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Numero 19 - Dicembre
 
il profilo

 

 

Leonardo Spoladore è di origini venete, essendo nato ad Adria, in provincia di Rovigo, il 5 luglio 1970 ma è cresciuto a Giulianova, dove i genitori si sono trasferiti da tempo per lavoro. Lui stesso tiene a dire: «Mi sento giuliese di appartenenza. Giulianova è il posto di riferimento per me, è casa». Leonardo ha studiato al Liceo Scientifico "M, Curie" di Giulianova e ha frequentato l'Università a L'Aquila. Settori scientifici.
Durante il periodo del liceo ha scoperto un certo talento artistico figurativo e letterario, e all' inizio del periodo universitario cominciò a lavorare da illustratore in una conosciuta casa editrice di Teramo specializzata nel settore educativo.
Prese coscienza allora che il suo talento poteva 'educarsi' e finalizzarsi in una professione.
La collaborazione durò molto e per Leonardo si rivelò la 'scuola artistica professionale' che non aveva frequentato prima. La casa editrice si estese anche nel settore del giocattolo educativo e Leonardo si specializzò in questa via.

Successivamente ha lavorato come freelance per grandi aziende del settore. Agli inizi anni 2000 cominciò ad interessarsi fortemente alla cultura africana e iniziarono i viaggi nel Sahel, «avventurosi e lunghi per conoscere, entrare nella vita, capire le forme espressive attraverso studi antropologici e sociali».

Lavorò così in Mali e Senegal per un po', ed espose alla Biennale di Dakar, appuntamento prestigioso per la sua metà artistica di pittore.

Tornato in Italia, dopo un paio di anni provò la delusione e l'amarezza per la situazione difficilissima che all'inizio colpì i settori creativi e avvertì il bisogno sia di lavorare per realtà che riuscissero a pubblicare i loro prodotti nel mercato internazionale sia di concretizzare le sue idee. «Non potevo più vedere i progetti morire durante la produzione per mancanza di fondi».
Decise di accettare la sfida e, soprattutto, l'offerta di "Art Director" in uno studio di Mumbai, in India, che sviluppava videogame per Sony, Playstation. Da lì le porte del settore si aprirono davanti a Leonardo che per quasi 8 anni restò in India lavorando per diverse compagnie, tra le quali il colosso del videogioco 'social' prima e mobile 'attualmente', la famosissima compagnia di San Franciso Zynga.


Spinto dal bisogno di riavvicinarsi,  lavorò per qualche mese a Cracovia, in Polonia, ma non fu un'esperienza soddisfacente! Nel novembre del 2019 è cominciata la collaborazione remota con uno studio di videogame mobile di Las Vegas, con una sede ad Hong Kong, dove Leonardo lavora come Art Director per Playstudios Asia.

 
 
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ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2020

 

di Ludovico Raimondi
 
Art Director a Hong Kong
 

Leonardo Spoladore e l'arte dei videogame

 

 
 

DICEMBRE 2020 - Nel nostro viaggio alla ricerca dei Giuliesi nel mondo abbiamo constatato che sicuramente il talento è una risorsa comune, il filo rosso, che si manifesta con successo nei campi più svariati e nelle espressioni più disparate. Ne è un esempio Leonardo Spoladore, di cui è particolarmente spiccato il talento artistico in un settore multimediale in piena espansione planetaria, diremmo cult: quello dei videogiochi. Leonardo, 50 anni, vive e lavora ad Hong Kong come Art Director di Playstudios Asia, studio di videogame mobile di Las Vegas, la città-simbolo del gioco.

 

Non disdegnando affatto la parallela dedizione alla pittura, nella quale è ben distinto un eclettismo molto originale, Spoladore ha scoperto negli anni del liceo di possedere il "bernocccolo"dell'arte figurativa e letteraria, e ne prese piena consapevolezza più tardi, nel lungo periodo di collaborazione con la casa editrice Lisciani di Teramo, dove completò il suo percorso formativo quando l'azienda estese l'attività anche al ramo del giocattolo educativo. Il ramo verso il quale Leonardo indirizzò la sua specializzazione.

