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Numero 17 - Novembre
 
il profilo

 

Gianluca Giorgini è nato ad Atri nel 1994. La sua educazione inizia tra le pareti della scuola di Colleranesco di Giulianova e sul cemento dell'annesso "campetto" («sì, a quei tempi non si giocava sull'erba sintetica», celia), per poi continuare al Liceo "M. Curie", dove per un anno «sono stato onorato di rappresentare gli studenti dell'istituto».

La «voglia infermabile» di esplorare il mondo al di fuori dell'Abruzzo, lo ha portato a Milano. Lì ha trascorso 5 anni sui banchi del Politecnico per completare gli studi magistrali in Ingegneria Gestionale. Questi 5 anni sono stati "interrotti" da periodi in cui ha dovuto soddisfare la sua voglia di esplorare, andando a studiare all'estero: a Umeä (Svezia) nel 2015 per un semestre e a Varsavia nel 2017 per un altro semestre, e facendo volontariato in Marocco per un mese nel 2016.

L'"accontentarsi" non è mai stato parte di Gianluca che, tra una cosa e l'altra durante il periodo di laurea magistrale, ha intrapreso il percorso di Alta Scuola Politenica. Un corso di studio multidisciplinare a numero limitato organizzato dai due Politecnici (Milano e Torino) che gli ha permesso di ottenere due lauree magistrali e un diploma.

Già prima della laurea nel 2018, Gianluca ha firmato un contratto con Alten, società di consulenza ingegneristica, che lo ha portato a Londra come Business Manager. Sei mesi dopo arriva la proposta da Amazon, azienda per la quale sognava di lavorare da tempo. In Amazon la carriera è iniziata come Account Manager nel team di Amazon Launchpad, programma che supporta startup di tutto il mondo. Al momento ricopre il ruolo di Business Development Manager sul mercato Europeo avendo come sede sempre Londra. «Durante questa pandemia il mio vero ufficio è la mia sala di casa, che è anche sede di una piccola azienda che ho fondato con un collega un anno fa che produce e distribuisce spazzolini in bamboo»(clicca qui per dettagli...)

Nel tempo libero Gianluca ama viaggiare (in particolare campeggiare), arrampicare, praticare snowboard e da qualche anno si sta avvicinando al windsurf («sport sottovalutato nelle nostre spiagge» afferma).

 
 
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giuliesi nel mondo 2020

 

di Ludovico Raimondi
 
Business Manager di Amazon a Londra
 

Gianluca Giorgini, l'enfant prodige del commercio elettronico

 

Gianluca in versione accampicatore sul Corno Piccolo del Gran Sasso

 
NOVEMBRE 2020 - Come definire un giovane che a soli 26 anni è business manager in carriera di Amazon, la più grande internet company del mondo, un enfant prodige? Diciamo pure di sì nel caso del giuliese Gianluca Giorgini, Ingegnere Gestionale «appassionato di innovazione e sostenibilità», due lauree magistrali e un diploma, al momento Business Development Manager nella sede di Londra, operativa sul mercato europeo, del colosso Usa del commercio elettronico.

Gianluca sembra un vero e proprio governatore del tempo: lo affetta ritagliandosi gli spazi di lavoro e di vita privata, nella quale è compreso anche il volontariato, in maniera da renderli complementari con la naturalezza non sempre possibile, specie nella realtà intricata e intrigante nella quale vive. Basti pensare che, a margine del suo ruolo in Amazon, si sta mettendo in gioco come aspirante imprenditore commercializzando prodotti in bamboo, in coerenza con la sua sensibilità verso l’ambiente.

In fondo, è stato sempre così, da ragazzino che sgambettava sul campetto della scuola elementare di Colleranesco a esploratore del mondo: una scheggia di dinamismo al limite dell'ubiquità. E non potrebbe essere altrimenti se i suoi 26 anni sono già così ricchi di impegni e iniziative farciti di successi.

Vediamo meglio chi è l'ennesimo talento prodotto da una Giulianova sempre più fiera dei suoi ragazzi che sanno farsi valere nel mondo e ne fanno risplendere il nome e l'immagine.

 

Gianluca nel giorno del conseguimento della laurea al Politecnico di Milano nel 2018 con mamma Elena, la sorella Alice e papà Franco

 

Gianluca, puoi illustrare il tuo lavoro?

Attualmente ricopro il ruolo di Business Development Manager in Amazon Launchpad, programma che aiuta imprenditori a lanciare brand innovativi e promuoverne le vendite su Amazon fornendo accesso a vantaggi esclusivi. Il “Business Development” è un campo ampio che può significare molto per alcuni, nulla per altri. Nel mio ruolo, sono responsabile della Brand Awarness e Lead Generation in Europa. In altre parole, mi assicuro che il nostro programma abbia un solido network di partner e che sia conosciuto nel mondo delle start-up e dei brand emergenti.

A soli 26 anni manager a Londra di un colosso dell'e-commerce. Ci vuole una buona dose di enfant prodige, non ti pare?

