TERAMO,
7.3.2019 -
Roseto degli Abruzzi 18 marzo 2019: è
ripartita da Matera, capitale europea della
cultura, la 6^ edizione di “Una
Vita da Social”, la campagna educativa
itinerante
realizzata dalla Polizia Postale
e delle Comunicazioni in collaborazione con
il Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca e del Garante per
l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito
delle iniziative di sensibilizzazione e
prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per
i minori
.
Ancora una volta al fianco della Polizia Postale
Aziende come Baci Perugina, Facebook, Euronics,
FireEye, Google, Instagram, Nexi, Kapersky lab,
Skuola.net, Vodafone, WindTre, Youtube, per
rendere la rete sempre più sicura.
Anche quest’anno l’iniziativa è stata realizzata
con la collaborazione di Co.re.Com. Abruzzo.
Il Piazzale antistante l’impianto sportivo
“Palamaggetti” di Roseto ospiterà la
manifestazione dalle 8.30 alle 13.30 del 18
marzo accogliendo gli studenti della
provincia all’interno del truck brandizzato dove
personale della Polizia Postale e delle
Comunicazioni illustrerà le insidie del web.
Saranno presenti nella piazza gli stand della
Polizia di Stato per l’esposizione di
apparecchiature ed illustrazione dei servizi
della Polizia Scientifica, Polizia Stradale,
nonché presenzieranno unità Cinofile antidroga.
^^^^^^^^^
I social network sono ormai uno strumento di
comunicazione del tutto integrato nella
quotidianità dei teenager e in virtù del
numero sempre maggiore degli adolescenti
presenti sul web hanno determinato una crescita
esponenziale dei minori vittime di reati contro
la persona che negli anni è raddoppiato: dai
104 casi registrati nel 2016 si è passati a 177
nel 2017 e 208 casi trattati nel 2018, le
vittime hanno tutte un’età compresa tra i 14 e i
17 anni.
Ancora oggi i ragazzi si esprimono e sembrano
pensare che il web sia un po’ “una terra di
nessuno”, dove si scambiano messaggi e post
senza pensarci troppo e le azioni online vengono
valutate spesso come un gioco privo di
conseguenze.
Tra i giovani è ormai acclarata la selfie-mania.
È questa una delle evidenze di una ricerca
condotta da Skuola.net, Università di Roma
‘Sapienza’ e Università Cattolica di Milano per
conto della Polizia di Stato –
intervistando 6.671 giovani tra gli 11 e i 25
anni. Il selfie è sempre più caposaldo
della propria identità per le nuove generazioni.
La metà del campione ne scatta almeno 4 prima di
pubblicarlo sui social, cosa che avviene con
frequenza almeno settimanale in 9 casi su 10.
Il web è letteralmente inondato di immagini che
li ritraggono, raccontando molto di sé, della
propria identità e magari dei luoghi
frequentati, con tutti i rischi del caso.
L’attrazione per il selfie alle volte è
tale da spingere i giovani a mettersi
deliberatamente in una situazione di pericolo.
Il 35% dichiara di aver provato a farsi un
autoscatto in condizioni potenzialmente
pericolose, prevalentemente alla guida del
motorino o della macchina. Come anche
testimoniano i casi di cronaca con esiti letali,
a cimentarsi con queste pratiche sono
prevalentemente i maschi, verso i vent’anni, con
un rendimento culturale o accademico o molto
basso o molto elevato.
Un selfie viene pubblicato su un qualunque
social network prevalentemente una volta a
settimana (63%), mentre ciò accade una volta al
giorno nel 14% dei casi e più volte al giorno
nel 13% dei casi. A conti fatti 1 su 4 ne posta
almeno una volta al giorno, mentre 9 su 10
almeno una volta a settimana.
Ovviamente il risultato deve essere il migliore
possibile. Quindi la metà dei soggetti
intervistati ne scatta almeno 4 prima di
procedere alla pubblicazione di uno di essi.
Anche perché se si posta un’immagine che non
riceve abbastanza “mi piace”, il 31% si dichiara
abbastanza/molto propenso a cancellarlo, contro
il 38% che non è per nulla propenso. Sono
abbastanza/molto propensi a cancellarlo i più
giovani e quelli con un basso rendimento
scolastico.
Non è un gioco da ragazzi, ma quasi un lavoro da
agenzia pubblicitaria. Il 52% in media passa 10
minuti a modificare e a descrivere (con commenti
o didascalie) un selfie prima di pubblicarlo.
Sono prevalentemente le femmine e i più giovani
(meno di 17 anni). Il 36% usa spesso i filtri
per i propri autoritratti. Che soddisfano
globalmente il 53% del campione.
Ci sono delle correlazioni anche con il contesto
familiare. A conferma del fatto che le famiglie
rivestono un ruolo chiave nell’educazione dei
figli, sia negli ambiti tradizionali che nei
nuovi ambiti digitali. Ad esempio c’è una certa
prevalenza di soggetti provenienti da famiglie
con titolo di studio più modesto tra quelli più
propensi al selfie pericoloso (il cosiddetto “Daredevil
selfie”). Al contrario i ragazzi che si
“limitano” a postare non più di un selfie a
settimana sui social devono
fare
i conti con genitori con elevato titolo di
studio.
Attraverso il
progetto “Una vita da social”, gli operatori
della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno
incontrato oltre 1 milione e 700
mila studenti sia nelle piazze che
nelle scuole, 180.000 genitori, 100.000
insegnanti per un totale
di 15.000 Istituti scolastici, 250
città raggiunte sul territorio e due pagine
twitter e facebook con 126.000 like e 12 milioni
di utenti mensili sui temi della
sicurezza online.
Il truck allestito con un’aula didattica
multimediale è ripartita da Matera e concluderà
il suo tour a Roma, toccando le principali città
italiane, dove gli operatori della
Polizia Postale incontreranno studenti, genitori
e insegnanti sui temi della sicurezza online con
un linguaggio semplice ma chiaro adatto a tutte
le fasce di età. Inoltre, quest’anno gli
studenti attraverso il diario di bordo “https://www.facebook.com /unavitadasocial”
potranno lanciare il loro messaggio positivo
contro il cyberbullismo.
«Capire
i ragazzi oggi non è sempre per gli adulti
compito agevole, soprattutto quando si tratta di
comprenderne i bisogni, i modelli di
riferimento, gli schemi cognitivi inerenti i
diversi gruppi di riferimento che compongono il
variegato universo giovanile» afferma il
Dirigente del Compartimento Elisabetta Narciso.
«Il fascino della rete - continua il
Dirigente - l’idea di sentirsi anonimi e il
senso di deresponsabilizzazione rispetto ai
comportamenti tenuti online, stanno dilagando
così da determinare serie preoccupazioni. Per
questo occorre continuare a diffondere una
cultura della sicurezza in rete e in questo
contesto si inserisce l’iniziativa di “Una vita
da social” per un uso corretto e consapevole del
web».
|
Stalking |
Diffamazione
on-line |
Ingiurie
Minacce
Molestie |
Furto di
Identitàdigitale
sui social network |
Detenzione e
Diffusione di materiale pedopornografico |
sextortion |
Totale |
Casi trattati
2017 |
12 |
78 |
97 |
76 |
59 |
33 |
355 |
Casi trattati
2018 |
14 |
109 |
123 |
60 |
40 |
43 |
389* |
*240 casi con
vittime con età compresa tra 14 e 17 anni; 88
con vittime con età compresa tra 10 e 13 anni;
18 con vittime con età inferiore
A 9 anni; 43
sono i casi sextortion |