GIULIANOVA, 26.5.2016 -
La finale femminile di domenica 22 Maggio scorso del 57° Trofeo
Bonfiglio di tennis ha riservato un sussulto di
emozione e di orgoglio agli appassionati
giuliesi quando, durante la diretta di
Supertennis dal Centrale dello Stadio
"Lamborghini" del TC Milano "Alberto Bonacossa",
il telecronista ha focalizzato l'attenzione su
una decisione del Giudice di sedia "Francesca
Baldini di Giulianova". Un casuale momento di
notorietà voluto dalla giovane "chair umpire"
dell'incontro decisivo tra la russa Olesya
Pervushina, vincitrice, e la slovena Kaja Juvan.
«Ho fatto dire a bella
posta la mia provenienza da Giulianova quando
hanno chiesto informazioni sul mio conto prima
dell'incontro. Giulianova è la mia città, è
giusto farla conoscere il più possibile, anche
se ormai vivo a Milano»,
svela Francesca Baldini nella chiacchierata che
ci ha concesso al Circolo Tennis Giulianova nel
Centro Sportivo di Via Ippodromo, in occasione
del suo periodo di relax non solo dopo il
"Bonfiglio" ma soprattutto dopo la laurea in
Ingegneria Biomedica conseguita brillantemente
il mese scorso al "Politecnico" di Milano.
Dalla chiacchierata abbiamo tratto l'idea di una
ragazza intelligente e solare, capace di
cogliere le opportunità della vita con la giusta
dose di determinazione ma senza crearsi assilli
e nevrotiche aspettative.
Francesca,
25 anni, è "Arbitro Nazionale" per caso, sebbene
figlia d'arte di Giuliano Baldini, Giudice
Arbitro Fit (con lei nella foto).
«In
realtà, mio padre non c'entra niente in questa
mia esperienza. Studiando e vivendo a Milano, ho
chiesto di partecipare a un corso per 20 arbitri
di tennis organizzato in Lombardia ed è andata
bene. Certo, mio padre e le frequentazioni del
Circolo Tennis Giulianova fin da bambina mi
hanno trasmesso la passione per questo sport».
- Come
hai vissuto la finale del "Bonfiglio", uno tra i
tornei più importanti nel mondo a livello
giovanile che ha lanciato tutti i più grandi
campioni del tennis?
«Come una nuova
esperienza positiva. Avevo anche diretto una
semifinale maschile il sabato. Comunque è il mio
secondo anno al "Bonfiglio" ed ho anche altre
direzioni alle spalle in qualche torneo ITF,
oltre a diversi incontri dei campionati maggiori
a squadre in Italia. Inoltre, negli ultimi due
anni sono stato giudice di linea agli
Internazionali d'Italia al Foro Italico, con
Djokovic, Federer e Murray in campo, ad alcuni
Challenger e, nel marzo scorso, al quarto di
finale di Coppa Davis tra Italia e
Svizzera a Pesaro.
E' stato tutto molto divertente».
- Al
"Bonfiglio" hai trovato difficoltà?
«Non
particolari. In generale si sono comportati
tutti bene, al di là di qualche gesto di stizza
comunque contenuto. Con i giovani, poi, è anche
più gratificante arbitrare perchè hai la
possibilità di spiegare meglio alcune decisioni
controverse»
- Chi ti ha
impressionato?
«Tra
i ragazzi, il vincitore del torneo, il greco
Stefanos Tsitripas. Si vede che ha qualcosa più
degli altri, gioca con lucidità e idee chiare. E
poi ha grande personalità, non nasconde di
puntare a fare la storia del tennis!
Tra
le ragazze, nonostante la sconfitta in finale,
la slovena Juvan. E' destinata a crescere molto
grazie al suo gioco ricco di variazioni, mai
schematico»
-
Insomma, ti stai preparando ad occupare quelle
sedie tanto ambite a livello WTA...
«Eh,
la strada è lunga e difficile, dovrei diventare
prima "internazionale" e fare tutta la trafila
richiesta in questi casi. Se capita ben venga,
questa attività mi piace, anche perchè consente
di viaggiare ma vado avanti senza troppe
aspettative. Nel frattempo, devo trovare lavoro,
ed anche in questo caso non escludo di farlo
all'estero se neanche a Milano ci fosse la
possibilità. Qui da noi non è semplice»
- Quale
grande giocatrice ti piacerebbe arbitrare?
«In
verità, non ci ho mai pensato. In fondo, è
indifferente perchè quando sei designata a
dirigere, la concentrazione è tutta rivolta a
svolgere il compito nel migliore dei modi, quasi
non facendo caso al "nome" di chi è in campo».
E sì,
"Francesca Baldini di Giulianova" sa quel che
dire e che fare. |