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I RICORDI

di Lino Manocchia

 

giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

 

INTERVISTE ESCLUSIVE DEL PUGILATO CHE FU…

Il settimanale “Boxe Match Sport” (nella foto una copertina) negli anni ’60-’70  era  l’abbecedario pugilistico di mezzo mondo e non temeva la competizione dell’omologo e noto “Boxe Ring” degli Usa. “La Bibbia”  italiana dell'epopea del pugilato non si lasciava sfuggire i grossi calibri della disciplina sportiva. Lino Manocchia curava la rubrica "20 domande a...". In questo numero il più grande mito del ring che fece parlare di sè non soltanto per le imprese sportive

 

Muhammad Ali, nato il più grande

 

NEW YORK, 27.3.2015 – No, questa volta, gentili lettori troverete 20 domande stillate, diverse da quelle che illustrano  settimanalmente un personaggio del palcoscenico cordato. Motivo? Correva il 1960, alle Olimpiadi di Roma, un giovane diciottenne del Kentuky  falciava un solido gruppo di giovani stranieri e portava a  casa una brillante medaglia d’oro col titolo  mondiale della massima categoria e prontamente si convertiva alla fede islamica, cambiando  il nome  di Marcellus Cassius Clay in Muhammad Ali. Ha inizio così una brillante carriera con tante medaglie, due delle quali, quella della “Pace” (in Germania) e l’altra  della “Libertà” concessa dal Presidente George Bush.

Da quel giorno la storia della vita di Marcellus iniziò a marciare velocemente verso l’apoteosi mondiale.

Quando nel 1977, nella magnifica tenuta alpestre di Dear Lake, nacque Aila Ali si aprì il cielo al grande genitore che subito dichiarò: «Un giorno diverrà campionessa dei “leggeri"» e la magnifica fanciulla in breve ottenne trionfi, medaglie ed anche il marito, Curtis Comway, ”eroe” del football americano. Memorabili i discorsi, le dichiarazioni, i “dictat” emessi dal linguacciuto genitore, durante la sua strabiliante carriera che la stampa  mondiale, semicredente, riportava, consenziente, per onor di pace o per i numerosi K.O., che gli stessi avversari  hanno definito ”poderosi, distruttivi”, non esclusi  coloro che definirono Ali "grande rivenditore di successi tiepidi".

 

La penna di Lino Manocchia

20 DOMANDE A...MUHAMMAD ALI

 

In occasione di una serata sportiva organizzata dalla Boxe Ring a Roma, vi fu grande movimento.

A noi di Boxe Match interessava rivolgere 20 domande ad Ali  il quale, però, fu chiaro nel rispondere:

«Io non  desidero  cooperare con le 20 Domande. Orbene, mandi  meno risposte alla sua Rivista e chieda al giornale di defalcare la differenza dal suo salario. Capirà - prosegue Ali - io non bramo essere allineato agli altri, e alla fine dimostrerò quanto grande son io».

Campione, please, vuoi descrivermi Ali con tre aggettivi?
«Compassionato, onesto, pronto a difendere la verità. Si, questa è la verità, ma lei qualche volta  ha scritto qualcosa di diverso nei miei riguardi. E non è giusto!»

 

Vorresti punirmi?, chiesi

 

"Il campione mi si avvicina, stringe i pugni e con un gesto “divertito” fa finta di colpirmi con  la sua arma preferita, il destro al mento" (foto di Adriano Manocchia).

 

Passato il momento euforico, il cronista incalza:

la cronaca ha avuto molta risonanza per il tuo pensiero “anteguerra” del Vietnam, vuoi farci un quadro di quell’epoca?

«Confesso che io personalmente non so nemmeno dove si trova il Vietcong. So soltanto che quella gente  non mi  chiamava “nigger"  (negro)»

Ali, quanto profondo è il tuo  interesse per le “omeliedel leader islamico Malcolm X?

«Let’s stop (fermiamoci). La stampa ha falsificato sino ad ora tutte le mie più belle qualità. Sono stufo di essere al centro dei dibattiti politico-spirituali. Cambiamo binario»

Chi dei tuoi avversari consideri il più pericoloso sul palco cordato?

«Ce ne sono pochi ma rispetto Rocky Marciano, un grande pugile. rispetto Sonny Liston ed anche Joe  Frazier e qualche altro peso massimo»

Hai mai avuto paura sul ring?

«Non ricordo quella parola ed il momento. Quando si indossano i guantoni, ci si sente giganti ed i colpi vengono più duri»

Senza dubbio possiamo dire che oggi tu rappresenti la “Zecca”, sei ricco, rispettato

«Sta scherzando o sta facendo i conti alla mia tasca? Ma mi dica questo: Lei è un ottimo giornalista e guadagna tanti dollari vero?»

Sorride….e riprende «Tutti i giornalisti vogliono fare i conti con le borse personali, ma che anche lei fa parte del Ministero delle tasse?»

Giorni or sono hai dichiarato che presto diverrai ministro di Allah. Confermi?

«Non so. Tutto dipende dal leader religioso musulmano. Mi piacerebbe poter lanciare messaggi religiosi a  milioni di afro-americani»

Ti piacque veramente il combattimento  e vittoria del match di  Miami?

«Voi giornalisti non siete mai soddisfatti di quello che vedete. Mezzo mondo si concentrò su quei sei round  (che  il cronista pronosticò in pieno; n.d.r) e lei non trova nulla da dire?»

La risposta fu annaffiata da un buon Montepulciano che Alì gradì fortemente.

 

 

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Angelo Dundee, l'anima di Alì

Il sipario sui grandi della boxe

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Lino Manocchia

 

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

 

Numeri precedenti

Joe Louis, il bombardiere nero abbattuto da Rocky

Sonny Liston, tra ring e sacerdozio

Carmen Basilio, pugni e cipolle

Rocky Marciano, pugno di ferro e maccheroni alla chitarra

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

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