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I RICORDI

di Lino Manocchia

 

giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

 

INTERVISTE ESCLUSIVE DEL PUGILATO CHE FU…

Il settimanale “Boxe Match Sport” (nella foto una copertina) negli anni ’60-’70  era  l’abbecedario pugilistico di mezzo mondo e non temeva la competizione dell’omologo e noto “Boxe Ring” degli Usa. “La Bibbia”  italiana dell'epopea del pugilato non si lasciava sfuggire i grossi calibri della disciplina sportiva. Lino Manocchia curava la rubrica "20 domande a...". In questo numero un altro "paisà" amato in America, dove prese la cittadinanza e mise su famiglia nel 1951.

 

Livio Minelli, campione di coraggio

 

NEW YORK, 22.4.2015 La vita del campione di pugilato Livio Minelli, nato in quel di Bergamo l'11 febbraio 1926 ed emigrato in America con altri compagni d’armi guidati dal manager Carmine Tarantino, si è conclusa tre anni orsono in una “Casa per anziani” di Goshen, N.Y., località nella quale, appesi i guantoni, aveva aperto e gestito il ristorante “Chez George”. Minelli si è spento il 4 febbraio 2012, all’età di 86 anni, tanti quanti gli incontri disputati nella sua carriera di pugile (60 vittorie, di cui 18 per K.O., 19 sconfitte e 7 pareggi). Di lui, sono rimasti incancellabili momenti, gloriosi, entusiasmanti, stoici che infiammarono migliaia di aficionados, tenendo legato alla grande boxe il suo titolo di campione europeo conquistato nel 1949.

I noti protagonisti della serie “Welters” ripetutamente tentarono la strada del K.O. che Livio seppe rintuzzare resistendo anche contro colossi come Johnny Bratton, Kid Gavilan (“Il falco di Cuba”), Bo Jack e Johnny Saxton.

In particolare, proprio le sfide con Gavilan, grande avversario di Ray "Sugar" Robinson, lo consacrarono campione di coraggio anche se il titolo mondiale non gli arrise mai.

Minelli non stava nel giro organizzativo che contava. Gavilan era il campione del mondo e il match sulle 10 riprese si svolse nell’Arena di Cleveland. Il cubano si salvò con un verdetto a maggioranza che fu definito semplicemente scandaloso.

Un anno dopo il campione concede la rivincita all’italiano. Il match si svolge a Boston nel 1954. Livio Minelli si trasferisce in questa località una settimana prima per rifinire la sua preparazione. In palestra fa i guanti con Paolo Rosi, che lo colpisce al fianco sinistro su una falsa posizione. Il dolore è tremendo e viene subito sospeso l’allenamento. Si pensa di ovviare all’inconveniente chiamando Italo Scortichini a sostituire Minelli contro Gavilan. Il bergamasco non ne vuole sapere e si presenta sul ring senza allenamento e imbottito di antidolorifici. Gavilan  quasi subito piazza un destro al fianco di Minelli, che fa una smorfia di dolore. Il campione capisce subito che qualcosa non va nel suo avversario e lo tempesta di colpi. Nel secondo round Livio è contato due volte, ma riprende sempre con coraggio. L’incontro sembra avviato alla fine, ma non è così perché Livio stringe i denti, camuffa il dolore con finte, attacchi improvvisi e un’ abile difesa. Arriva alla fine dei 10 round nettamente sconfitto, ma è lo stesso Gavilan a complimentarsi con lui dopo aver capito che il suo avversario era salito sul ring in condizioni precarie. E’ questa una delle ultime apparizioni  dello stoico pugile bergamasco che si ritirerà nel 1955.

Riproponendo a Minelli le “20 domande a...” di "Boxe Match Sport" vogliamo salutare il passato e la memoria di un caro e valido amico.

 

La penna di Lino Manocchia

20 DOMANDE A...LIVIO MINELLI

 

Sei campione d’Europa, hai incontrato cinque Campioni del Mondo uscendone  sempre a testa alta dal quadrato, eppure non conduci una vita patriarcale, vero?

«Trascorro le ore libere a casa con la mia famiglia. Sarebbe ora, no?»

Sei diventato un uomo d’affari?

«Gli affari io li ho sempre conclusi per gli altri»

Nostalgia della vita passata?

«Footing alle sei del mattino, pugni nel pomeriggio, quasi sempre in viaggio, ma…nessuna nostalgia»

Nessuna?

«Gli applausi della folla, ecco tutto…»

Senti Livio,secondo te hai mai commesso errori gravi nel corso della tua carriera?

«Forse avrei dovuto tentare tra i pesi medi,invece di sudare tanto tra i “Welters”»

Perchè?

«Tra i “Medi” avrei combattuto di più guadagnando di più e forse avrei  anche vinto il titolo»

Se potessi tornare indietro cambieresti procuratore?
«Se lo facessi non potrei mai trovare un secondo Carmine Tarantino»

E’ stato bravo con te, vero?

«E’ stato per noi il “papa” buono d’America»

Quali nomi di pugili italiani consideri degni di rilievo?

«Bonvino, Senna, Coletti, Rossi, Scortichini e…ovviamente, me!»

Come spieghi il fatto che da qualche anno i pugili italiani non tentano più la grande avventura americana?

«Forse perchè hanno la vita  facile in Europa. Qui si guadagna, ma si fa del pugilato!»

Quale è stato secondo te il più grande pugile di tutti i tempi?

«Senza dubbio Sugar Ray Robinson»

Tra i tuoi avversari chi ammiri maggiormente?

«Michele Palermo. L’ho sempre ammirato e rispettato»

Chi è stato il pugile più duro da te incontrato?

«Kid Gavilan. A Cleveland c’eri anche tu, ricordi? Lo avevo battuto proprio con il suo colpo preferito, il “bolo pounch”, ma i giudici…!»

E nella rivincita di Boston?

E sì, con una costola resa dolorante da Paolo Rosi nell’allenamento della vigilia! C’era poco da fare, ma dovetti  combattere lo stesso»

Livio, ci conosciamo da 15 anni e mi attendo una risposta sincera. Avevi proprio paura dei pugni, quando ”pedalavi all’indietro“ sul ring?

«Era un sistema buono per evitare i colpi e colpire d’incontro. Ma per gli americani bisogna andare sempre avanti»

Dimmi Livio, e di Bergamo e dei tuoi amici?

«Non ne parliamo. Sento tanta nostalgia e quando posso non manco di farvi una  capatina»

 Dunque, c’è stato qualcosa nella tua vita  che desideravi tanto e che pensi di aver ottenuto?

«Una vecchiaia tranquilla e sicura quando verrà. L’ho ottenuta a  suon di pugni»

Sei ancora giovane, per parlare di vecchiaia…

«Si, ma mia moglie la pensa diversamente!»

Livio, avevo dimenticato che ti hanno nominato Commendatore. Spero non ti dispiaccia che ti abbia chiamato per nome?!

Risposta: CENSURATA!

Lino Manocchia

 

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

 

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Muhammad Ali, nato il più grande

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