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www.giulianovailbelvedere.it ha intervistato il Funzionario al vertice dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, a Ginevra, in vacanza nella sua Giulianova
 

GIANNI MAGAZZENI, UN GIULIESE ALL'ONU PER MISSIONE

 

Gianni Magazzeni, 51 anni, di Giulianova, secondo da sinistra nella foto: E' Funzionario dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani a Ginevra

Gianni Magazzeni (secondo da sinistra), con il Ministro dei diritti umani, il portavoce del governo iracheno, e il rappresentante speciale del Segretario Generale per l'Iraq

 

Intervista di Ludovico Raimondi

- Dottor Magazzeni, ha avuto sempre chiaro cosa avrebbe fatto da grande e dove sarebbe arrivato?

“Dove sarei arrivato non è stato mai chiaro, cosa volevo fare sì, nel campo dei miei interessi. Ho studiato Scienze Politiche al “S. Anna”, la scuola superiore di Pisa, fino a poi conseguire un master in relazioni Internazionali alla Yale University.  Sembra incredibile ma ho cominciato la mia attività professionale, a New York, all’ONU”.

- Lei ha avuto vari incarichi che coinvolgono paesi o situazioni in tutto il pianeta: cosa ha riportato da ciascuna delle esperienze specifiche?

“Il mio è un percorso di vita iniziato nell’ONU nel 1984, ben 25 anni fa. Da ciascuna esperienza professionale e dalle tante missioni intraprese ho riportato un pezzo di realtà locale. Mi viene in mente la missione in occasione del genocidio in Rwanda, che ha ispirato anche il film Hotel Rwanda, nel maggio del 1994. Circa 1000 Tutsi asserragliati nell’Hotel Milles Collines non sarebbero stati liberati e probabilmente sarebbero stati vittime del genocidio senza l’intervento diretto del primo Alto Commissario, Jose Ayala Lasso, che ha richiesto e ottenuto la loro liberazione dal più alto rappresentate del Governo Hutu ancora a Kigali. Nel film non è raccontato come questo risultato è ottenuto ma il contesto è chiaro e mostra i rischi enormi intrapresi per arrivare a Kigali, con l’aeroporto sotto attacco, e con milizie armate che controllavano check-points per entrare o uscire dalla città. Nemmeno i blindati ONU erano risparmiati dalle insidie del conflitto in atto che è costato la vita a circa 800.000 Tutsi in 2 mesi”

- Se avesse la bacchetta magica, quale crisi risolverebbe per prima?

“Premesso che le missioni del nostro Ufficio riguardano lo specifico settore dei diritti umani, è evidente che sono tante le sfide che la nostra organizzazione si trova ad affrontare nell’ambito delle proprie competenze, soprattutto in quei paesi che escono da un conflitto. Sono una cinquantina le missioni effettuate sul terreno per consolidare lo stato di diritto, le infrastrutture, il rispetto delle norme internazionali per la promozione e protezione dei diritti umani, come nel caso dell’Iraq. A volte occorrono diversi anni – una generazione - per riuscire a portare a termine questi processi, trattandosi di cambiamenti che richiedono tempo per far germogliare  una cultura dei diritti umani che sola crea basi solide per la democrazia e lo sviluppo”

 

Gianni Magazzeni, Funzionario dell'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umnai: Qui, con l'ex Ambasciatore Americano in Iraq, Zalmay Khalilzad (a sinistra nella foto)Gianni Magazzeni incontra l'ex Ambasciatore Americano in Iraq, Zalmay Khalilzad

 

- Il Presidente Obama è oggi un problema o una panacea per il Medio Oriente?

