TERAMO,
6.3.2019 -
In occasione della Giornata Internazionale della
Donna dell'8 Marzo, la Commissione Pari
Opportunità della Provincia di Teramo organizza
l'iniziativa dedicata all'Architetto Eileen Gray,
sul tema "La donna nuova nel Novecento". Venerdì
8 Marzo, dalle 15.30, presso la Sala Consiliare
della Provincia si terrà il convegno incentrato
sulla figura della Gray. Iniziativa collaterale
una mostra articolata in due fasi: al 7 al 12
Marzo presso la stessa Sala Consiliare della
Provincia e dal 14 al 21 Marzo presso il Centro
"La Fenice" a Piano d'Accio.
Eileen Gray (1878-1976)
architetto e designer, una donna che con le sue
idee e i suoi progetti ha ispirato intere
generazioni e Giuditta,
protagonista del Libro di Giuditta nella Bibbia,
che salvò il suo popolo uccidendo l'oppressore,
sono le due donne che ispirano le riflessioni
oggetto delle iniziative organizzate dalla
Provincia e dalla Commissione Pari Opportunità
per la Giornata internazionale della donna.
I temi sono due: quello dell'antiviolenza ormai
da anni al centro dell'attività della Provincia
e della CPO e quello della riproposizione delle
storie di donne che hanno avuto e continuano ad
avere un ruolo fondamentale nella storia, nelle
professioni, nelle scoperte scientifiche ma sono
per lo più sconosciute a differenza dei colleghi
uomini.
Tutti giorni utilizziamo oggetti di uso comune e
acquistiamo mobili e oggetti di design che sono
stati progettati dalla Gray ma non lo sappiamo e
la Commissione Pari Opportunità dell'Ordine
degli architetti (paesaggisti, pianificatori e
conservatori) di Teramo ne propongono una
rilettura sia attraverso una mostra che con un
convegno che ospiterà architette protagoniste
della scena contemporanea. Il tema delle città,
della rigenerazione urbana, della pianificazione
dal punto di vista delle donne.
La storia di Giuditta rappresenta un simbolo di
coraggio e lotta contro l'oppressore ed è tanto
forte da aver ispirato numerosi artisti in molte
epoche: grazie ad uno "straordinario" accordo
con l'Università San Raffaele di Roma il dipinto
attribuito ad Orazio Gentileschi, padre di
Artemisia, e di proprietà di uno dei
collezionisti d'arte più noto sugli scenari
internazionali, l'avvocato Fabrizio Lemme, sarà
esposto a Teramo fino alla fine di marzo.
La mostra sarà inaugurata giovedì in Fondazione
Tercas alle ore 19.
Per i colleghi giornalisti è prevista una
preview la cui data sarà comunicata nei prossimi
giorni.
Ambra Foracappa, consigliera provinciale
delegata alle Pari Opportunità:
«Abbiamo scelto
un timbro alto per celebrare la Giornata
internazionale della donna che quest’anno si
lega al linguaggio dell’arte e dell’architettura
con due iniziative che proiettano Teramo su un
palcoscenico di interesse nazionale continua la
nostra collaborazione con le donne degli Ordini
professionali ed è la volta delle architette,
dopo le iniziative con l'Ordine dei Medici e con
quello dei Farmacisti, che ci propongono una
riflessione sui grandi temi della
pianificazione, della progettazione e degli
spazi urbani. Un evento particolarmente
significativo è stato costruito grazie
all’Università San Raffaele di Roma e ad uno dei
collezionisti italiani più noti sullo scenario
internazionale, Fabrizio Lemme: un evento reso
possibile grazie alla generosa collaborazione
della Fondazione Tercas. Sul
piano delle politiche sulla violenza di genere
va ricordato l'impegno dell'ente, unico ente a
gestire direttamente sia il Centro Antiviolenza
che la Casa famiglia Maya, ad ampliare
continuamente lo spettro dei servizi resi sia
allargando la rete delle collaborazioni con le
professioniste che lavorano a fianco delle donne
vittime sia aumentando gli sportelli sul
territorio provinciale».
Tania Bonnici Castelli, presidente della CPO
della Provincia:
«La
Commissione Pari Opportunità della Provincia di
Teramo è fortemente impegnata nella lotta contro
la violenza sulle donne. Negli ultimi due anni
lo ha fatto cercando di promuovere una
rivoluzione culturale in tema di parità di
genere, soprattutto tra le nuove generazioni,
attraverso specifiche campagne di comunicazione.
Siamo partite, nel 2017, con l'affissione di
grandi manifesti nei cantieri e sulle
impalcature della ricostruzione. Una iniziativa
senza precedenti, che ha utilizzato l'immagine
della molestia sessuale per eccellenza,
rappresentata dall'opera Susanna e i vecchioni
di Artemisia Gentileschi, con lo slogan "Mai più
in silenzio" e il numero del Centro antiviolenza
La Fenice. Nel 2018, con l'Ordine dei Farmacisti
di Teramo, abbiamo dato vita al progetto dal
titolo "Artemisia" che ha trasformato le 94
farmacie presenti sul territorio in sportelli di
primo aiuto per le vittime di abusi e violenze.
