www.giulianovailbelvedere.it, sede legale a Giulianova (Te), Viale dello Splendore 12/a
@CONTATTI
 
Numero 8 - Giugno
 
il profilo

 

 

Giuliese, Laura Di Sante è nata il 15 aprile 1987 a Sant’Omero e vive ad Ancona da quando vi ha iniziato il suo percorso formativo e professionale. Il 29 giugno 2019, praticamente un anno fa, si è sposata con un abruzzese, Massimiliano Cibelli (con lei nella foto), al Santuario della Madonna dello Splendore a Giulianova.

 

Nel Luglio 2006 ha conseguito il Diploma di maturità scientifica presso il Liceo Scientifico "M. Curie" Giulianova con il massimo dei voti, e nel Novembre 2010 la Laurea Triennale in Scienze Biologiche presso l'Università Politecnica delle Marche alla quale è seguita, nel Luglio 2013, con il voto di 110/110 cum laude, la Laurea Magistrale in Biologia Marina, con una tesi svolta nel campo della Microbiologia, presso la stessa Università che è diventata la sua "casa" formativa e professionale.

Da Novembre 2013 a Marzo 2017, vi ha conseguito, con giudizio Eccellente, il Dottorato di ricerca (Ph.D.) in Scienze della Vita e dell’Ambiente curriculum Scienze Biomolecolari, con una tesi di dottorato nel campo della Microbiologia, e da Gennaio 2018 ad oggi vi opera come Assegnista di ricerca presso il laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, Facoltà di Medicina e Chirurgia.

 

Fuori dal lavoro, Laura ama trascorrere le domeniche con la famiglia e il tempo che può con la nipotina Aurora di tre anni «la cui nascita - dice- è stato uno dei giorni più intensi e belli della mia vita». In cima ai suoi hobby, la lettura, in particolare i romanzi gialli e le crime story. Donato Carrisi e Agatha Christie gli autori preferiti.

 
 
Numeri precedenti
Fabrizio Ferri sulla rotta del successo nel Pacifico
Beatrice Robuffo, salire la Scala a suon di musica
Massimiliano Di Silvestre, un giuliese alla guida della BMW
Jacopo Barnabei, a passo veloce in Cina con le scarpe Tod's
Niko Gentile, ingegnere della luce al Parlamento di Svezia
Patrizia Casaccia, prima della classe in Neurologia e Genetica
Armando Giannattasio tra i cristalli e le note di Shanghai
 
ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2020

 

di Ludovico Raimondi
 
Biologa al Laboratorio Virologia di Ancona
Laura Di Sante in prima linea nella lotta al coronavirus
 

 

giugno 2020 - Laura Di Sante è la giovane ricercatrice giuliese che,  all'inquietante insorgere dell'emergenza epidemiologica del coronavirus, all'inizio del marzo scorso balzò agli onori della cronaca per avere isolato il virus SARS CoV-2, insieme alla collega Sara Caucci, presso il laboratorio di Virologia Ospedali Riuniti “Torrette” di Ancona, dove svolge la sua attività di ricerca come Assegnista della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Politecnica delle Marche.

La quarantena degli ultimi tre mesi ha contribuito a rendere difficile il contatto immediato con Laura al fine di conoscerla meglio all'epoca della scoperta, anche se www.giulianovailbelvedere.it  pubblicò il giusto e puntuale tributo che a lei riservò la Commissione Pari Opportunità di Giulianova (clicca qui).

Appena l'opportunità si è presentata, grazie ad un amico comune, la nostra rubrica non si è lasciata sfuggire l'occasione di dedicare un numero aggiunto di giugno alla scienziata che, per la distanza di poco più di 100 chilometri tra Giulianova e la sua città di adozione, risulta  la "Giuliese nel mondo" più vicina finora intervistata.

Laura ci ha spontaneamente dato l'impressione d' na caroccj' d' na vodd', di una ragazza di una volta, vecchio stampo, intendendo, per definizione convenzionale, una giovane non solo capace da un punto di vista professionale ma anche semplice, affabile, estremamente disponibile, dai valori umani e relazionali solidi.

Insomma, un'altra bella persona e una figura di eccellenza che Giulianova e il Liceo Scientifico "M. Curie" hanno saputo lanciare con fierezza fuori dai propri stretti confini.