 

Su quelle solide basi, infatti, Spoladore ha costruito una vasta esperienza professionale e anche la sua carriera, arrivando al prestigioso ruolo attuale dopo varie tappe in Africa, in Europa e in Asia, comunque lontano da Giulianova e da una Italia che, pur essendo culla della genialità e dell'estro, non sempre se ne rende terreno fertile di riconoscimento e valorizzazione.

 

 

 

Leonardo nella Pantry dell 'ufficio, insegnando la gestualità italiana ai colleghi Aaron Quist (Creative Director, a sinistra) e Jan Pioterek (UI Game Designer, a destra). Sullo sfondo la meravigliosa Hong Kong Bay (Causeway Bay)

 

 

Leonardo, perché art director a Hong Kong? E in quale settore?

 

Il settore è quello dei videogame, specificatamente casino game con aspetti social and casual. Maggiormente per mobile. Hong Kong perchè è una delle sedi dell'azienda che ha l'headquarter in Las Vegas, patria delle slot e dei casino.

 

Come vive un giuliese, cresciuto in una realtà a dimensione d’uomo, in una megalopoli di grattaceli? E qual è il maggiore fascino di Hong Kong?

 

Il fascino di Hong Kong e' proprio la meravigliosa integrazione delle strutture 'verticali' con il paesaggio naturale, maestoso e affascinantissimo. Un arcipelago verdissimo dove i grattacieli 'decorano le coste'. La città è funzionalissima e molto ben servita in tutti gli aspetti. Internazionale come pochi altri posti. Posso dire che la dimensione umana non manca assolutamente: nonostante l'idea di megalopoli, la tradizione e il contatto umano sono ancora ben vivi e integrati benissimo nella 'futuristica' veste dell'isola di Hong Kong. Comunque, ho preso casa in un'isola vicina, Lamma.
Beh, la vita a Lamma sembra molto la vita giuliese. Lamma è un'isola che non accetta auto e moto come nessun veicolo a motore. Molto naturalistica e anche turistica. Molti stranieri adorano stare lì.

 

Cosa ti manca di Giulianova e dell’Italia ad Hong Kong?
 

Prima cosa la famiglia e la mia compagna, che spero possa raggiungermi presto. E poi la vita rilassata, il porto, le passeggiate al mare. Posso farle anche qui ma a Giulianova sono speciali!
Potrei dire che mi manca anche la qualità del pesce adriatico. Scherzo un po'... Di sicuro la cucina italiana non manca ad Hong Kong. C'e' una folta presenza italiana qui.

 

E con il Covid come va da quelle parti?

 

Su questo devo dire che l'organizzazione e il rispetto delle regole da parte della cittadinanza permette di tenere costantemente sotto controllo la situazione individuando caso per caso e giorno per giorno. La vita procede come sempre tranne che per il settore turistico. Si può andare fuori senza problemi, mascherina e alcune precauzioni. Non c'e' assolutamente la situazione confusa e esageratamente polemica che si vede in Europa. Diciamo che la disciplina qui assume un valore di rispetto e di libertà. Concetto un po' fuori dalla mentalità italiana di oggi dove pare necessario il 'tutti contro tutti'.

 

Dal punto di vista del lavoro avvertite la crisi per la pandemia?


Sicuramente. Il problema maggiore è la possibilità di spostamento.
Per fortuna la mia azienda ha già da anni una struttura basata sul lavoro remoto e lo smart working. Abbiamo team distribuiti in vari posti del mondo e collaboratori ovunque. In ufficio non sentiamo nessun problema, lavoriamo come sempre a parte qualche collega rimasto 'bloccato' nel paese di appartenenza. Gli stranieri - e siamo tanti - aspettano il momento opportuno per tornare in patria e poter poi tornare qui senza dover fare quarantene varie. Dal punto di vista del mercato, posso dire che la pandemia ha incrementato l'uso dei media di intrattenimento.

