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I RICORDI

di Lino Manocchia

 

giulianovailbelvedere.it alla scoperta dell'America

 

INTERVISTE ESCLUSIVE DEL PUGILATO CHE FU…

Il settimanale “Boxe Match Sport” (nella foto una copertina) negli anni ’60-’70  era  l’abbecedario pugilistico di mezzo mondo e non temeva la competizione dell’omologo e noto “Boxe Ring” degli Usa. “La Bibbia”  italiana dell'epopea del pugilato non si lasciava sfuggire i grossi calibri della disciplina sportiva. Lino Manocchia curava la rubrica "20 domande a...". In questo numero un campione del mondo che passò alla storia come "Il Gigante di argilla".

 

Jersey Joe Walcott, lo sceriffo del ring

 

NEW YORK, 17.5.2015 –  Jersey Joe Walcott, al secolo Arnold Raymond Cream, ereditò il nome dal suo idolo (Barbados Joe Walcott), campione dei “welters” delle isole Barbados. Egli nacque, infatti, nel New Jersey, esattamente a Merchantville, il 31 gennaio 1914. Fu campione del mondo dei pesi massimi dal 18 luglio 1951, battendo Ezzard Charles per KO al 7º round, al 23 settembre 1952, quando fu sconfitto da Rocky Marciano per KO al 13º round (nella foto di apertura).

Tarchiato, lento, tecnicamente grezzo, dotato di un allungo inferiore alla media dei "massimi", Walcott passò alla storia della boxe come "Il gigante d'argilla". Dopo avere attraversato le forche Caudine di diversi "primi attori del pugilato" e prima di venire schiantato da Marciano, nel 1952 si trovò di fronte al guantato Joe Louis sul ring di Filadelfia, ma all'ottava ripresa alzava le mani, dedicandosi soltanto a qualche altro avversario pari peso con risultati non certo eclatanti.

Stanco, nauseato della boxe, nel 1971 si dedicò alla politica. Fu sconfitto dai repubblicani, ma ottenne il titolo di agente  del dipartimento correzioni. Non contento della carica, vinse nella seguente elezione ed ottenne il lavoro di sceriffo della Contea di Camden.

Raggiunti i 71 anni  si ritirò a vita privata ed ammesso alla Boxing Hall of Fame di Canastota

Joe “Jersey” Walcott viveva a Camden e fu grande amico degli italiani, aiutando per diversi anni le associazioni cattoliche-pro orfani, tramite il suo amico personale Pasquale Massi (millionario italiano) sino all’ottantesimo anno di vita, allorchè il 25 febbraio 1994, a Newton, cedette la sua anima al Creatore. "Jersey" non era disposto a rispondere alle nostre domande, ma si convinse a cedere alle nostre richiesta sopratutto perchè si trattava di una intervista per un giornale italiano!

 

La penna di Lino Manocchia

20 DOMANDE A… JERSEY JOE WALCOTT

 

Osservandoti al lavoro, Joe, ci viene in mente l’immagine del “gigante buono”...

«Grazie, bontà sua. In effetti non è vero che i pugili siano uomini cattivi. Duri, direi, ma non  cattivi»

Con i bambini ti trovi bene, non è vero?

«Sono la mia passione. credo di capire il loro mondo e di conoscere il loro modo di parlare»

Ecco perche’ il Comune di Camden (N.J.) ti ha dato questo titolo di assistente sociale.

«Sono molto gradito ai miei amici di Camden. E’ proprio il genere di lavoro che desideravo»

Insegni il pugilato ai tuoi piccoli amici?
«Solo come  difendersi se attaccati»

Vuol dire che non ti piacerebbe vederti sul quadrato,  un giorno?

«Ma…forse no, fare del pugilato come lo intendevamo noi, forse n0»

Joe, se ti offrissero una forte somma, torneresti sul quadrato?

«Nemmeno per un milione di dollari. Appartengo a bordo ring oggi, e basta. Non volevo rispondere alle vostre domande perchè, purtroppo, conosco voi altri giornalisti»

Joe vogliamo dirti questo: ”sei stato il “massimo” più tecnico di tutti i tempi?

«Assolutamente  no, e dove mettiamo Tunney e Louis?»

Hai incontrato i migliori massimi di due generazioni. Chi è rimasto maggiormente impresso nella tua mente?

«I pugni di Marciano e di Louis»

Descrivi in due parole...

«Marciano il sinistro, Louis pure»

E come descriveresti Joe Walcott?

«Mi hanno chiamato “cenerentola”. Basta cosi?»

Con il tuo ex manager Bochicchio sei sempre in ottimi rapporti?

«Felix è stato per me come un fratello maggiore»

Dell’Italia conservi un buon ricordo?

«Oh non ne parliamo della vostra nazione. Con Bochicchio

visitammo le città principali e con il sig. Massi fummo ospiti dell’Abruzzo che mi  tributò accoglienze veramente indimenticabili»

Allora tornerai un giorno?

«Senza dubbio, senza dubbio!»

Senti Joe,il pugilato attraversa  una fase opaca, oggi, perche?

«Io direi che il male sta proprio in noi tutti. Ammettiamo la cosa senza cercare di  far nulla»

Cosa proporresti di fare Joe?

«Cercare prima di tutto di “addestrare”le folle verso incontri di categorie minori ove troviamo autentici campioni” disoccupati. Si ricorda di Willie Pep e di Sandy Saddler? Due “piuma” che riempivano  il Polo Grounds»

Ma il grande pubblico vuole i pesi massimi, Joe...

«E’ vero, purtroppo però le tasse mangiano parte del guadagno di un incontro per cui il campione non combatte piu’ di una volta l’anno. Ed uno sport non si regge con un incontro l’anno!»

Vieni dalla gavetta, Joe, cosa vuoi dire ai giovani?

«Mai dire sono arrivato. Devono essere gli altri a dirlo. Allora si  che s i è arrivati»

Joe, non volermene, preferiresti essere “bianco”?

«Io non gliene voglio, stia tranquillo. E lei me ne vuole perchè sono negro?»

Diciamo che sei sempre un irresistibile “don Giovanni”. E’ vero?

«Mi prende in giro? Con questa pancetta!? Altro che conquistatore!... E poi che vuole, lo sa bene che sono nonno»

Lino Manocchia

 

Nato a Giulianova il 20 febbraio del 1921. Nel corso della sua lunghissima carriera negli Usa, dove si è trasferito nel '50, ha incontrato ed intervistato i personaggi più famosi e potenti del mondo.

 

Numeri precedenti

Jack Dempsey mano di gesso
Livio Minelli, campione di coraggio
Rocky Graziano, il monello di Brooklyn amato lassù
Muhammad Ali, nato il più grande
Joe Louis, il bombardiere nero abbattuto da Rocky
Sonny Liston, tra ring e sacerdozio
Carmen Basilio, pugni e cipolle
Rocky Marciano, pugno di ferro e maccheroni alla chitarra
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 
 

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