 

 

Laura Di Sante con la dr.ssa Sara Caucci, collega con la quale ha condiviso la ricerca sul coronavirus, in una foto pubblicata da Il Resto del Carlino delle Marche

 

- Laura, partiamo dall'isolamento del virus SARS CoV-2 che ti ha fatto conoscere insieme alla tua collega Sara Caucci. Puoi spiegare alla gente comune cosa significa isolare un virus?

 

Erano i primi di marzo quando, nel laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti di Ancona, dove io e la mia collega Sara Caucci svolgiamo la nostra attività di ricerca, ci rendemmo conto di essere riuscite ad isolare il coronavirus. Avevamo, infatti, potuto constatare al microscopio l’effetto citopatico, e cioè la distruzione della membrana plasmatica delle cellule che tenevamo in coltura e che avevamo provato ad infettare col virus un paio di giorni prima nel tentativo di isolarlo. Nei giorni successivi abbiamo, poi, verificato dal punto di vista molecolare che l’isolamento era effettivamente avvenuto e quindi che il virus si era isolato e moltiplicato sulle colture cellulari.

 

- Si può affermare, quindi, che l'isolamento sia il preludio alla scoperta del vaccino?

 

Avere un virus isolato è un punto di partenza imprescindibile perché permette di averlo in grandi quantità consentendo di svolgere attività come la sperimentazione di farmaci che nell’ambito di questa emergenza epidemiologica risulta fondamentale. Inoltre, l’isolamento del virus rende più semplice il suo sequenziamento, e cioè conoscere il suo intero codice genetico per avere molte informazioni rispetto al vaccino che potrà essere prodotto poiché terrà conto della variabilità genetica che deriva dal confronto con la moltitudine di sequenze degli isolati disponibili in banca dati.

 

- Quali passi avanti avete fatto in questo arco di tempo nella vostra ricerca?

 

Di cose ne stiamo facendo tante avvalendoci anche della collaborazione di diversi team di ricerca dell’Università Politecnica delle Marche, di cui anche io e Sara facciamo parte. Infatti, è stato possibile sequenziare già più di dieci genomi di virus isolati nel nostro laboratorio, fotografarlo al microscopio elettronico e, attualmente, sono in sperimentazione alcuni farmaci e molecole per valutare l’efficacia contro SARS CoV-2.

 

 

(da sinistra) Laura, tra la sorella Marta Di Sante, ingegnere e ricercatrice universitaria, e la mamma, Anna Di Giovanni, insegnante in pensione, il giorno della sua laurea magistrale in Biologia Marina nel luglio 2013

 

 

- C’è ottimismo circa la brevità dei tempi di pervenire alla scoperta del tanto atteso vaccino o la battaglia contro il coronavirus si può vincere con una cura adeguata, magari tra le varie in  sperimentazione?

 

Personalmente, penso che la lotta al coronavirus sia una battaglia che dobbiamo sperare di vincere al più presto. Trovare farmaci efficaci, vecchi o nuovi, in grado di contrastare gli effetti che questa infezione virale determina, è un modo per cercare di “tamponare” nell’attesa di un vaccino che tutti speriamo possa essere disponibile nel più breve tempo possibile.

 

- Nel frattempo, è prevedibile una recrudescenza della pandemia, seppure con ceppo modificato?

 

Una recrudescenza della pandemia può dipendere da diversi fattori e, pertanto, è difficile da prevedere. Tuttavia, il sequenziamento genomico del virus a livello globale ha consentito di conoscere l’intero codice genetico del Coronavirus e quindi di seguirne l’eventuale evoluzione e variabilità. Questa è un’opportunità di riflessione molto importante per tutto il mondo scientifico poiché racchiude in sé informazioni preziose che saranno utili non solo per mettere a punto un vaccino ma anche per fare previsioni circa la possibilità del riacutizzarsi dei contagi al termine della stagione estiva e con il ritorno della stagione autunnale/invernale.

 

- Ora che il peggio sembra alle spalle, potresti racchiudere in tre parole-chiave l’eredità umana, sociale e scientifica che lascia questa esperienza?

 

Compito non semplice questo! Allora direi nell’ordine: legami, perché questa pandemia mi ha fatto capire ancora di più cosa vuol dire vivere distanti dai propri cari e dalla propria famiglia; consapevolezza, perché ora più che mai è importante mantenere un atteggiamento consapevole e coscienzioso per dare tutti una mano nella lotta contro questa pandemia globale; ricerca scientifica, perché, da ricercatrice quale sono, penso che abbia un valore insostituibile specialmente in momenti come quello che stiamo vivendo: senza la ricerca non c’è futuro perché funge da motore per il progresso dell’umanità. Per citare il chimico e microbiologo francese Louis Pasteur, “la conoscenza è patrimonio dell'umanità, la fiaccola che illumina il mondo”.