Per continuare questa opera di sensibilizzazione
quest'anno ci siamo orientate verso un momento
più artistico che si collegasse alle nostre
recenti esperienze. Grazie ad uno dei più grandi
collezionisti italiani, l'avvocato Fabrizio
Lemme di Roma, potremo esporre nel luogo più
antico di Teramo, Palazzo Melatino dove ha sede
la Fondazione Tercas, un dipinto straordinario
della sua collezione privata che viene è stato
attribuito ad Artemisia Gentileschi: Giuditta e
Oloferne”. Una sintesi perfetta dell'impegno
profuso dalla Commissione provinciale a sostegno
delle donne fino ad oggi, noi teramani possiamo
così vantare una cultura di genere più che
trentennale».
Ombretta Natali, presidente CPO dell'Ordine
degli architettidi Teramo:
«Una
donna innovatrice e tenace, fra i primi
architetti a prendere in considerazione gli
aspetti ambientali, luce, clima e paesaggio
nella progettazione di case e strutture.
Nonostante sia stata una figura fondamentale
dell'architettura e del design del '900, molti
degli oggetti e dei mobili che utilizziamo sono
le riproduzioni dei suoi progetti originali, il
nome di Eillen Gray non è affatto noto così come
accade per i suoi colleghi contemporanei da Le
Corbusier a Gaudì per citarne alcuni. Noi la
ricordiamo con una mostra che sarà esposta in
Provincia e alla sua eredità intellettuale ci
siamo ispirate per un corso/convegno che si
svolgerà l'8 marzo con il prezioso contributo di
architette italiane che con il loro lavoro
aprono un vasto fronte di riflessione
riguardante le città, i contenitori, la
pianificazione e la progettazione dal punto di
vista femminile: uno sguardo che per molti
aspetti si distingue dall'approccio maschile».
Al corso/convegno dell'8 marzo intervengono le
architette Cristina Bardelloni e Fulvia Fagotto
(ADA Firenze); Gisella Bassanini (Politecnico di
Milano) e Nicola Di Battista, direttore della
rivista "L'Architetto" teramano di origine.
Designer di mobili
e architetto irlandese, Eileen
Gray (1878-1976)
è considerata tra le figure principali del
design del XX secolo, per la sua influenza nel
movimento modernista.
Di famiglia agiata, in gioventù visita diversi
paesi, tra cui l’Italia, la Svizzera e
soprattutto la Francia, in particolare Parigi
durante l’Esposizione Universale del 1900: si
trasferisce quindi a Londra, dove è tra le prime
allieve ammesse alla Slade School of Fine Arts
(1901) e continua gli studi a Parigi
(1902-1905).
Il primo incarico
di rilievo è del 1919, con l’arredamento in rue
de Lota per madame Mathieu-Levy, in cui “progetta
ogni elemento dell’arredo, compresi i
rivestimenti alle pareti, le lampade, i mobili e
i tappeti, scegliendo forme particolarmente
rigorose e scultoree” (McHardy).
Nella furniture,
spicca la celebre poltrona Bibendum e lo
spettacolare sofà Pirogue.
Incoraggiata da
questi notevoli risultati, apre nel 1922 la
galleria “Jean
Désert”:
grazie ai facoltosi clienti, il suo lavoro viene
apprezzato ed esposto (Salons d’automne
1922-23; XVI
Salon des Artistes decorateurs).
L’incontro con l’architetto romeno Jean Badovici
convince la Gray ad interessarsi di
architettura. Nascono così la celebre E.1027,
abitazione a Roquebrune, Cap Martin (1929) e
l’appartamento in rue Chateabriand (1931) e la
sua casa, Tempe à Pailla, a Castellar (1934),
progetti che testimoniano la “straordinaria
sensibilità architettonica di Gray, il suo gusto
per il dettaglio e, soprattutto, il suo grande
senso pratico”.
Molti progetti successivi non vengono
realizzati, anche se spicca il suo “Centro di
vacanze”, esposto da Le
Corbusierall’Expo
di Parigi del 1937. Il pieno riconoscimento
internazionale delle opere della Gray è tuttavia
tardivo: nel 1968, quando la designer conduce
una vita ritirata fuori dall’establishment
dell’architettura e del design, un articolo del
critico Joseph Rykwert su Domus rivaluta
la sua figura. Seguono diverse esibizioni, la
poltrona Bibendum e il tavolo circolare E.1027
tornano in produzione e i suoi prodotti sono
considerati attualmente come pezzi pregiati del
design del Novecento.
Nella Bibbia,
più precisamente nel “Libro
di Giuditta”,
si narra il modo in cui questa vedova ricca,
bella, ma soprattutto virtuosa e timorata di Dio
e per questo profondamente amata dal popolo
ebraico, riuscì a salvare la propria gente
dall’assedio del re assiro Oloferne. Una notte
Giuditta si preparò, si vestì e, bellissima, si
recò assieme ad una serva presso la tenda di
Oloferne, portando con sé dei doni e fingendo di
voler tradire il suo popolo per consegnarlo al
nemico. Oloferne le credette, la invitò al suo
banchetto, bevve e si ubriacò. La invitò nelle
sue stanze e Giuditta attese il momento giusto
per ucciderlo tagliandogli la testa con due
colpi di scimitarra. Dopo averlo ucciso, mise la
testa nel cesto delle vivande e tornò,
vittoriosa, presso il suo popolo. Giuditta è,
tra le figure bibliche, simbolo di virtù e di
devozione a Dio; molto popolare nella tradizione
cattolica, ha da sempre ispirato scrittori,
pittori ed artisti in generale.
La mostra di Eileen Gray è realizzata in
collaborazione con "La Fenice, soluzioni per
l'abitare" di Tonino Forlì. |