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numero Speciale - Gennaio
 
Dottore Commercialista di Giulianova, Francesco Ettorre nel 2016 è stato eletto per la prima volta presidente della Federvela, il più giovane presidente e primo non ligure nella storia della FIV dalla fondazione nel 1927. La sua conferma al vertice del settore velico per il quadriennio 2021/2024 è avvenuta il 19 dicembre 2020 con votazione pressoché plebiscitaria come nella precedente occasione
 
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ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2021

 

di Ludovico Raimondi
 
Presidente Federazione Italiana Vela

Francesco Ettorre, il capitano coraggioso della vela italiana

 

Francesco Ettorre (foto Martina Orsini/FIV)

 

GENNAIO 2021 - Il 19 dicembre sorso il giuliese Francesco Ettorre, 50 anni, è stato confermato presidente della Federazione Italiana Vela con votazione pressoché plebiscitaria, come era avvenuto nel 2016. Segno che il lavoro svolto e i risultati ottenuti nel primo quadriennio della sua presidenza sono stati coerenti con le linee-guida e le aspettative programmatiche che avevano proiettato Ettorre al vertice della FIV nella precedente occasione, e superando, tra l'altro, le tante e immaginabili avversità nel mare in burrasca della pandemia Covid-19 dell'ultimo anno.

 

La rielezione al timone della Federvela rappresenta senza alcun dubbio il riconoscimento della visione moderna, coraggiosa e lungimirante del movimento velico che contrassegna le idee e l'operato di Francesco, cresciuto nel Circolo Nautico "Vincenzo Migliori" di Giulianova. Altresì, essa costituisce motivo di rinnovato orgoglio per la città dove il commercialista è nato, vive e lavora, e per l'intero Abruzzo.

 

La rubrica "Giuliesi nel Mondo" è parimenti orgogliosa di dedicare al Presidente FIV un numero speciale, ringraziandolo per la disponibilità che egli ci ha concesso appena assolto il primo, importante impegno del 2021, l'insediamento del nuovo consiglio federale che si è tenuto a Genova il 9 gennaio scorso.

 

 

Francesco, una rielezione praticamente plebiscitaria. Anche il presidente del Coni Malagò ha esaltato i successi della FIV degli ultimi anni sul piano sia del bilancio economico-finanziario sia dei risultati agonistici e dell’attività sportiva. Quanto è stata importante, in tale senso, la combinazione della tua passione per la vela con la competenza professionale di commercialista?

 

Sono due mondi che all’apparenza possono sembrare diversi e molto distanti fra loro, ma non è assolutamente vero. La vela è uno sport che necessita di precisione, pianificazione, ricerca di soluzioni immediate o di ampio respiro. Bisogna saper impostare strategie e compiere scelte che tracciano delle rotte. In entrambi i casi trovo che ci siano molti punti in comune. Il mio amore per la vela è nato in maniera naturale fin da ragazzo quando mi sono avvicinato a questo sport, ho apprezzato la scuola vela, ho capito cosa volesse dire andar per mare, sentirsi immerso nella natura, mettersi in gioco, saper aspettare il salto di vento giusto. Il mio cammino professionale è ovviamente venuto dopo, con una scelta più consapevole, fatta con la testa. Probabilmente cuore e testa non sono mai andati così d’accordo come in questo caso.

 

In relazione alla sua complessità, la situazione legata al Covid rappresenta un motivo di ulteriore orgoglio per il raggiungimento di questi traguardi?

 

Purtroppo tutto quello che è legato alla pandemia per me è fonte di grande tristezza e necessita di una profonda riflessione. Man mano che la situazione stava evolvendo al peggio ho creduto che il ruolo di una istituzione nazionale come la FIV fosse quello di mettersi a disposizione dei più deboli e in difficoltà per quello che è l’ambito di pertinenza. Ho creduto che i Circoli dovessero avere il massimo del supporto economico e senza aspettare conferme dal Governo, di concerto con il Consiglio Federale che ha sposato subito le mie idee, abbiamo attuato un piano di aiuti ai nostri affiliati senza precedenti. Abbiamo rischiato, ci siamo esposti, in alcuni casi siamo stati degli apripista per altri nel supporto ai nostri affiliati. Non c’è nulla di cui vantarsi, in certi momenti c’è solo bisogno di rimboccarsi le maniche e provarci, tutti insieme. Questo abbiamo fatto, e il movimento velico – e qui lo dico con orgoglio – ha risposto unito e forte. Ci siamo potuti permettere un’estate ad altissimi livelli, manifestazioni nazionali, allenamenti collegiali delle squadre, una scuola vela con numeri rilevanti. Tutto fatto seguendo le regole, applicandole con rigore, mettendo al primo posto la salute dei nostri tesserati e il rispetto delle comunità che ci hanno ospitato. Possiamo dire che quello che abbiamo portato in giro per la Penisola è stata una ventata di fiducia e speranza, perché siamo stati la prova che si poteva e si può ripartire se ogni cosa viene affrontata e gestita con scrupolosità e prontezza.

