SERIE B
La scuola Pescara,
il ciclo Lanciano
Con il brillante Bari di
domenica, il Pescara ha
vinto una partita di
sciabola e di fioretto.
Per palati fini e non
solo, insomma. Si potrebbe
dire che il pescarese Oddo ha festeggiato alla
grande il record di
vittorie dell'era Zeman
contro l'altro tecnico
pescarese Camplone. Una
"scuola
biancazzurra" di
allenatori autoctoni che
va affermandosi sulla
scia nostalgica dei
Galeone e Zeman,
appunto?
Nel Pescara di Oddo, Lapadula
e Caprari sono
i profeti e anche le
galline dalle uova
d'oro. Come avvenuto per
gli zemaniani Verratti &
C., il
presidente Sebastiani si
ritrova altri due gioielli
in grado di alimentare
un'asta e, fiutando
l'affare, li ha ritirati
dal mercato mirando a
due obiettivi con un
colpo solo: andare in
Serie A anche grazie
alle
prodezze dei due nuovi
terribili "gemelli del
goal"
e cederli a giugno
almeno per il doppio del
loro valore attuale.
L'esonero di D'Aversa al
termine della disastrosa
sconfitta interna del
Lanciano con il Trapani
chiude un ciclo di
successi fondato anche -
se non soprattutto - su
rapporti di fiducia ed
amicizie quasi
famigliari. Un ciclo di cui fa parte
il ds Leone, il quale non ha
mancato di manifestare
pubblicamente la sua
contrarietà alla
decisione presa dalla
proprietà. A margine del
rischio di per se'
doloroso del ritorno in
Lega Pro, fa male
percepire il rischio,
forse più
grande, che si stia
rompendo un giocattolo
costruito con senno e
capacità imprenditoriale
dalla famiglia Maio in
otto anni miracolosi. In
questi frangenti, però,
si misura la solidità
del progetto.
LEGA PRO
Teramo
e L'Aquila
nel segno dei furetti
Cosa avevamo detto nella
puntata precedente? Che Sandomenico sta
all'Aquila come Petrella
sta al Teramo. Ebbene, i
due furetti sono stati i
protagonisti delle
fortune o mezze fortune
delle rispettive
squadre anche nel turno
appena consumato. Petrella ha
evitato la sconfitta del
Teramo al Bonolis
contro il Santarcangelo,
Sandomenico ha
trascinato L'Aquila
al secondo successo
esterno della stagione
in quel di Pontedera.
Quando la Juve acquistò
il centrocampista
mignon, il portoghese Rui
Barros (159 cm di
altezza!), per cercare di
contrastare lo
strapotere dei colossi
del primo Milan
berlusconiano, Giampiero
Boniperti spiegò: "Sono
i piccoli sommergibili
che affondano le grandi
corazzate". Il disegno
non gli riuscì appieno, perchè quel Milan non
era solo una corazzata ma un
altro pianeta. La
similitudine, però,
rende bene il concetto.
Solo che all'Aquila,
oltre a Sandomenico,
necessiterebbero tutti
i...santi per risalire
la china dal precipizio
in cui è precipitato
per
via dei 13 punti di
penalizzazione che gli
ha inflitto dalla
Procura Federale. Anche
il Teramo, sempre nel
filone "Dirty
soccer", attende di
conoscere il suo vero
destino. I biancorossi,
però, dalla sentenza
che li riguarda cullano
la
speranza della
restituzione dei 6 punti
già decurtati o almeno di una parte di essi.
E' desolante, in ogni
caso, che la Giustizia
Sportiva intervenga a
manomettere i campionati
in corso d'opera.
SERIE
D
Festa solo per l'Amiternina.
San Nicolò calma piatta, Avezzano,
Giulianova e
Chieti nella bufera
L'Amiternina è
stata l'unica abruzzese
di Serie D a festeggiare
la vittoria. E che
vittoria! Un bel 3-0
nello scontro diretto
con il Giulianova
che vale il sorpasso sui
giallorossi di
Gelsi-Pisano e, per
questo, praticamente
doppio in classifica. La
squadra di Angelone, in
effetti, è apparsa più
abituata, nella
cattiveria e nella
mentalità agonistica, a
sputare sangue nella
lotta per la salvezza.
Ad affondare il dito
nella piaga
dell'avversario la
doppietta di Torbidone,
un prodotto del settore
giovanile giuliese che
non c'è più. La società
adriatica, con l'avvento
di Serraiocco
(presidente virtuale,
non avendo ancora
formalizzato l'acquisto
delle quote del Città di
Giulianova)è diventato
una succursale del
Delfino Pescara, dal
quale tuttavia non
sembrano arrivare gli
elementi più adatti alle
esigenze del Giulianova.
Ma questo passa il
convento in seno a un
club in preda a problemi
ben superiori di
sopravvivenza
societaria.
Il
San Nicolò non è
andato oltre il pareggio
nell'impegno interno con
il Monticelli
ripetendosi negli alti e
bassi. E' ormai
abitudine dei teramani
perdere mordente dopo
grandi vittorie e
prestazioni, ed è
proprio questo
atteggiamento (o
mentalità che dir si
voglia) che non è
piaciuto ad Epifani.
Come se il San Nicolò
non sappia trovare la
giusta identità nel
diventare grande...
Un po' come
l'Avezzano che si è
fatto infilzare allo
stadio dei Marsi dal
Castelfidardo dopo avere
pareggiato nel recupero
infrasettimanale di
Agnone e vinto il debry
con il Chieti nella
domenica precedente. In
casa marsicana, in
particolare, si paga lo
scotto di spaccature e
tensioni nei confronti
del tecnico Lucarelli,
al quale il presidente
Paris ha concesso
fiducia a termine per
rabbonire la piazza.
Contraddizioni di una
matricola sul guado
della classifica
Immaginabile come possa
essere più tesa
l'atmosfera in casa del
Chieti dove
l'esperimento
dell'autogestione,
guidata dal
capitano-allenatore
Federico Del Grosso, si
è infranto al cospetto
dell'ambizioso e
attrezzato Campobasso.
La terza sconfitta di
fila pone così il Chieti
di fronte alla dure
realtà di essere
scivolato in zona play
out dopo che, fino a tre
settimane fa, si è
parlato di play off.
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