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sociale 2015

 

Piccola Opera Charitas, cambia la protesta dei lavoratori ma restano i problemi

 
 

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GIULIANOVA, 11.12.2015 - Si è tenuta stamani, presso la Sala Trevisan della Piccola Opera Charitas, una conferenza stampa nel corso della quale i rappresentanti sindacali Alessandro Pompa della CISL, Elena Di Bonaventura della CGIL e il direttore sanitario Maria Antonietta Pompili, hanno illustrato le ragioni della crisi che investe la struttura creata negli anni '60 dal compianto Padre Serafino Colangeli e diventata, ad oggi, una struttura d’eccellenza sul territorio in materia di riabilitazione con autorizzazione ad operare anche in ambito sanitario, oltre che culturale grazie al Centro San Francesco. Quel che è venuto fuori dall'incontro è che il problema per lavoratori e ospiti della Poc resta, ma cambiano le forme e le situazioni della protesta. Il gazebo che stazionava come simbolo della presa di posizione dei dipendenti è stato rimosso solo per motivi logistici, in quanto il personale non riusciva più ad assicurare il servizio agli ospiti della struttura, ma la protesta continua mediante l’affissione, all’esterno dell'edificio, di comunicati che terranno aggiornata la cittadinanza circa gli sviluppi futuri.

 

La conseguenza immediata dello stato di crisi sarà la mancata corresponsione della tredicesima ai circa 150 dipendenti, non va dimenticato, tuttavia, che il problema è più ampio e nasce - secondo la ricostruzione della vicenda da parte degli intervenuti - dalla mancata riconversione da parte della Regione che, essendo commissariata, negli anni scorsi non ha adempiuto alla procedura di rimodulazione continuando a chiedere che la POC operasse con una certa tipologia di pazienti.

Adesso, ne conseguono due principali ragioni del precipitare della situazione: il pagamento delle rette va liquidato con i nuovi standard (ovvero stessi costi per la struttura, meno entrate) e lo stato di crisi non è più circoscritto all'esubero del personale ma si è allargato all’intera struttura.

 

Dopo aver ripercorso brevemente la storia della Piccola Opera Charitas, il direttore sanitario Pompili ha posto l’attenzione su quello che caratterizza la struttura e la rende diversa rispetto ad altre: l’aver abbracciato il concetto di riabilitazione a 360 gradi, una riabilitazione che non è solo psicofisica ma che guarda alla dignità della persona come primo obiettivo. Sotto questo aspetto, anche l’utilizzo della terapia occupazionale nei laboratori ha una sua funzione.

 

Sarà un bel guazzabuglio, a questo punto, dipanare la matassa di fronte alle cifre che pendono come spada di Damocle sulla Piccola Opera Charitas, che lamenta crediti per 1.650.000 euro dai Comuni e 1.000.000 dalla ASL per il solo anno 2015.

Diversi milioni da parte della ASL sono  oggetto di contenzioso, un primo taglio del budget di circa il 24% era avvenuto nel 2008, data a partire dalla quale doveva iniziare la rimodulazione dei setting assistenziali e non avvenuta in quanto la Regione era commissariata. A partire dal 2013, inoltre, ogni anno le entrate sono diminuite del 5%. Difficile capire come se ne esca ma certo nessuna, tra le istituzioni interessate, può far finta di niente e deve corciarsi le maniche per non buttare a mare una struttura, con personale e ospiti, unica nel suo genere e imprescindibile nelle sue funzioni. Non soltanto per Giulianova.

Nella conferenza stampa dei rappresentanti sindacali aziendali presso la Sala Trevisan spiegate oggi le ragioni dello stato di crisi

 
 

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