TERAMO,
11.9.2019 -
E’ stato un lavoro certosino quello della
Polizia Stradale di Teramo per rintracciare il
conducente della Renault Clio grigia che tre
mesi e mezzo fa, esattamente il 2 giugno,
investì Camillo Pechini pensionato di
Colleranesco che, dopo 46 giorni di degenza in
sala di rianimazione, decedeva.
Nell’immediatezza, nonostante i numerosi appelli
fatti dagli investigatori ed anche dai familiari
della vittima che si erano rivolti alla
trasmissione “Chi l’ha visto?”, non si era
riusciti ad identificare il colpevole.
Le indagini, condotte dal PM dottor Stefano
Giovagnoni, che hanno visto impegnati
costantemente gli uomini della Polizia Stradale
sono partite subito dal racconto di un testimone
che parlava appunto di una Renault Clio grigia e
dal video di una telecamera privata che
riprendeva la scena dell’incidente. La Procura
di Teramo, coinvolgendo anche la Polizia
Postale, che contribuiva fattivamente alla
risoluzione del caso, autorizzava l’acquisizione
e l’esame dei tabulati telefonici attraverso i
quali gli investigatori risalivano a circa
20.000 utenze. E’ cominciato quindi un lungo
lavoro di scrematura delle utenze stesse che ha
portato all’identificazione di un centinaio di
intestatari di cellulari che gravitavano nella
zona del sinistro. Attraverso le banche dati in
uso al Dipartimento della Pubblica Sicurezza,
sono stati estrapolati gli intestatari,
residenti nella zona della provincia di Teramo e
di questi, 5 persone sono risultate le possibili
investitrici del pensionato giuliese in quella
drammatica giornata del 2 giugno perché
risultavano essere in possesso di autovettura
simile a quella ricercata. A questo punto, nel
corso degli ultimi giorni, i Sostituti
Commissari della Polizia Stradale Antonio
Bernardi e Stefano di Stefano sono andati a
verificare personalmente le autovetture dei
singoli intestatari individuati e non ci hanno
messo molto a rintracciare la Renault Clio
grigia parcheggiata in un garage sulla quale,
sebbene fosse stato sostituito il faro destro
danneggiato nell’incidente, erano ancora chiare
le tracce dell’investimento.
L’investitrice, D.B.R. una donna di Teramo di
anni 73, è stata peraltro riconosciuta dal
testimone oculare che ha assistito
all’incidente. Messa alle strette, nella
giornata di ieri, dopo essere stata rintracciata
ad Ischia, dove stava trascorrendo un periodo di
vacanze, è stata interrogata dal PM dottor
Giovagnoni presso gli Uffici della Polizia
Stradale assumendosi la responsabilità
dell’accaduto. Dovrà rispondere dei reati di
omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga.
Era accaduto di nuovo nella data del 3 agosto un
altro sinistro stradale, con investimento di un
ciclista, sulla Statale 80 all’altezza
dell’incrocio di Selva Piana di Mosciano S.
Angelo, a causa del quale il ciclista riportava
lesioni gravissime che ne determinavano la
prognosi riservata. Ed anche qui l’investitore
aveva omesso di prestare soccorso dandosi alla
fuga. Ma, anche questa volta, gli elementi
raccolti dagli investigatori della Polizia
Stradale di Teramo nell’immediatezza , hanno
consentito di arrivare in brevissimo tempo
all’individuazione dell’investitore che,
sentendosi accerchiato, si presentava
spontaneamente al Comando della Polizia Stradale
confessando le proprie responsabilità.
«L’introduzione nel nostro ordinamento
giuridico del reato di Omicidio Stradale
introdotto con la legge n. 41 del marzo 2016 -
dichiara Nadia Carletti, Dirigente della Polizia
Stradale di Teramo -, può aver avuto anche
l’effetto di spaventare le persone che sono
coinvolte in sinistri stradali gravi che, per
paura di affrontare le conseguenze penali
previste dalla norma, decidono di darsi alla
fuga. Ma, in realtà, la norma prevede alcuni
benefici per chi invece si ferma a prestare
soccorso e cioè quella di evitare l’arresto e di
godere di tutte le attenuanti possibili, oltre
che avere la possibilità di riottenere, dopo un
periodo di sospensione, la patente di guida. Per
questo è fondamentale, in ogni caso di incidente
stradale, fermarsi e prestare soccorso alle
persone ferite dimostrando così, al di là di
quello che prevede la legge, un alto senso di
civiltà e di moralità che non può e non deve mai
venire meno». |