SERIE B
Pescara e Lanciano,
sconfitte che bruciano
Un'ora sola ti
vorrei...Riecheggiano le
note di una vecchia
canzone di Fedora
Mingarelli, ripresa tra
tanti altri da Tony
Dallara, Ornella Vanoni
e Giorgia, nel
pensare al Pescara che
per una buona ora ha
dato una lezione di
calcio, di gran calcio,
al Sant'Elia di
Cagliari. La perla dello
schema sul calcio di
punizione che ha portato
Torreira al goal
iniziale è stata solo la
prima di una collana di
azioni che hanno
soggiogato i sardi di
Rastelli. Tutto
vanificato da una serie
di occasioni divorate a
produzione industriale
per il raddoppio che
avrebbe potuto
"chiudere" anzitempo il
match. L'autorete
di Lapadula, che ha
messo anche questa volta
il suo sigillo ma nella
porta sbagliata
regalando il successo in
rimonta al Cagliari, si
è rivelata
un'emblematica beffa per
il Pescara che,
tuttavia, esce dal
Sant'Elia
paradossalmente con
maggiori certezze sulle
sue chance di promozione
diretta in Serie A,
seppure facendo corsa
ora sulla seconda in
classifica, il Crotone.
Anche il Lanciano è
uscito sconfitto da La
Spezia, al cospetto di
una squadra dalle
potenzialità ben
superiori alla sua
attuale graduatoria.
Prima delusione per il
neo tecnico Maragliulo
mentre negli studi
televisivi nazionali
D'Aversa, seppure con
garbo ed equilibrio,
esprimeva la sua
amarezza per il modo in
cui è finito l'idillio con la famiglia Maio.
L'avevamo avvertito
nell'aria: ciò che più
inquieta del
Lanciano è lo
sfarinamento dei
rapporti di amicizia che
lo hanno reso fenomeno a se' nel
quadro del calcio
professionistico.
Questione di feeling. Un
feeling
che va ricostruito pezzo
per pezzo. Un buon
segnale, sotto questo
aspetto, il "no" dei Maio alla cessione della
società e il sospiro di
sollievo della tifoseria
che ha compreso il
rischio di un salto nel
buio. Ma sono sempre i
risultati che, alla
fine, fanno la
differenza. E questo è
compito della squadra.
LEGA PRO
Teramo
distratto, L'Aquila
concentrata
Ci sono sconfitte e
sconfitte, come ci sono
vittorie e vittorie. La
sconfitta del Teramo per
opera della Lupa Roma,
ad Aprilia, dove il
tecnico biancorosso Vivarini ha
vissuto
trascorsi in chiaroscuro,
ha interrotto la serie
di sei risultati
positivi nella maniera
più inopinata, ovvero con
una certa supponenza e
distrazioni inaspettate
nel momento in cui il
"diavolo" era intento a
spiccare il volo dalla
rampa di lancio verso la
zona play off. Non a
caso il presidente Campitelli è tornato a
ruggire come un leone
ferito. mettendo tutti
in discussione,
allenatore
compreso. L'esperienza
insegna che i tuoni di
Campitelli hanno il
potere di risvegliare i
biancorossi. Quando ci
vuole ci vuole...
L'Aquila, al contrario,
ha espugnato Savona,
trionfando con
applicazione e ritrovata
concentrazione nella città
legata ai tristi ricordi
dei cugini teramani. Tre
punti fondamentali, in
classifica e fuori
bordo, nella fase di
incertezza per le sorti
immediate del club,
appese al filo delle penalizzazioni. Più che
la puntuale rete di Sandomenico, per
L'Aquila è stato
importante ritrovare il
goal di De Sousa, uomo
che può dare una marcia
in più, e
la caratteristica da
corsaro che negli ultimi
campionati l'ha resa
particolarmente
prolifica in trasferta.
E di punti esterni, da
mettere in cascina, ce
n'è quanto mai bisogno,
ora.
SERIE
D
Resurrezione di
Giulianova e Amiternina,
cadute di San Nicolò e
Avezzano, Chieti nel
limbo
Botta e risposta nel
braccio di ferro per la
sopravvivenza tra
Amiternina e
Giulianova. Nel
senso che gli aquilani
di Angelone sono stati
artefici di una vittoria
tanto inaspettata quanto
autorevole (e meritata)
in quel di Isernia,
inducendo il tecnico
locale De Bellis alle
dimissioni.
Ispirata da un Torbidone
super nella doppia veste
di rifinitore e
goleador, l'Amiternina
ha tenuto a distanza di
due lunghezze i
giallorossi giuliesi
che, dal canto loro,
hanno pescato il jolly
del successo sulla meno
"affamata" Recanatese,
grazie al suo elemento
più dotato, Daniel
Giampaolo, che ha
evitato al Giulianova di
scivolare, forse
irrimediabilmente,
ancora più in fondo alla
classifica e in vista di
un ciclo di partite da
far tremare le vene ai
polsi.
La prima di queste gare
proprio a Piano d'Accio
contro il San
Nicolò che a Pesaro
ha conosciuto la seconda
sconfitta consecutiva.
E' sempre indecifrabile
capire, a priori, se per
il Giulianova è un punto
a favore incontrare una
squadra che palesa
qualche crepa - almeno
nei risultati - o se
piuttosto sia un punto a
sfavore aspettarsi un
avversario che schiuma
rabbia e voglia di
riscatto.
Il Chieti ha
allungato la sua
ministriscia positiva
dall'arrivo di Marino
con un pareggio esterno,
contro il Monticelli,
che sa di successo
buttato alle ortiche
nell'ultimo assalto
della disperazione dei
padroni di casa
ascolani. Cifre alla
mano, non sfugge
all'attenzione che i
neroverdi hanno subito 4
reti in due partite
consecutive per
leggerezze difensive, ad
Ascoli in particolare
sul gioco aereo in
entrambe le reti del
Monticelli.
Sulla carta era arduo
sperare in un'impresa
dell'Avezzano a
Campobasso, nella tana
di una delle formazioni
più attrezzate del
campionato ma forse è
stata proprio questa
convinzione di non
potercela fare a rendere
fatalistico e
arrendevole in partenza
l'atteggiamento dei
marsicani che, in 8
giornate del girone di
ritorno, hanno
conquistato solo 5
punti, un ruolino di
marcia da retrocessione,
anzi da fanalino di
coda. Non è campata in
aria, forse, la
richiesta di una scossa
da parte dei tifosi
(quelli veri...). |