Sono convinto che nella vita ognuno abbia i suoi tempi. Fare prima, non significa necessariamente fare meglio. Ad oggi è comune vedere ragazzi/e, specialmente italiani, che lottano per finire gli studi nel minor tempo possibile con massimi voti, spesso venendo meno a relazioni sociali ed esperienze extra curriculari il più delle volte necessarie alla crescita professionale e personale. Non è detto che sia una decisione sbagliata e non deve neanche essere considerata come la decisione perfetta per tutti. Il mio consiglio è quello di seguire i propri ritmi. Guardando al mio caso, io con il tempo ho capito che sono più motivato, produttivo e allegro quando sono “sopraffatto” da diverse attività. Sono invece annoiato quando ho del tempo libero durante il quale ne’ mente ne’ corpo sono impegnati. Quindi ho sempre cercato di occupare tutti i secondi a mia disposizione. Forse è questo, insieme all’impeccabile educazione che mi hanno dato i miei genitori, il motivo per cui sono qui ora. Non so se possa essere definito “enfant prodige”.

Come è capitato questo “colpo”?

Lavorare per Amazon è stato qualcosa che dai tempi dell’università mi ha sempre attratto e quindi ho fatto in modo che questo desiderio si avverasse. Alla fine dei conti volere è potere, no?! Dopo essermi applicato per un Graduate Program in Amazon, sono stato assunto come Account Manager per il Team di Amazon Launchpad, per poi essere promosso come Business Development Manager. Preparazione e dedicazione sono sicuramente importanti, e un pizzico di fortuna non fa mai male!

Sono queste le doti e i requisiti peculiari, sia professionali che umani, per arrivare a svolgere un compito rilevante come il tuo in un’azienda-simbolo dell’economia e della finanza on line?

Ad essere sincero, credo che non ci sia una formula perfetta che possa essere applicata ad ogni caso. Vedo colleghi con background totalmente diversi che ricoprono ruoli rilevanti nel business, ad esempio, persone che precedentemente erano nell’arma o persone laureate in Lingue etc. Quindi, vorrei smascherare il fatto che bisogna avere una laurea in una Business School privata per arrivare a certi livelli. Penso che al giorno d’oggi le “soft skills” stiano diventando sempre più rilevanti e fare esperienze di vita ed esperienze lavorative di qualsiasi tipo (bagnino, cameriere etc.) prima di completare gli studi sia di grande importanza.

Hai avuto sempre chiaro quello che avresti voluto fare da grande, se così si può definire un ventiseienne? In pratica, il tuo lavoro attuale è quello che avevi in mente sui banchi di scuola o nutri altre ambizioni?

Non ho mai avuto un’idea chiarissima di cosa avrei voluto fare da grande, ma avevo una leggera consapevolezza di cosa ero portato a fare: materie scientifiche. Allo stesso tempo, non ero stimolato dall’avere una carriera puramente tecnica. Quindi, la scelta è ricaduta sul ramo delle ingegnerie che pensavo avesse più sbocchi di carattere più generale. Sui banchi del Liceo "Curie" non ero assolutamente consapevole che il Business Development è un ambito di lavoro molto stimolante, soprattutto quando combinato con un ambiente dinamico come quello delle startups/e-commerce. Forse, l’ambizione ultima è quella di ritornare in Abruzzo con un proprio business e portare lì la conoscenza acquisita nei grandi colossi e all’estero.

L’e-commerce si nutre anche di crisi. Parafrasando un film di Alberto Sordi del 1974 “Finchè c’è guerra c’è speranza”, si può dire che nel vostro mondo “finché c’è crisi c’è ricchezza”?

L’e-commerce è un mercato che indipendentemente da crisi economiche e pandemie ha dimostrato di aumentare il suo valore negli anni (qui un esempio del valore dell’ecommerce in USA https://www.statista.com/statistics/379046/worldwide-retail-e-commerce-sales/). Non penso sia necessaria una serie di crisi per far continuare la crescita dell’e-commerce, ma sicuramente sono d’accordo che determinate situazioni possano accelerarne la crescita. Ad ogni modo ritengo che l’e-commerce debba essere visto come un’opportunità piuttosto che una minaccia. Ognuno di noi può iniziare a vendere su piattaforme e-commerce e.g. Ebay, Shopify, Amazon etc. con un paio di click e raggiungere potenziali clienti in tutto il mondo, esperienza provata sulla mia pelle tramite Bamboogie, una piccola azienda che ho fondato con un collega un anno fa che ha la visione di aiutare il pianeta a “liberarsi” dalla plastica monouso, rimpiazzandola con prodotti in bamboo. I primi prodotti che abbiamo commercializzato sono spazzolini.

(nella foto Gianluca e il socio di Bamboogie).

 

Vale ancora di più oggigiorno, in periodo di pandemia da Covid-19?