“Io mi occupo di diritti umani e questa mi sembra una domanda piuttosto politica.  Comunque, il Presidente Obama ha avviato un processo di dialogo. Il dialogo e la cooperazione sono, secondo me,  elementi essenziali per rafforzare la democrazia e lo stato di diritto e quindi garantire il rispetto dei diritti umani. In realtà, la maggioranza delle missioni di pace dell’ONU nel mondo danno priorità allo sviluppo dello stato di diritto, alla riconciliazione nazionale come pure alla realizzazione effettiva dei diritti umani, perchè tutto ciò  permette di consolidare lo sviluppo economico e la pace.  La lunghezza di questo processo dipende molto dalla base di partenza e dal grado di sviluppo della democrazia in ogni circostanza specifica. L’ONU si appoggia molto su partner nazionali – come per esempio le Commissioni Nazionali per i diritti umani – che, se indipendenti ed efficaci, sono in grado di favorire il rispetto delle norme internazionali e  la loro applicazione nelle leggi e pratiche nazionali, come pure di aumentare  il successo e la sostenibilità a lungo termine delle azioni della comunità internazionale” 

- Come definirebbe il suo lavoro?

“E’ in realtà più  una missione che ci dà la possibilità di aiutare altri popoli, altre persone, spesso in condizioni difficilissime, fra la vita e la morte.  E’ anche un lavoro  molto dinamico che mi ha portato in tutti gli angoli del mondo. Le attività del nostro Ufficio non si svolgono soltanto nei paesi in stato di emergenza, ma anche in quelli dove si avverte il bisogno di migliorare l’applicazione delle norme internazionali riguardanti i diritti umani e la loro trasformazione  in leggi e pratiche coerenti. Per raggiungere questi obiettivi, sono necessarie tutte le componenti della vita politica e sociale, compresa la stampa che ha il grande e difficile ruolo di informare”

- Da dove comincia la lotta per i diritti umani?

“Da casa. Noi, come organizzazione, abbiamo il compito di sostenere i governi a fare di più, a sviluppare una cultura dei diritti umani. Dal 1988 occasione del 40mo anniversario della Dichiarazione Universale a oggi molto è stato fatto, ma molto c’è ancora da fare. Se penso che nell’87 non esisteva alcun ufficio dell’Alto Commissariato ai Diritti Umani ed oggi ne esistono 50 in tutte le parti del mondo!... Si affrontano rischi, è vero, perché da burocratico il nostro ufficio è diventato operativo, ma  questo conferma quanto sia fondamentale la capillarizzazione della nostra azione a livello di uffici paese o uffici regionali” 

- Che mondo vede davanti ai suoi occhi, in bianco e nero o a colori?

“A colori, se ciò è inteso in senso ottimistico. Si deve lavorare per renderlo migliore e tutti coloro che possono dovrebbero dare il proprio contributo verso questo obiettivo comune. Il punto di partenza è la responsabilità di migliorare le situazioni a livello locale in linea con le norme internazionali”

- Come?

“Rendendo efficace il sistema degli interventi sul “terreno”. E’ importante istituire, laddove non vi siano ancora, delle infrastrutture come delle commissioni nazionali per i diritti umani in grado di lavorare nel paese con leggi del paese. In Iraq, come pure in Afganistan, lavoriamo rispettivamente per creare o rafforzare la Commissione nazionale per i diritti umani.  Altre 64 commissioni nazionali indipendenti sono attive nel mondo.  Le Nazioni Unite, in questo, vanno sostenute nel loro impegno e contributo a cambiare, a migliorare la situazione. Diciamo che sono  uno strumento efficace soprattutto quando gli Stati membri dell’Organizzazione cooperano e fanno buon uso delle sue potenzialità” 

- L’Italia a che punto è?

“L’Italia ha una grande responsabilità nel settore diritti umani e contribuisce a varie attività del nostro Ufficio soprattutto quelle per la cooperazione tecnica in Paesi prioritari e attualmente sta considerando di istituire la sua Commissione Nazionale per i diritti umani”

- Ma Lei, si sente giuliese nel mondo o cittadino del mondo globalizzato?

“Io sono a tutti gli effetti un giuliese nel mondo. Sono legato alla mia terra, dove torno con piacere quando posso anche se lavoro a Ginevra e logisticamente vivo in Francia, a un tiro di schioppo. Per quanto cresciuti in un contesto internazionale, i miei due figli, Marco e Christopher, parlano l’italiano e amano l’Italia. Marco il più grande ha intrapreso l’Accademia dell’aeronautica di Pozzuoli dopo avere frequentato la scuola internazionale di Ginevra con studenti di oltre 80 nazionalità diverse per 13 anni...”.