 

- Grazie ai sindacati delle Marche è venuto alla luce anche il problema della precarietà e della inadeguata remunerazione del vostro lavoro di scienziate. Come stanno attualmente le cose?

 

Attualmente ricopro il ruolo di assegnista di ricerca, una figura universitaria precaria. Sicuramente l’importanza del lavoro che svolgo è per me uno stimolo a fare sempre di più, sempre meglio e a superare i miei limiti ma l’assenza di certezza del futuro è essa stessa un limite perché mi costringe, inevitabilmente, a stare sempre sui carboni ardenti e mi impedisce di procedere come vorrei con la mia vita personale e lavorativa. Oggi puoi fare ricerca, domani chissà…

 

 

 

Laura il giorno della consegna dei diplomi di dottorato di ricerca, in compagnia degli amici e colleghi, il Dott. Gianluca Morroni e la Dott.ssa Emanuela Marini

 

- Si parla di cervelli in fuga all’estero, ma il vostro esempio può incoraggiare ad avere fiducia anche nella meritocrazia e nel buon lavoro in Italia?

 

Difficile avere fiducia, per me… Sicuramente l’Italia è un ottimo incubatore di cervelli ma il mio esempio, come anche quello della mia collega Sara e di molti ricercatori precari come noi, dimostra che fare ricerca nel nostro paese e dedicarle gran parte del nostro tempo investendo i nostri anni migliori non concede grosse ricompense se non quelle morali e personali.

 

- Come e quando è nata in te la “mission” nella scienza?

 

Ho sempre avuto una maggiore predisposizione per le materie scientifiche e fin da bambina ho sviluppato la passione per la biologia, ne ero affascinata. Per questo, dopo la maturità conseguita al Liceo scientifico Marie Curie di Giulianova, mi sono iscritta a Scienze Biologiche qui ad Ancona e nella stessa università ho conseguito la laurea magistrale in Biologia marina e un dottorato di ricerca in Scienze della Vita e dell’Ambiente. Ho praticamente votato la mia vita alla biologia!

 

- Qual è il tuo sogno personale e professionale nel cassetto?

 

Il mio sogno professionale è molto semplice ma allo stesso tempo molto difficile da realizzare: trovare un lavoro stabile che mi permetta di fare quello per cui ho studiato da tutta la vita. Da questo sogno professionale dipende quello personale: poter mettere su famiglia con Massimiliano, abruzzese anche lui, che ho sposato un anno fa, il 29 Giugno 2019, dopo 15 di fidanzamento. Ci siamo innamorati proprio sui banchi del Liceo Curie di Giulianova!

 

- Ancona è distante poco più di 100 chilometri da Giulianova. Avrai sicuramente modo di tornare spesso nella tua città d'origine...

 

Io e Massimiliano viviamo ad Ancona da ormai 13-14 anni. Io mi ci sono trasferita per studiare e laurearmi e vi sono rimasta per conseguire il dottorato di ricerca al quale sono succeduti gli assegni di ricerca all’Università. Sì, riusciamo a tornare “a casa” a trovare le nostre famiglie, almeno una volta al mese. Giulianova sarà per me sempre CASA. A Giulianova Paese c’è la casa della mia famiglia, dove vive ancora mia madre e dove ho vissuto la prima parte della mia vita. Il mio legame con la nostra città non finirà mai. Giulianova è il mio porto sicuro, quello dove torno tutte le festività e dove trascorro le mie vacanze estive.

 

- Se ti dico Cupola di San Flaviano, cosa ti viene in mente d’acchito?

 

Mi vengono in mente il buon Don Domenico Panetta, il 22 d’aprile e la corsa dei cavalli, il belvedere con la sua vista mozzafiato sul mare e “il monumento”. Penso ai simboli di Giulianova e a tutto quello che caratterizza la nostra bella cittadina.

 
(foto poste a disposizione da Laura Di Sante, che ringraziamo)
 

  Testata giornalistica iscritta al n° 519 del 22/09/2004 del Registro della Stampa del tribunale di Teramo