SERIE B
Pescara e il Perù,
Lanciano e la Campania
Festeggiato il record di
vittorie rispetto all'era Zeman
nella domenica
precedente, il
Pescara di Oddo ha
alzato il piede
dall'acceleratore a
Salerno (2-2). Non è
bastata la
solita prodezza di Lapadula il quale,
questa volta, non è
stato assecondato dal
"gemello" Caprari,
espulso. E proprio
Lapadula riempie le
cronache non più e non
soltanto per il suo
straordinario
rendimento, quanto ora
per la chiamata del
selezionatore della
Nazionale del Perù. Per
l'attaccante, riscoperto
in Slovenia l'anno
scorso dal Teramo,
sembra un richiamo di
sangue, per le origini
peruviane della madre.
Una chiamata di
prestigio che Sebastiani
vedrebbe ancora più
prestigiosa nell'Italia
di Conte. Il presidente
ha dichiarato che è una
scelta del giocatore ma
le prospettive di avere
un Lapadula in frequenti
viaggi transoceanici non
sono molto
allettanti per le future
sorti del Pescara nella
corsa per la Serie A.
Se il canto delle sirene
verso Pescara proviene
dal Perù, il canto (meno
armonioso) delle sirene
in direzione Lanciano
proviene dalla Campania,
nella persona
dell'imprenditore
Bisogno (un nome che
racchiude la realtà), il
quale starebbe per
rilevare la società
dalle mani della
famiglia Maio, destinata
a lasciare comunque una
traccia esaltante nella
storia del club
rossonero. E tanto per
gradire, ci sarebbe
anche un interessamento
dell'ex (mai) presidente
del Giulianova Antonio
Esposito! Con tutto il
rispetto, però, è sempre
una sconfitta
dell'imprenditoria
locale quando le sorti
della propria squadra
vengono affidate a
"forestieri". Ne sa già
qualcosa il Lanciano
stesso di un decennio fa
e ne sanno qualcosa ora
altre società abruzzesi
(torneremo
sull'argomento appena le
situazioni generali
saranno più chiare).
Quello che è nei fatti è
il dramma del Lanciano
di
dover cercare dentro di se' risorse sovrumane
per salvarsi in campo
mentre tutto si gioca
sopra la sua testa,
storia delle
penalizzazioni compresa.
L'esordio vincente in
panchina di Maragliulo a
Vicenza (0-2), che ha
rotto il digiuno di
successi esterni di 14
mesi, può essere il
primo segnale di
reazione
all'ineluttabile.
LEGA PRO
Teramo
e L'Aquila
pari sono
I "gemelli a distanza"
Petrella e Sandomenico
hanno confermato il
ruolo di trascinatori a
suon di goal
rispettivamente del
Teramo e dell'Aquila
che, tuttavia, stentano
a decollare verso i
traguardi sognati alla
vigilia, vicende di
giustizia sportiva a
parte. Per curiosa
coincidenza, Petrella ha
portato in vantaggio i
biancorossi a Savona, il
"luogo del delitto" dove
è nato il tribolato
presente del Diavolo,
Sandomenico ha fatto
altrettanto al Fattori
con l'Ancona. Entrambe
le cugine abruzzesi,
però, si sono lasciate
raggiungere sull'1-1,
vanificando (in parte)
le intuizioni dei loro
profeti. Tutto sommato,
come il Pescara, che a
Salerno si è fatto
raggiungere sul 2-2 da
Donnarumma, l'ex gemello
di Lapadula nel Teramo.
Ma se dopo tanti bagordi ai biancazzurri di Oddo è forse mancata la
giusta attenzione in
difesa, orfana di
Campagnaro, al Teramo
e all'Aquila sono
mancate, probabilmente,
la giusta dose di
fiducia nelle proprie
possibilità - in senso
di gruppo - che pure era
prerogativa delle loro
migliori edizioni. La
formazione rossoblù in
particolare, di fronte
alla nuova e dura realtà
del terzultimo posto in
classifica, dovrà
entrare nella giusta
mentalità richiesta
nella lotta per la
permanenza in Lega Pro.
Cercasi la "tigna",
insomma.
SERIE
D
Nessuna vittoria: Pari
per San Nicolò, Chieti
Giulianova, sconfitta
per Avezzano e Amiternina
A volte i risultati
sembrano modulati e
governati dalle
ascendenze astrali. Come
è accaduto a Pescara,
Teramo e L'Aquila, anche
il San Nicolò a
Campobasso, il Chieti a Castelfidardo e il
Giulianova in casa con
la Folgore Veregra,
hanno chiuso il turno
con un pareggio subito
in rimonta. Il San
Nicolò, che aveva il
compito sicuramente più
arduo del terzetto, in
fondo si è accontentato
del punticino, un po' in
controtendenza rispetto
alla filosofia di
Epifani ma con
concretezza. Il pari è
andato bene anche al
Chieti, tanto per
bagnare imbattuto
l'esordio del nuovo
tecnico Marino. I neroverdi hanno dovuto
fronteggiare in dieci
l'assalto del
Castelfidardo nella
ripresa e sono stati
riagguantati da quel
Ganci ex Pescara oggetto
dei desideri (tra i
tanti non avveratisi)
del Giulianova. E
proprio un avvoltoio
d'area come Ganci
sarebbe servito ai
giallorossi di Gelsi e
Pisano per concretizzare
la supremazia di gioco e
di occasioni nei
confronti di una Folgore
Veregra che non otteneva
punti in trasferta da 6
giornate. Non è l'unica
carenza del Giulianova,
quella della punta, ma
sicuramente la più
evidente.
Avezzano e
Amiternina sono
tornate con le pive nel
sacco dalle rispettive
trasferte nelle Marche:
la prima in casa di una Fermana rivoluzionata al
mercato di gennaio con
l'intento di risalire la
china, la seconda in
casa del Fano, dove gli
aquilani sono
stati piegati
nell'assalto estremo
della terza forza del
girone, allo scadere del
recupero. Grazie ai
contemporanei pareggi di
Giulianova e Agnonese,
tuttavia, la sconfitta
si è rivelata in
qualche maniera
indolore. Indolore anche
la sconfitta
dell'Avezzano che
avrebbe potuto
significare l'esonero di
Lucarelli. Sul sito
ufficiale della società,
il Presidente Paris,
ribattendo alle
contestazioni subite al
"Recchioni", ha
rassicurato squadra e
staff tecnico:
«State
tranquilli, ragazzi.
Dopo le offese ricevute
da una parte del tifo
organizzato a Fermo, non
posso che schierarmi
solo e soltanto con i
ragazzi biancoverdi. Le
offese al sottoscritto,
al mister e anche alla
squadra, durante e dopo
la partita contro la
Fermana, mi fanno capire
che questa è la scelta
giusta. Quella di stare
vicino alla squadra, al
mister e al diesse. Stop».
Chapeau (se resiste alle
tentazioni)! |