SERIE B
Pescara narcisista, Lanciano
mai banale
Il
Pescara che si fa
umiliare per 5-2 a
Vercelli fa rumore,
molto rumore. E pone
interrogativi ai quali
resta difficile dare
risposte...scientifiche.
Va bene gli infortuni,
va bene la prolungata
assenza di Campagnaro
(che non può spiegare da
sola le 16 reti subite
nel girone di ritorno)
e, quella occasionale di
Lapadula (che, in ogni
caso, non ha inciso sui
meccanismi di gioco che
hanno portato ugualmente
due volte al goal al
"Piola"), va bene la
naturale flessione
fisiologica, ma qui si
sconfina nella
psicanalisi. In effetti,
lascia di stucco che,
nell'arco non positivo
delle ultime sei
giornate, il Pescara
abbia confezionato l'ora
più bella del campionato
a Cagliari ed altri
spezzoni di partita dal
gioco nobile. Il
problema è che ha
smarrito d'incanto, come
staccando la corrente
pigiando l'interruttore,
la dovuta "cattiveria",
la capacità di mordere
l'erba. Narcisismo?
Caratteristiche tecniche
individuali rapportate
al collettivo? Una
costante, ci pare di
ricordare, anche del
passato. Chissà che il
fattore estetico, a cui
Oddo è sensibile ma
cercando di abbinarlo a
quello caratteriale e
agonistico, non si
riveli un effetto
boomerang quando si
smarriscono intensità e
concentrazione...
Il
Lanciano invece
sembra avere imboccato
la strada giusta verso
la salvezza. Dall'arrivo
di Primo Maragliulo
quattro vittorie, un
pareggio e una
sconfitta, pari a 13
punti. Passo da
promozione, ma intanto
uscita dalla zona play
out. Abbiamo espresso
preoccupazione per lo
sfiorire dell'empatia
creatasi negli anni tra
i Maio e D'Aversa, di
quel legame di amicizia
che aveva fatto la
fortuna dei rossoneri. E
se proprio il rapporto
di amicizia tra D'Aversa
e la squadra ha prodotto
risultati da
retrocessione a causa di
un allentamento della
tensione interna? Il
calcio è affascinante
anche perchè pone questi
dilemmi. Sta di fatto
che il Lanciano sembra
avere ritrovato, oltre
ai risultati e a una
maggiore solidità
difensiva, una palpabile
capacità di prodezze
individuali e di
squadra. Basta rivedere
i suoi goal, tutti
decisivi, compreso
quello della vittoria
sul Brescia: mai banali,
da cineteca, magari dopo
avere sprecato occasioni
più facili. Segno della
convinzione di poter
riuscire comunque a
dipanare la matassa
finchè la partita non è
chiusa.
Parentesi: la
Salernitana ha sbancato
Cesena. Risultato
favorevole al Pescara,
che ha nel Cesena una
concorrente alla
promozione, ma poco
favorevole al Lanciano,
che ha nei granata una
diretta concorrente alla
salvezza. Una
spruzzatina di pepe in
più sullo scontro
diretto di sabato
prossimo all'Arechi. Lì,
sì, ci vorrà il miglior
Lanciano.
LEGA PRO
Teramo
insipido, L'Aquila mezza
vittoria
Il Teramo non è
andato oltre un timido e
inespressivo pareggio a
Prato, seguito a quello
interno più adrenalitico
con la Maceratese e la
sconfitta di Aprilia.
Dai biancorossi era
lecito attendersi una
accelerazione anche
fuori casa dopo la
spinta verso la zona
play off procurata dalla
restituzione dei tre
punti dalla Corte
Federale d'Appello sul
caso Dirty Soccer.
Invece... Una
soddisfazione è però
arrivata: il pallone
d'oro a Vincenzo
Vivarini come migliore
allenatore di Lega Pro
per la stagione 2014/15.
Già, quella della
promozione in Serie B
sul campo, revocata poi
per il caso Savona.
Vedrete, Vivarini in
Serie B ci arriverà lo
stesso, è nelle sue
corde.
L'Aquila,
passando in vantaggio
grazie all'immancabile
Sandomenico, si era
illusa di poter ribadire
a Carrara la sua
ritrovata identità da
trasferta. Poi è andata
come è andata, con la
vittoria in rimonta dei
"marmorei". Una mezza
vittoria i rossoblù
l'hanno ottenuta in sede
di Corte Federale, con
la restituzione di 7 dei
14 punti di
penalizzazione. Per
intanto, è servito a
scavalcare la zona play
out. Non è poco.
SERIE
D
San Nicolò, Avezzano,
Chieti, Amiternina e Giulianova
zero punti
Il San Nicolò
continua a viaggiare
sulle montagne russe:
appena reduce dal 5-1
inflitto al Giulianova,
si è fatto impallinare
(3-0) da un Fano
sicuramente meglio
attrezzato ma negli
ultimi tempi poco
prolifico. E' la
caratteristica dei
teramani di Epifani, da
un po' di tempo a questa
parte. Consola solo il
ruolo di capofila delle
abruzzesi del girone F.
Vice del San Nicolò
rimane il Chieti
che non ha voluto essere
da meno: anche i
neroverdi, palesando
qualche segno di
nervosismo di troppo,
si sono arresi al
Matelica con lo stesso
risultato di 3-0,
griffato dall'ex
Vittorio Esposito. Per
Marino prima sconfitta
da quando ha sostituito
Ronci in panchina.
L'Avezzano
di Lucarelli è invece
incappato, a Pesaro,
nella sconfitta in
facendo sorpassare dalla
formazione marchigiana,
sempre più protesa verso
zone più tranquille dopo
essere stata giù in
fondo. Il mercato di
gennaio, evidentemente,
ha modificato i rapporti
di forza
Il 30 marzo, giorno in
cui è stato deciso i
giocare su richiesta dei
marsicani, l'Avezzano
ospiterà il derby con il
Giulianova. I
biancoverdi non potranno
permettersi passi falsi
per non ritrovarsi
invischiati nella zona
play out (e nel vortice
delle contestazioni), i
giallorossi devono ad
ogni costo fare punti
dopo la sconfitta,
seppure immeritata, con
la Sambenedettese al
Fadini che, in ultima
posizione, li ha fatti
distanziare a 7 punti
almeno dalla
zona-spareggi per la
salvezza. Ma al
Giulianova niente capita
per caso, se in queste
ore si sta giocando una
partita parallela più
importante: il futuro
della società.
Anche l'Amiternina
è nella stessa
condizione del
Giulianova di dovere
recuperare terreno - ma
5 punti non 7 - verso la
zona play per effetto
della dolente sconfitta
interna nello scontro
diretto con l'Agnonese
dell'ex tecnico del
Giulianova Di Meo. Gli
aquilani hanno
vigorosamente contestato
i direttori di gara per
i presunti fuorigioco in
due dei tre goal segnati
dei molisani. Anche la
difesa, però... |