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Le interviste da New York

 

Enzo Delle Monache, l'ingegnere che vende libri con il caffè

 

NEW YORK, 18.1.2014  - Enzo Delle Monache, da Teramo, 45enne ingegnere elettronico, è il protagonista di un tourbillon avvincente di episodi attraversati nella vita. Fa il cameriere per contribuire alle spese durante gli studi universitari, e dopo la laurea insegna Robotica presso l’ITS di Teramo.

La carriera accademica era però destinata a restare una dolce e magica parentesi della sua storia professionale. Consapevole che per dar forza ai suoi sogni di internazionalizzazione fosse indispensabile la conoscenza della lingua inglese, prese il primo aereo e andò a Londra dove studiò per 3 mesi in due diversi College.

Dopo un inizio lavorativo con la SEA di Teramo, conquistò la fiducia di uno scaltro imprenditore vicentino, per il quale gestì la rete commerciale in tutta Europa nella vendita di Trasformatori di potenza.

“È stata una esperienza grandiosa” dice oggi Delle Monache: “per un figlio di contadini abruzzesi, destinato ad un futuro delimitato dal Gran Sasso da una parte e dall’Adriatico dall’altra, guardare il mondo dai grattacieli di Dubai o dalle umide campagne di Birmingham era assolutamente uno sviluppo inaspettato”.

“Poco dopo ho conosciuto la Siemens con ufficio a Roma e a Milano”, e con Siemens arriva la maturità professionale, l’acquisizione di una cultura fatta di sostanza, serietà e di efficienza. 

“Il passaggio in Edf (Electricitè de France)”, dice Enzo, ”è stato dolce e necessario, gli orizzonti si sono ulteriormente ampliati e la cultura francese ha arricchito ulteriormente la mia poliedrica visione della vita”

Quando chiediamo all’ingegnere cosa gli è rimasto dell’esperienza nelle Relazioni Istituzionali di EdF in Italia, il teramano risponde: “Semmai non mi fosse chiaro che la realtà muta al variare dei punti di osservazione, gli anni trascorsi nei direttivi della Confindustria me lo hanno scolpito a fuoco nella mente. Quell’esperienza mi ha permesso di guardare dietro le quinte e di capire che quasi mai le cose sono come sembrano”.

”Poi, un giorno, mia moglie mi riferì che mio figlio di tre anni quando andava a dormire metteva il cellulare (quello in cui sentiva la mia voce) sopra il cuscino e, dandogli un bacetto, diceva “Ninna papà”. Fu la scintilla che stava attendendo. “Si, fu lampante che quello dove stavo non era più il mio posto, e così me ne sono tornato alla mia Teramo. Ho chiuso con i viaggi, con gli alberghi, gli aeroporti, con le costose cene con persone sempre diverse, insomma con tutto quello che per 15 anni aveva riempito la mia vita ed alimentato il mio bisogno di adrenalina”.

Durante tutti questi anni in giro per l’Europa, l’ingegnere però non ha mai trascurato un suo stranissimo ed insolito hobby, quello di cercare ed acquistare vecchi ruderi, vecchie case diroccate (sette n.d.r.), godendo del piacere di restituire loro nuova vita.

Tornato a Teramo, ha cercato nuove sfide: Consulente Commerciale, Business Developer in outsourcing, Energy Manager, poi l’idea del bar. Una idea che da tanto frullava nella sua mente, da quando diversi anni prima era iniziato il corteggiamento reciproco con la divisione “non oil” di ENI. E così diventa titolare dell’Eni Cafè situato alle porte della città, sulla strada principale, dove imposta sin da subito la sua visione della vita sostituendo le Slot Machine con un angolo “Libri”.

“Chi vuoi che compri libri in una stazione di servizio? Tieni le Slot che garantiscono un introito sicuro” si sentì dire sin dal primo giorno, però l’ingegnere fu irremovibile e quell’angolo si arricchisce ogni mese di nuove proposte letterarie. Sempre autori abruzzesi, sempre cultura ed amore per la propria terra.

Straordinaria, rutilante, vulcanica la vita del giovane ingegnere teramano, non c’è che dire. Con la sua esaltante parola e la sua espressiva penna abbiamo avuto il piacere di seguirlo nella sua Odissea, degna di tante pagine del libro edito dalla Artemia edizioni.

 

Quando decise di lasciare Teramo per altre fette del mondo?

Forse il desiderio di guardare il mondo da altre prospettive era dentro di me da sempre. Magari non lo sapevo, ma quello era il mio destino già da quando a 14 anni supplicai papà di lasciarmi andare a fare le “stagioni” nelle stazioni balneari

 

Che cosa le ha insegnato il “girotondo” tra i vari Stati europei: Emirati Arabi, Grecia ed oltre?

