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Benny Manocchia: "Per business, gli Usa in coma boicottano il turismo in Italia"

Usa, Venerdì 7 Maggio 2010 - Da “Benny” Manocchia, giuliese in America, riceviamo e pubblichiamo queste considerazioni personali sulla rivalità degli Usa verso l’Italia nel settore del turismo

"Business is business", dicono di solito gli americani. E siccome il business ovviamente include il dollaro, anzi il "dio dollaro" come ancora lo definiscono gli statunitensi, allora succede che per il biglietto verde spesso si dicono cose ingiuste, sbagliate. Una volta Ernest Hemingway, che ebbi il piacere di intervistare un anno prima della sua decisione di "farla finita perche' non ho più nulla da dire", affermò: "In questa terra si fa e si dice proprio tutto per il possesso del denaro...".

E' proprio per il dollaro che ogni anno di questi tempi riparte la campagna contro l'Italia e le sue spiagge. Perchè proprio l'Italia? Forse perchè è la nazione che milioni di americani amano visitare almeno una volta nella loro vita. E ogni volta che preparano i bagagli per andare nella penisola,saltano i nervi di chi non vorrebbe vederli partire e portare appunto i dollari nella terra di Dante. Luoghi come la Florida,parte della California, della zona est degli Stati Uniti hanno bisogno di turisti per continuare a vivere; gli inviti  in tv, radio, giornali  di visitare gli "incantevoli posti americani" dall'Utah al Maine, da San Antonio a Orlando si ripetono con una successione ossessionante. E va bene. Fatti loro che non è mia intenzione criticare. Tuttavia il fastidio è enorme allorchè cominciano a dire, a scrivere: "Attenzione, se davvero volete andare in Italia, vi ricordiamo di stare attenti". Ma di che cosa?  Attenti forse ad attraversare la strada sulle strisce bianche? Macche'. Per prima cosa subito dopo l'atterraggio: “il taxi cercate di evitarlo. Vi mangeranno vivi!". Poi subito, in albergo, ha scritto un quotidiano di Los Angeles (il "Tribune"): "Attenti a dove mettete orologi, gioielli" e non dimenticate il dopobarba santo dio... Gia', proprio come avrei dovuto fare io una volta a Detroit. Le mance? "C'e' gente che vive di mance lungo le spiagge italiane, se non le date guai a voi". Per il cibo? Hanno sorvolato, perchè gli americani sono stupidi ma non fino al punto di criticare il cibo di casa nostra. In un programma radiofonico di Miami una signora ha detto: "Ah no, ci sono stata una volta e basta". Perchè signora? "Ma perchè gli italiani sono spesso dei villani, antipatici e si permettono di criticare noi americani. Dove sarebbero oggi senza di noi?". E' una domanda che l'italiano che risiede in questa nazione si rivolge spesso. Personalmente sarei sdraiato sulla sabbia  di Giulianova, che un mio amico di New York una volta descrisse cosi': "In alcuni punti sembra oro fino, calda e pulita...".

Ci sono accuse da molte parti che  tornano a galla ogni anno senza che nessuno dica qualcosa. E forse è sbagliato, perchè dopo tanti anni in USA per esempio potrei raccontare senza paura di dire bugie cose e situazioni che fanno arrossire. Ma i paragoni sono antipatici,  Sì, ma è anche vero che non si può nascondere la scortesia di molti statunitensi nel momento in cui si accorgono che non sei "uno di loro". Ricordo un episodio che credo sia giusto menzionare. Era  a New York Edilio Rusconi, per il quale lavoravo come corrispondente dagli USA. Si camminava a Manhattan e qualcuno diede a Rusconi uno spintone  che per poco non lo mandò a terra. Ci fu uno sguardo cattivo da parte del signore, come volesse dirgli ma come ti permetti di trovarti di fronte a me...Insomma aveva ragione lui. Gli dissi che dovrebbe essere più attento e per tutta risposta mi gettò addosso una valanga di parolacce. Rusconi  mi guardò e disse: "E' ben brutto questo modo di comportarsi...Da noi avrebbe per lo meno chiesto scusa...". Già. Scusate se salto da un concetto all'altro, ma quando devo leggere o sentir dire che le spiagge italiane sono brutte, sporche, puzzolenti e  i bagnini chiedono "una fortuna per un semplice ombrellone" (cosa che qui non esiste: si sdraiano al sole e dopo un po' fanno come quel santo: giratemi che sono cotto!), allora che cosa devo fare?

Gentile Direttore, desidero ringraziarLa per l’ospitalità concessa alle mie considerazioni sconclusionate sul Suo sito www.giulinaovailbelvedere.it. Certa altra stampa preferisce "vivere in pace" senza stuzzicare il cane che dorme. Ma non è vero. Il cane USA non dorme, infatti oggi è in coma.

Benny Manocchia
Benito “Benny” Manocchia è nato a Giulianova e, come suo fratello maggiore Lino, si trasferì negli USA nel 1955 da dove cominciò a collaborare con alcuni giornali italiani. Firmò un contratto con la Rusconi Editore, casa editrice alla quale è rimasto legato per quasi 30 anni, girando mezzo mondo per servizio. Ha scritto “un paio di libri che nessuno ha letto”, si schernisce. Sogna spesso il pesce fritto di Giulianova, le lunghe nuotate da un molo all'altro, le traversate di migliaia di...metri con il sandolino e gli amici che ha lasciato a Giglie.
 

 

 

 
 
 

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