 

 

 

 

 

 

 

 

PITTURA ARTIGIANALE

Quadro di sabbia con tecnica africana

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PITTURA ARTIGIANALE

Quadro ad olio, esposto alla Mostra Biennale di Dakar

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PITTURA DIGITALE- Concept Art

 

Ammirando i tuoi quadri viene da chiedere: chi è il pittore Leonardo Spoladore?

 

La pittura è stata fisioligica per anni, una passione nel vero senso della parola. Ciò che condizionava tutto. Felice se soddisfatto 'pittoricamente' e completamente 'distrutto' se non riuscivo a trovare soddisfazione. Nulla ha mai avuto più importanza per anni.
Ora ciò non è cambiato. Non riesco a pensarmi 'esistente' senza la mia passione. Non dipingo da tempo, nel senso tradizionale, classico. Riprenderò di sicuro presto. Ne sento il bisogno...
In termini di 'poetica' e stile, posso dire che il mio autodittattismo mi ha regalato il mio non-stile e la mia cronica curiosità per strumenti e tecniche diversi, nuovi, sperimentali.
Nel mio non stile si è creato uno stile che molti dicono di riconoscere. Ho sempre dipinto con musica e ispirato da suoni e musica... Sempre impacciato nei movimenti e poco grazioso da guardare e ascoltare, la pittura ha rappresentato per me il modo più naturale di 'danzare'. Una danza concentrata sul segno e sul tratto improvvisato. Dipingo senza pensare al mezzo, al significato, a nulla. Viene fuori da mille variabili emotive, tutto può contribuire. Il risultato può assumere diverse forme. La pittura si muove e trasforma nella sua stessa esecuzione, dopo di che diventa 'storia', diario, appunto di vita. E vive nell' emozione dell' osservatore. Grandioso. Con i miei quadri di sabbia ho avuto una risposta 'diversa', almeno cromaticamente: si modificano col tempo, lievemente si cristallizzano dando lucentezze e cromie diverse.
In ogni caso i dipinti e disegni che ho regalato, venduto, usato per pagare in tempi difficili, etc... sono tantissimi. E sono contento che siano sparsi in posti in tutto il mondo. Posti privati...
Pensa, non ho avuto bisogno di gallerie e venditori per essere esibito in tante case e locali dal Giappone alla Colombia, he he!
Un diario sparso pagina per pagina in tutto il mondo a caso, un vero cut-up esistenziale.
Definendomi potrei dire che c'è una forte tinta espressionistica (tedesca) nella mia composizione, ma il mio grande amore è Modigliani. Si! Credo di amarlo un po' più di tutti gli altri... E sono tantissimi. Comunque ho dipinto di tutto, in tutte le tecniche possibili e nelle situazioni più impensabili a volte. Bellissimo!

 

Il pallino dell’arte è nato con te, in senso di talento, o è cresciuto strada facendo nel senso dell’interesse e della formazione?

 

Credo sia stata una combinazione. Fino a 14 anni non avevo nessuna idea che sapessi disegnare. E' stato circa tra i 14 e i 15 anni che ho cominciato a realizzare che i miei disegni erano 'accettabili'.
Cominciai a fare caricature e fumetti, e qualcuno mi ha notato.

Presi coscienza che avevo un talento che poteva 'educarsi' e 'finalizzarsi' in una professione. La collaborazione durò a lungo e fu la mia 'scuola artistica professionale' che non frequentai in precedenza. La casa editrice si estese anche nel settore del giocattolo educativo e io mi specializzai in questa via.

 

Quali sono e sono stati i maggiori successi ottenuti nella tua professione?