Mi hanno insegnato a guardare i problemi dalle diverse angolazioni. Mi hanno insegnato che non esiste solo il mio punto di vista e che questo, spesso, oltre a non essere l’unico non è nemmeno il più esatto

 

Quali sono gli ingredienti principali per un valido ingegnere elettronico ?

La caratteristica principale che un ingegnere deve avere è la capacità di analisi, la formazione mentale che consente di frazionare un problema apparentemente enorme in problemi di ordine inferiore, e come tali facilmente e singolarmente affrontabili

 

Lei ha compiuto altresi’ cambi di posizioni con la Siemens con ufficio a Roma e Milano. Il suo passaggio in “Electricitè de France” le ha dato maggior spinta al successo?

Non ho mai pensato alle mie evoluzioni professionali in questi termini, ho piuttosto sempre sentito che ogni cambiamento mi apriva nuove opportunità di apprendimento, sentivo che mi rimettevo in gioco e che le nuove sfide mi facevano sentire vivo

 

La chiave del suo successo?

Successo? Io sono un uomo di successo? Si, lo sono! Ma in una accezione molto intimistica. Io sento di aver guidato bene la mia vita fino ad adesso, mi piace l’uomo che sto diventando e questo fa si che io possa vedere la mia vita come una vita di successo. Quale ne è stata la chiave? L’amore. Io ho fatto tutto con amore. Ho fatto le mie scelte prendendomi cura del prossimo e cercando di dare alle mie scelte sempre un sapore di buono

 

Ha un hobby?

Ne ho tanti. Io amo tante cose. Suono la fisarmonica, vado a cavallo, scrivo ininterrottamente, compro case diroccate, parlo senza risparmiarmi, curo la mia cantina: ne bevo il vino con passione

 

Ama l’azzardo?

No. non ho mai azzardato niente nella mia vita. Anche le scelte apparentemente più inspiegabili hanno sempre avuto dietro un coacervo di riflessioni e di valutazioni. Poi è chiaro che il rischio, contenuto in ogni scelta mi piace, mi eccita e mi fa sentire vivo. Ma non ho mai fatto scelte che non fossero state prima abbondantemente studiate. Così è anche più bello sbagliare!

 

È vero che si darà alla politica?

Non lo so. Mi piacerebbe tanto però. Mi piacerebbe soprattutto la sfida che una tale scelta porterebbe dentro. Ho basato la mia vita su un comportamento etico estremamente esigente e sarebbe avvincente provare a dimostrare che si può “rappresentare” una comunità restando fedeli a questi principi. Si, sarebbe sicuramente una sfida che mi troverebbe determinato ed entusiasta

 

Cosa più l’esalta?

Le sfide. Mi fanno sentire vivo

 

Che c’è in lei di abruzzese?

Forse la forza e la determinazione tipica dei montanari. Forse la visione del mondo naturale in chi è abituato ad avere di fronte un orizzonte ampio ed illimitato

 

Rifarebbe tutto quel che ha fatto?

Tutto. Si, rifarei tutto quello che ho fatto. Forse alcune cose le rifarei con maggior consapevolezza. Si, questo mi piacerebbe: sento che di alcuni passaggi non sono stato bravo a cogliere i sapori fino in fondo. e questo mi dispiace

 

Lei crede nel destino?

No, affatto. Noi siamo gli artefici del nostro destino fino in fondo. non esiste la fortuna e non esiste la sfortuna. Nella vita niente è impossibile. Bisogna solo capire cosa si vuole davvero fare e che prezzo si è disposti a pagare per farlo

 

Le piace sentir suonare le trombe del successo?

No, non le ho mai sentite perché ho sempre vissuto i miei successi come il punto di partenza verso una nuova avventura. E credo davvero che questo sia l’unico modo corretto di vivere un traguardo

 

Quali sono le sue fonti di ispirazione?

Mio padre. Si, mio padre è stato l’icona che ha ispirato tutte le mie scelte e le mie valutazioni. Più o meno consapevolmente so di aver sempre pensato: “cosa farebbe papà in questa situazione?”

 

Il più incorreggibile difetto degli italiani?

La superficialità. A tutti i livelli ciò che rende fallimentare una iniziativa è la mancanza di serietà e di predisposizione al sacrificio

 

La loro più bella virtù?

Lo spirito di adattamento e la flessibilità. Caratteristiche, forse, nate dalla Storia stessa del nostro popolo che ha dovuto imparare a sopravvivere in tutte le condizioni

 

Le chiedo ”Gran Sasso”, lei risponde?...

Casa

 

Il piatto preferito?

Quello condiviso con chi si ama

 

Chi è Enzo Delle Monache?

Un sognatore che è disposto a pagare per restare coerente a se stesso

 

LINO MANOCCHIA

di Lino Manocchia
 
 

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