MOSCIANO SANT'ANGELO,
16.9.2019 - Ha
ragione il Dr. Fagnano, a cui facciamo i ns.
auguri per il prestigioso incarico ricevuto, a
lamentare un’evidente difficoltà decisionale
della “politica teramana” in merito alla
riorganizzazione della rete ospedaliera ed ha
altrettanto ragione nell’ammettere che
l’argomento forse non sia stato oggetto di una
sufficiente informazione.
Fatto sta che la
discussione sul futuro della rete ospedaliera
della Provincia di Teramo anziché approdare ad
una scelta definitiva su dove localizzare
l’Ospedale UNICO Provinciale di I° livello (con
specialità di II° livello che la “politica”
dovrebbe impegnarsi ad ottenere in deroga)
ritorna in alto mare riproponendo e attardandosi
su argomenti “di campanile” che sembravano ormai
superati da tempo.
Giova allora ricordare
che il D.M.n°70/2015 detta i principi ed i
parametri per riorganizzare un sistema sanitario
moderno, efficiente ed economicamente
sostenibile che garantisca la migliore qualità e
sicurezza per la cura della salute dei
cittadini; questo Decreto, valido per tutta
l’Italia, costituisce la cornice entro cui le
Regioni elaborano il proprio Piano Sanitario da
sottoporre all’approvazione del Ministero della
Salute. L’organizzazione della sanità nelle
Regioni si basa sulla rete ospedaliera (sulla
base di bacini di utenza) e sui servizi sanitari
territoriali, con programmi di ospedalizzazione
domiciliare, centri di comunità/poliambulatori,
strutture di ricovero nel territorio….etc.
Per quanto riguarda
gli ospedali sono previste 3 tipologie con
differente dotazione di reparti:
1. Presidio
Ospedaliero di Base per bacino di utenza di
80.000/150.000 abitanti ; (per densità)
2. Presidio
Ospedaliero di I° livello per bacino “di
150.000/300.000 abitanti;“
3. Presidio
Ospedaliero di II° livello per bacino “ di
600.000/1.200.000 abitanti.“
La Provincia di Teramo
conta ca 308.000 abitanti (densità 159/kmq
contro 199/Kmq di media nazionale) per cui,
tenendo conto sia della densità della
popolazione, sia di una parte inevitabile di
mobilità passiva (verso Pescara e le Marche) sia
dell’incremento della popolazione sulla costa
nei mesi estivi, è coerente prevedere 1 ospedale
di I° livello e 1 ospedale di Base oltre alle
summenzionate strutture sanitarie territoriali,
anche di ricovero, fino a un complessivo di ca
900/1000 posti letto (su un max di 1.140).
Il Documento di
Programmazione 2015/2017 elaborato dalla Asl di
Teramo è un altro documento fondamentale per
avere un quadro dettagliato dello stato degli
ospedali attuali, dei lavori di adeguamento di
cui necessitano, dei costi di gestione, della
sostenibilità economica e della possibilità di
elevare l’efficienza e la qualità dell’offerta
sanitaria razionalizzando la rete ospedaliera
con l’accorpamento di 3 degli attuali ospedali.
Questi sono i dati che
la “politica” dovrebbe conoscere e su cui
fondare le scelte in modo serio, con buon senso
e logica razionale, tenendo ben presente che non
si tratta di contendersi un vantaggio economico,
ma di assumere una decisione fondamentale che,
almeno per i prossimi 70 anni, inciderà sulla
qualità della cura della salute, e quindi anche
sulla vita e la morte, di tutti i cittadini
della Provincia di Teramo.
C’è urgente bisogno di
un’assunzione di responsabilità da parte di
tutti i rappresentanti politici ed
istituzionali:
1. dei Sindaci che
devono superare il timore di perdere una
struttura sul proprio territorio (tra l’altro
inevitabile) se, a distanza di pochi chilometri,
possono offrire ai propri concittadini un grande
ospedale attrezzato, efficiente e moderno in cui
ricevere le migliori cure;
2. della Provincia
che, rappresentando il territorio nel suo
complesso, dovrebbe finire di nascondersi ed
esprimere la propria posizione sull’argomento
per poi coordinare, insieme alla ASL, momenti di
informazione e di confronto con gli altri
soggetti istituzionali.
3. della Regione che,
pilatescamente, ha redatto un Piano Sanitario
Regionale che per la provincia di Teramo ha
“fotografato” le caratteristiche dei 4 ospedali
esistenti senza però dire quanti e quali saranno
previsti nella futura riorganizzazione
sanitaria, ben sapendo che solo 2 (un I° livello
e un ospedale di base) trovano capienza nei
parametri di bacini di utenza previsti dal D.M.70/2015.
Nelle vicine Marche,
per la Provincia di Ascoli il medesimo problema
è stato risolto, in modo pragmatico e razionale,
prevedendo di accorpare l’ospedale di Ascoli e
quello di S.Benedetto in un nuovo ospedale di I°
livello da costruire a Castel di Lama/Monteprandone.
Questo dovrebbe servire da esempio e, nel
contempo, preoccuparci perché sarà un ospedale
in concorrenza con quelli teramani soprattutto
se lo realizzeranno prima di noi.
La Politica cominci a
comportarsi da “classe dirigente”, si assuma la
responsabilità di scelte giuste anche con
l’onere di spiegarle ai propri elettori;
intraprenda subito un confronto unitario con la
Regione e con L’Aquila per ottenere se non
l’ospedale di II° livello, almeno parte delle
specialità in esso previste (ad es. la
neurochirurgia), prima che sia troppo tardi!
Rimane sul tavolo la
nostra proposta(concreta e verificata in tutti
gli aspetti) di costruire l’Ospedale Provinciale
a Mosciano Stazione vicino al casello della A14
e all’uscita della Teramo-Mare. Sarebbe la
soluzione più logica!
Molto più economica (ca
40 milioni in meno),e più sicura (territorio con
rischio sismico più basso);
baricentrica rispetto
al bacino di utenza (il 65/70% dei cittadini
risiedono sulla costa e sulla prima fascia
collinare;
rapidamente
raggiungibile da tutti (anche da Silvi, Pineto,Roseto,
Martinsicuro…) perché al centro della viabilità
provinciale e a soli 4 minuti da Piano D’Accio;
non penalizza nessuno
e, agevolando l’utilizzo da parte dei cittadini,
automaticamente può favorire lo sviluppo
quantitativo e qualitativo dell’Ospedale stesso
per il futuro.
Il sito proposto ha le
potenzialità per ampliamenti futuri.
Se esistono
opzioni ancor più valide…..benissimo, ma vanno
dimostrate!! |