Durante la pandemia, molti di noi si sono ritrovati ad utilizzare l’e-commerce per necessità. Alcuni di noi erano già abituati a fare shopping on line, e molti altri lo hanno fatto per la prima volta quest’anno. Infatti, secondo un recente report di IBM (link sotto*) la pandemia ha accelerato l’adozione dell’e-commerce di circa 5 anni. Da notare, però, che ci sono differenze importanti di crescita per categoria di prodotto. Ad esempio, IBM si aspetta una crescente importanza di categorie come cibo e “cose per la casa” , e un declino di categorie come il fashion (“chi ha bisogno di vestiti nuovi quando si è costretti a lavorare da casa?”).

* https://www.ibm.com/industries/retail-consumer-products

* https://techcrunch.com/2020/08/24/covid-19-pandemic-accelerated-shift-to-e-commerce-by-5-years-new-report-says/

 

A proposito, come state vivendo la nuova emergenza coronavirus a Londra e nel Regno Unito?

La pandemia in Inghilterra è stata affrontata in modo abbastanza “speciale”... Non abbiamo mai vissuto un lockdown tanto restrittivo quanto quello italiano. Ad esempio, anche nei periodi più “scuri” abbiamo sempre avuto la possibilità di fare almeno attività all’aperto. E non sono sicuro che questo sia stato un bene... Ad oggi ci sono delle misure in atto che cambiano da città a città in base al numero di casi per popolazione. In particolare a Londra, abbiamo un coprifuoco alle 22 e non possiamo incontrare al chiuso persone che sono al di fuori del nostro “household”.

 

Gianluca in bici e mascherina a Piccadilly Circus

 

Scendiamo su un livello più...umano: ci puoi parlare del tuo impegno anche nel volontariato come donatore di sangue e come sostenitore dello sviluppo in paesi come il Marocco?

Donare il sangue è qualcosa che penso mi abbia trasmesso mio padre che ormai è donatore a Giulianova da anni. In linea generale, il volontariato è sicuramente qualcosa che ha avuto impatto nelle mie decisioni. Ad esempio, l’esperienza di un mese in Marocco ha sicuramente influenzato la scelta di fare una magistrale in ingegneria gestionale con un focus su “Social Innovation and Sustainable Operations”, che di conseguenza mi ha educato e sensibilizzato su argomenti che prima mi erano sconosciuti. A livello più... umano e anche ambientale, penso che tutti noi potremmo fare qualcosa di più nella nostra quotidianità: dal mangiare meno carne all’eliminare l’uso della plastica usa-e-getta, donare vestiti non più utilizzati, utilizzare meno la macchina etc. Piccoli gesti che aiuteranno a garantire un futuro alle prossime generazioni...

Come riesci a conciliare professione e impegno sociale tanto coinvolgenti? Devi essere un “mostro” di dinamismo, quasi un ubiquo…

Se consideriamo 7 ore di sonno al girono e 8 ore lavorative per 5 giorni a settimana tipicamente spendiamo più del 30% della nostra vita a lavoro. Quindi la prima cosa è assicurarsi che quel 30% sia ben investito in un ambiente stimolante e circondati da persone che possano darci qualcosa a livello professionale e personale. Nel migliore dei casi, impegni sociali e lavorativi diventano complementari, arricchendo l’uno e l’altro: colleghi che diventano amici o business partner, il tratto lavoro-casa che diventa la tua ora di sport etc. Trovare l’equilibro perfetto non è sicuramente facile e non sono sicuro di averlo trovato ma al momento non mi posso considerare lontano.

 

Gianluca anche paracadutista, qui in Abruzzo

 

Dal tuo profilo emerge che hai anche tempo per hobby e diversivi nella vita privata...

Sicuramente si! E ritengo che hobby e diversivi sono necessari per mantenere motivazione e produttività alta a lavoro. Ancora di più durante questa pandemia che ha trasformato le case di molti di noi nei nostri uffici ed è sempre più difficile “staccare” dal lavoro. Sono convinto che non avere delle valvole di sfogo porti a frustrazione, bassa concentrazione e scarsa creatività.

A Londra vivono diversi giuliesi. Ne frequenti qualcuno?

In verità conosco un solo giuliese con cui sono tutt’ora in contatto. Forse grazie a questa chiacchierata entrerò in contatto con altri giuliesi che vivono qui!

Cosa di porti dietro di Giulianova e della giuliesità?

Da vegetariano non posso sicuramente dire arrosticini o brodetto. Sicuramente porto ovunque il mio amore indistinto per mare e montagna. Mi considero fortunatissimo di aver avuto l’opportunità di crescere a due passi dal mare e quattro dalla montagna, giocando a beach volley d’estate e sciando d’inverno.

La domanda canonica di chiusura ai giuliesi nel mondo: se dico Cupola di San Flaviano cosa ti viene in mente d’acchito?

Mi viene in mente la vista mozzafiato dal nostro porto che esalta la bellezza della cupola che ha come sfondo il maestoso Gran Sasso. Impossibile stufarsi o dimenticarsi di una bellezza simile.

 
(foto poste a disposizione da Gianluca Giorgini, che ringraziamo)
 

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