanze e leggi, subcommissari, sottosegretari
con delega alla ricostruzione, tavoli di lavoro,
ecc. si potrebbe pensare il
quadro della situazione sia chiaro e, invece,
c'è ancora chi si ostina a trovare in presunti
errori dei tecnici le cause dei ritardi
nella ricostruzione - afferma l'Arch. Di
Marcello - Eppure le nostre richieste sono
state, fin dall'inizio, chiare, così come totale
è stata la disponibilità di Ordini e Collegi
professionali. Con l'allora direttore dell'USR
D'Alberto avevamo concordato incontri periodici
presso le sedi degli Ordini e una faq online
proprio per chiarire eventuali criticità nella
presentazione delle pratiche. Ma ad oggi
leggiamo di presunte inesattezze senza che sia
chiaro se siano dovute a singole
"incapacità" dei tecnici o a criticità
ricorrenti. Gli Ordini sono Enti preposti
alla tutela dell'utilità pubblica della
professione; gradiremmo che l'USR ci segnalasse
se ci sono errori in modo che si possa
intervenire, se di nostra competenza. Se invece
questi derivano dalla complicata
macchina organizzativa che, a tre anni dal
sisma, vede ancora la necessità di Ordinanze per
disciplinare punti oscuri e, addirittura, di una
nuova
struttura di "supertecnici", allora qualcuno si
faccia delle domande e si dia, in tempi brevi,
le risposte che tutti noi attendiamo».
«Basterebbe
farsi un giro per le nostre montagne -
continua il presidente dell'Ordine - per
accorgersi che in provincia di Teramo, e
in buona parte del cratere aquilano, la
ricostruzione post sisma 2009 ancora langue. Se
ci aggiungiamo gli effetti del sisma 2016, e i
ritardi conseguenti,
possiamo immaginare quale futuro hanno le nostre
aree interne».
«Siamo
stufi di subire attacchi strumentali -
evidenzia Di Marcello - mentre le richieste
degli Ordini, a tutti i livelli, vengono
ignorate. Architetti, Ingegneri, Geologi,
Geometri e tutti i tecnici del territorio hanno
sempre dato il loro contributo, nell'emergenza e
nella fase di ricostruzione. Ma la loro dignità
umana e professionale deve essere rispettata. Il
nuovo Governo, qualunque esso sia, deve
ideare, subito, una struttura permanente che si
occupi del post emergenza, formando i tecnici
degli Enti Locali e delle strutture ministeriali
in
modo che possano operare nelle fasi di
ricostruzione, senza, ogni volta, dover
ricorrere a professionalità da reperire a tozzi
e bocconi, senza certezze di stabilità e
retribuzione (ad oggi, negli USR, operano con
le stesse competenze, tecnici con contratti, e
retribuzioni, molto diverse tra di loro), spesso
prive della necessaria formazione. I
nostri territori hanno aspettato anche troppo, e
il terremoto non segue i tempi della politica:
un'emergenza potrebbe riproporsi a breve...
tireremo fuori altre norme e diverse procedure?».
«Nell'anniversario
del sisma un pensiero doveroso va alle vittime e
ai loro familiari - conclude il presidente
dell'Ordine degli Architetti - Anche per loro
vogliamo norme e tempi certi, e pretendiamo, da
cittadini prima ancora che da tecnici, che
ognuno si assuma la propria responsabilità». |