 

E quali sono state e sono le maggiori innovazioni a cui ha indotto l'imprevista e inedita gestione del mondo della vela e dello sport in generale?

 

Gestire certe emergenze non è mai banale. Piccoli passi in una direzione possono portare a grandi e gravi squilibri che poi è difficile ripianare. Il mondo sportivo ha indubbiamente sofferto la pandemia con tutto quello che ne consegue a livello sociale. La pratica dello sport è alla base di una maggior prevenzione sanitaria, aiuta psicologicamente nella routine quotidiana permettendo un equilibrio psicofisico soprattutto nei periodi stressanti. Le doverose restrizioni a cui siamo stati sottoposti hanno cambiato il nostro approccio a tante consuetudini che in precedenza ci sembravano scontate. Lo sport ha preso maggior coscienza di sé e la sua pratica è diventata sempre più necessaria per il mantenimento di una buona qualità della vita. La Federazione Vela ha cercato - attraverso le nuove tecnologie - di non perdere il contatto con i propri affiliati e tesserati. Non è stato facile perché certi passi necessitano di una programmazione che, vista l’urgenza degli avvenimenti, è necessariamente venuta meno. Non ci siamo scoraggiati, la Squadra Nazionale e quella Giovanile hanno potuto accrescere le proprie competenze con webinar di approfondimento. Ma abbiamo anche lasciato spazio al gioco organizzando sfide e momenti di svago che potessero migliorare i rapporti interpersonali tra i nostri atleti, seppur a distanza. La Vela però ha patito i mesi più duri quando non è stato possibile ai nostri atleti abbracciare la natura e liberamente respirare. Proprio il respiro libero è diventato una sorta di privilegio che abbiamo potuto riassaporare solamente in estate quando abbiamo organizzato i primi raduni. Abbiamo capito quanto l’aria, quella pura, sia un bene prezioso.

 

Tu hai manifestato grande soddisfazione, tra le altre, per i risultati raggiunti nelle attività del settore Para Sailing e delle Scuole Vela. E’ il frutto della semina nella politica capillare di sostegno e di valorizzazione dei circoli?

 

La mia soddisfazione maggiore è nella risposta che ho sempre ricevuto dal territorio, credo che ci sia stato un cambio di marcia e che il processo di avvicinamento della struttura ai Circoli abbia pagato. La mia idea di Federazione è quella che permette al vertice di poter ascoltare e agevolare il più possibile la base; perché è solo grazie alla crescita compatta e omogenea della base che tutta la struttura ne può beneficiare. L’impegno è stato davvero gravoso, soprattutto per far partire il meccanismo. Ora è importante non fermarsi, non pensare di essere arrivati. Il nuovo Consiglio Federale con il quale mi sono confrontato proprio in questi giorni in occasione del primo insediamento, ha risposto con entusiasmo. Ci stiamo apprestando a vivere - mi piace ricordarlo - il quadriennio più importante della storia della vela e in generale del mondo sportivo: ci aspetteranno due campagne olimpiche che mi auguro possano farci raccogliere quanto abbiamo seminato.

 

Quali sono gli obiettivi da completare e quelli nuovi da perseguire e raggiungere nel prossimo quadriennio della tua presidenza?

 

Nietzsche ha scritto “Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse il primo, come se fosse l'ultimo“. Io applico questa idea nel lavoro e nella vita. Così quindi ho interpretato il mio incarico nella Federazione Vela. Ogni giorno con l’entusiasmo di iniziare un percorso che mi potrà portare a crescere, ogni giorno sapendo che se dovessi lasciare lascerei la Federazione al meglio delle mie possibilità. Ci sono quindi tanti obiettivi che mi pongo quotidianamente, non penso che si debba vivere col rammarico di non avere potuto concludere delle cose, si deve vivere con la consapevolezza di averle portate avanti al meglio. Questo vuol dire che porsi degli obiettivi è naturale ma che essi stessi vengono fissati solo per essere superati, verso nuovi e più stimolanti. Non so cosa ci regalerà il nuovo quadriennio, ho delle idee che è prematuro esprimere qui, ma che saranno argomento di riflessione tra me e il Consiglio Federale.

 

Il primo quadriennio al vertice della FIV ha cambiato la tua vita professionale, famigliare e personale?

 

Indubbiamente il tempo dedicato alla Federazione è aumentato esponenzialmente in questo quadriennio appena trascorso ma ho sempre dedicato molta cura alla mia attività professionale, non trascurandola mai. Ci sono riuscito, sembrerà banale dirlo, grazie al supporto della mia famiglia e di mia moglie in particolare. Poter contare su chi ti sostiene, ti consente di rilassarti, ti sprona, ti stimola sempre, è di vitale importanza. So di avere chiesto tanto, ma sono convinto di avere ricevuto ancora di più. Il rapporto con la mia famiglia è cresciuto, si è intensificato perché è migliorata la qualità dello stare insieme. Vedere crescere un figlio, poter partecipare più attivamente alla sua maturazione, esserne orgoglioso per i risultati che sta ottenendo nello studio sono passi nella vita di un uomo che restano indelebili. Li ho vissuti, li sto vivendo, li vivrò.

 
 

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