Domanda difficilissima. I successi sono stati tutti i passi avanti che ho fatto e devo dire che sono arrivati 'discretamente', nel senso che sono stati progressi consequenziali. Il fatto di essere stato un autodidatta mi ha portato a un grande senso autocritico e ad accettare ogni critica come un insegnamento. Anzi, ho adorato sempre le critiche perchè mi aiutavano a correggere e rivedere posizioni erronee. Sicuramente il primo grande successo è stato il lavorare come illustratore professionista senza mai aver frequentato una scuola per riuscirci. Poi l' avere avuto la possibilità di lavorare su prodotti molto celebri e popolari nel settore del giocattolo. Sapere che tanti bambini avrebbero giocato e imparato con le mie illustrazioni e i miei design mi ha sempre reso molto lusingato e orgoglioso. Professionalmente un altro immenso successo è stato entrare nel settore videogame e dopo qualche mese essere art director per una delle maggiori aziende del mondo... E pensare che qualche mese prima un mio titolare a Giulianova tentò di umiliarmi di fronte ai colleghi dicendo che io non 'capivo nulla di arte per videogame'! Poverino si sbagliava, he he! Le soddisfazioni sono state legate anche ad aspetti più 'puramente' artistici. Mi ha sempre reso felice la reazione della gente alla mia pittura. Molti l'hanno definita 'emozionante' e penso che questo sia il complimento più bello per un artista. Comunque non ho mai considerato un successo un punto di arrivo ma un piccolo gradino da cui ripartire subito per non autocompiacersi e per non 'morire' creativamente.

 

Con la lingua te la cavi bene?


Mai avuto problemi. Pensa che mi trasferii a Mumbai per lavoro senza parlare una parola di Inglese! Me la sono cavata piuttosto bene. Le sfide mi danno linfa e stimoli.

 

Leonardo con le donne di famiglia in una foto scattata dal papà Umberto: Laura (sorella più giovane), mamma Annalisa e Silvia (sorella maggiore)

 

Quali legami hai con Giulianova, anche in considerazione della distanza? Mi risulta che hai contatti con altri giuliesi che vivono nell’Asia a te più vicina, è così?

 

Oltre a famiglia e compagna, a Giulianova ho ancora alcuni amici di vecchia data e tante conoscenze. Con famiglia e compagna ci sentiamo regolarmente, con gli altri è più una comunicazione saltuaria. Amici ne ho in tutto il mondo. Tanti in Africa e India dove ho vissuto, ex colleghi un po' ovunque.

 

Quali sono i tuoi interessi e hobby?


Interessi tanti, dall'arte ai game, dalla musica al cinema. Letteratura e poesia sono stati compagni inseparabili, e lo sono tuttora. Posso dire che anche le discipline tecnologiche e scientifiche in generale sono forti interessi. Chiaramente, con il tipo di lavoro che faccio, devo essere continuamente aggiornato su nuovi tool di lavoro dal 2d, al 3d, animazione, engine softwares, rendering, etc. Gli hobby sono vari e a volte 'contraddittori'. Amo il mare, viaggiare e conoscere nuove culture. Pittura, disegno, modellazione 3d per ora sono i più vivi.

 

Cosa vedi nella palla di vetro del tuo futuro professionale e personale?


Circa il futuro professionale, per il momento e per il prossimo futuro sono concentrato sul mio percorso in Playstudios, la mia attuale azienda. Poi si vedrà. Il mercato del lavoro nei game è molto dinamico. Dal punto di vista personale, credo sia tempo di pensare a una sistemazione sentimentale e sembra che finalmente abbia trovato la persona giusta. Sperando sempre che il covid rallenti e che si possa tornare a viaggiare abbastanza normalmente. Poi, tanta sperimentazione artistica.

 

La domanda canonica di chiusura ai giuliesi nel mondo: se dico Cupola di San Flaviano cosa ti viene in mente d’acchito?

 

Casa mia. He he, vivo in Piazza Buozzi, proprio dove domina il Duomo di San Flaviano!...

 

Vorresti aggiungere altro che non ho sollecitato con le mie domande?


In questo momento vorrei solo invitare tutti a non continuare infinite e infinitesime battaglie contro tutto e tutti. Fondamentalmente non porta a nulla se non alla frantumazione di qualsiasi voce e ragione. Qualunque sia il progetto, il supposto complotto, le mille forze contrarie, etc, si sta facendo un'azione 'frattalica' contribuendo in modo perfetto al depistaggio mediatico.

 
(foto poste a disposizione da Leonardo Spoladore, che ringraziamo)
 

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