- Se alla globalizzazione corrisponde una localizzazione, in quale misura e maniera una cittadina come la “sua” Giulianova può avere voce in capitolo nella conquista dei diritti umani?

“In qualsiasi maniera. Può anche assumere iniziative di importanza mondiale. Oggi c’è internet, un volano per lo sviluppo della comunicazione negli ultimi 10-15 anni. Anche Lei, scrivendo di queste problematiche, aiuta a prenderne coscienza, a farle conoscere. Ero anche qui due giorni dopo  il terremoto de L’Aquila. Mi chiedo, perché non fare dell’Aquila una Capitale dei diritti umani in Italia ? Lo dico da abruzzese: passare dalla tragedia all’inizio di una cosa nuova, che ci possa accomunare tutti. Dare a questa idea  una dimensione nazionale con forti legami in Europa come pure a livello internazionale: per esempio con il Master Europeo per i Diritti Umani a Venezia come pure con una futura Commissione Nazionale per i diritti umani e potenzialmente con il Gruppo Europeo e il comitato internazionale di Commissioni Nazionali. Una Commissione che si confronti con la realtà di ogni giorno in questo senso sarebbe un passo molto importante per il nostro Paese”.  

 

Chi è Gianni Magazzeni

Gianni Magazzeni è nato a Giulianova 51 anni fa, il 10 aprile 1958. Figlio di stimatissimi e conosciuti insegnanti, il compianto Emidio Magazzeni, autorevole poeta dialettale, e Renata Di Remigio, autrice di varie pubblicazioni. Diplomatosi in Scienze Politiche alla Scuola Superiore di Pisa (oggi Sant’Anna) con i più alti onori, ha conseguito con lode anche la Laurea in Scienze Politiche all’Università di Pisa prima di specializzarsi in relazioni internazionali nell’Università di Yale, negli Usa dopo un anno all’Università di Berna in Svizzera con una borsa del Ministero degli Affari Esteri. Oggi è Responsabile delle attività dell’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, a Ginevra, nelle Americhe, in Europa e Asia Centrale come pure per la sezione Istituzioni Nazionali e Meccanismi Regionali.

In precedenza, è stato Responsabile dell’Ufficio Diritti Umani nella missione delle Nazioni Unite per l’Iraq (2006/2007), Capo dei Gruppi geografici nel campo delle attività e dei programmi dell’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani (1998 – 2006), nel quale è stato anche Assistente speciale  del primo e secondo Alto Commissario dal 1994 al 1998. A Ginevra ha ricoperto la carica di Assistente Speciale del Sottosegretario Generale per i Diritti Umani (1991-1994), assistendo anche il Segretario Generale della Conferenza sui diritti umani tenutasi a Vienna nel 1993. La carriera di Gianni Magazzeni è iniziata subito con ruoli importanti e delicati. Dal 1984 al 1987 a New York, quale Funzionario-Assistente speciale del Sottosegretario Generale per gli Affari del Disarmo nel quartiere generale delle Nazioni Unite, e dal 1987 al 1991, a Ginevra, quale Funzionario degli Affari Politici nell’Ufficio del Direttore Generale e del Sottosegretario Generale per i Diritti Umani.    La sua scalata al vertice dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani è passata attraverso incarichi e missioni speciali per il Segretario Generale o per l’Alto Commissario per i Diritti Umani: nel 2005 in Kyrgyzstan/Uzbekistan; nel 2004 in Costa d’Avorio; nel 2000 in Cina/Tibet; nel 1995 in India/Kashmir e Cuba; nel 1994 in Randa, Burundi, FRY/Kosovo; nel 1993 in Liberia; nel 1993/1992 in Indonesia/East Timor.

 
 
 

 

 
 
 
 

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