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spicchi d'abruzzo

di Ludovico Raimondi

 

Gli antipodi

 

GIULIANOVA, 10.6.2016 - Pescara in Serie A, Lanciano in Lega Pro. Il sipario è sceso definitivamente sulla stagione calcistica 2015/16 delle abruzzesi tra festa e dramma, tra sorrisi e lacrime, tra gioia e delusione, tra prospettive esaltanti e preoccupazioni serie per il futuro sulle rispettive sponde, biancazzurra e rossonera. Agli antipodi, appunto.

 

SERIE B

 

Pescara in Paradiso, Lanciano all'Inferno

 

Non c'è dubbio, dove c'è Pescara c'è spettacolo. L'1-1 al Provinciale di Trapani, che ha consacrato il vantaggio del 2-0 acquisito all'Adriatico Cornacchia di domenica scorsa, ha dato l'ultima spinta, decisiva, verso la Serie A del Delfino esaltandone gioco e carattere. Ed è stato un verdetto quanto mai meritato perchè anche nella sofferenza in trincea al cospetto di un avversario favorito dalla migliore posizione in classifica e leonino nell'orgoglio ferito dalla gara di andata, il Pescara ha confermato la sua identità di squadra di qualità, ammirata durante l'esaltante annata per l'idea e l'espressione dei suoi meccanismi tecnico-tattici, per la personalità e per quella necessaria dose di sana follia che Massimo Oddo è riuscito a trasmetterle. Già, Oddo il predestinato ha centrato la Serie A al primo tentativo completo, dopo l'amarezza della caduta sulla linea dello stesso traguardo nello spareggio di Bologna dell'anno scorso ma con il timone preso dalle mani di Baroni proprio in extremis. Oggi, invece, a soli 39 anni Oddo  emula quattro grandi maestri che hanno firmato le precedenti imprese della scalata nella massima serie: Giancarlo Cadè, Antonio Angelillo, Giovanni Galeone e, appena 4 anni fa,  Zdeněk Zeman. Un bel biglietto da visita per il figlio d'arte di Francesco!... Ma è chiaro che il credo del trainer pescarese è stato realizzato grazie a un solido concetto di squadra nobilitato da alcune individualità destinate a scenari nazionali ed europei, quali il capocannoniere della cadetteria Lapadula, Caprari, Verre, Mandragora, il nazionale albanese Memushaj, senza far torto a tutti gli altri protagonisti. Ovvio che dietro tutto questo c'è la longa mano della società presieduta da Daniele Sebastini la cui programmazione porta a frutti evidenti, a nostro avviso così compendiati: risultati di grande prestigio in campo, valorizzazione delle "perle" più preziose che fanno cassa per rendere solido il sodalizio e fucina di ragazzi del settore giovanile da far crescere nelle altre compagini abruzzesi di Lega Pro e Serie D. E la tifoseria "nu seme nu" fa il resto.

 

Se dopo 4 anni a Pescara è tornato il sole della Serie A, a Lanciano sono calate le tenebre della retrocessione in Lega Pro, sancita soltanto formalmente dalla sconfitta per 1-0 all'Arechi di Salerno mercoledì sera ma, nei fatti, maturata con tante occasioni perdute, in campo e fuori, nel corso di una stagione dannata. Il Lanciano, virtualmente, si è salvato in termini di punti conquistati in classifica, ma avrebbe potuto farlo direttamente anche negli effetti, nonostante i quattro punti di penalizzazione per irregolarità amministrative. Pensate, la Virtus si è giocata malissimo gli ultimi due jolly decisivi proprio in casa sua, al Biondi, dove ha pagato a caro prezzo dapprima la distrazione fatale del pareggio dell'1-1 nell'ultimo secondo dell'ultimo match interno con la Ternana (in soldoni due punti in meno che, in caso di vittoria già in tasca, le avrebbero consentito di evitare persino i play out raggiungendo a quota 46 Latina e Pro Vercelli, con il vantaggio dei risultati nella classifica avulsa), e poi, sabato scorso, la disastrosa prestazione psicofisica e tattica nell'incontro di andata dello spareggio play out con la Salernitana (1-4). Del resto, era prevedibile che i rossoneri, alla lunga, arrivassero al rush finale con le batterie scariche sul piano nervoso e atletico dopo essere stati costretti ad affrontare ogni partita con il peso dell'obbligo della vittoria per "ammortizzare" l'handicap delle penalizzazioni. A consuntivo della stagione, comunque, il tecnico Maragliulo ha toccato il vero nervo scoperto della situazione del Lanciano: «Speriamo che la famiglia Majo continui a fare calcio». Già, perchè, a dispetto di tutti i suoi errori e difetti e le crepe nel rapporto con la tifoseria,  solo la famiglia Majo, al momento, sembra in grado di poter ancora assicurare un presente e un futuro al calcio frentano. Anche in Lega Pro.

La rubrica del nostro sito coglie indicazioni, curiosità e spunti dal campionato delle squadre abruzzesi dalla Serie B alla Serie D. L'appuntamento è per ogni martedì
 
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