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Numero 4 - Aprile
 
il profilo

 

Emilia Cardamone è nata a Giulianova il 30 maggio 1988 e vive nel Regno Unito da due anni e mezzo.

Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica a pieni voti presso il Liceo Scientifico 'M. Curie' di Giulianova, ha studiato Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università degli studi de L’Aquila conseguendo la laurea dopo un periodo di ricerca di tesi sul declino e rivitalizzazione del tessuto urbano, trascorso a Detroit, negli Stati Uniti, presso la Wayne State University.

Ha lavorato, ricoprendo ruoli tecnico-commerciali in Italia, dapprima in Abruzzo presso la SAPA Building Systems e successivamente a Milano in BSI – British Standards Institution -, ente normatore e certificatore britannico.

Nel 2018 si è trasferita nel team global di BSI, come esperto tecnico in Smart Cities e BIM, e dove attualmente lavora come Programme Manager per le certificazioni inerenti la digitalizzazione nel settore delle costruzioni e delle Città sostenibili e intelligenti. Parla spesso nelle conferenze internazionali su tematiche inerenti l'importanza della digitalizzazione.

Nel 2020, durante il primo lockdown, ha fondato, assieme ad altri tre abruzzesi, BoostAbruzzo, un'associazione no profit volta a cambiare la percezione dell’Abruzzo e degli Abruzzesi attraverso la mobilitazione del capitale umano abruzzese nel mondo, il potenziamento (boost) delle start-up e imprenditori abruzzesi e la promozione della creatività, dell'innovazione e dell'imprenditoria dell'economia abruzzese.

Emilia ricopre il ruolo di CMO e mentor, occupandosi di Marketing e di eventi organizzati dall'associazione (www.boostabruzzo.com).

Nel tempo libero le piace cucinare e fare sport. La sua passione più grande è sempre la musica e continua a cantare anche in Inghilterra assieme ai colleghi di lavoro.

 
 
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ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2021

 

di Ludovico Raimondi
 
Programme Manager di BSI a Londra

Emilia Cardamone, la visione digitale dell'ingegneria sostenibile

 

Emilia Cardamone in veste di conferenziere

 
APRILE 2021 - Se l'Italia non è (ancora) un paese all'avanguardia nella digitilizzazione, diversi suoi professionisti, in special modo delle ultime generazioni, sono decisamente al passo in questo universo dell'innovazione globale.

Nella più ristretta schiera delle eccellenze nel settore dell'Ingegneria edile e dell'Architettura digitale spicca una giuliese in carriera, Emilia Cardamone, che a soli 33 anni lavora a Londra come Programme Manager della British Standars Institution (BSI).

Esperta nelle certificazioni inerenti la digitalizzazione nel settore delle costruzioni e delle Città sostenibili e intelligenti, Emilia è anche valentissima conferenziere che contribuisce a divulgare il "verbo" e la cultura della digitilizzazione nel mondo.

In questa sua esperienza ad ampio raggio internazionale Emilia porta con sé la giuliesità di cui è gelosa e orgogliosa. E naturalmente Giulianova non può che ricambiare il proprio orgoglio nel vederla affermarsi tra le giovani rampanti capaci di darle lustro all'estero, per di più in una disciplina di elevate competenze specifiche.

 

Emilia con il fratello Andrea, mamma Antonietta e papà Nando

 

Emilia, sei Programme Manager in BSI. Ci spieghi cosa c’è dentro questo tuo ruolo?

Sono responsabile della gestione operativa di certificazioni inerenti il BIM (Building Information Modelling) e le Smart Cities e mi occupo di controllare la conformità con gli standard internazionali (ISO) di aziende e di città. Sono l’esperto tecnico in materia di digitalizzazione del costruito dal punto di vista delle cosiddette “Best Practices”.

L’indirizzo dei tuoi studi e della tua formazione da cosa ha avuto origine?

Mi sono laureata in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Università degli Studi de L’Aquila. Sin da piccola ho avuto la passione dell’Ingegneria, iniziando a giocare con i lego e nutrendo una spiccata passione nel disegno. Con il crescere il mio interesse nell’architettura, nell’ingegneria e nell’urbanistica è cresciuto sempre più e mi ha portato a scegliere questo percorso.

Hai lavorato in Italia prima del trasferimento a Londra. E’ sempre automatico e scontato che per fare carriera occorra emigrare all’estero?

Non direi. Mentre lavoravo in Italia mi sono lasciata affascinare dal mondo della digitalizzazione ed è per questo che mi sono trasferita nel Regno Unito. Qui il governo punta tantissimo alla digitalizzazione del settore delle costruzioni da anni mentre in Italia se ne parla da molto meno tempo.

Intervieni nelle conferenze internazionali su tematiche inerenti l'importanza della digitalizzazione. Ecco, qual è l’importanza della digitilizzazione nel mondo globale e, in controaltare, in quello locale?

La digitalizzazione è importantissima e non solo nel settore delle costruzioni ma in tanti altri ambiti. Nel mio ambito in particolare, accettare la digitalizzazione delle procedure può portare a risparmi cospicui di tempo e denaro. L’informatizzazione dei procedimenti è necessaria e porta a tanti benefici! Non bisogna aver paura ma attuarla in maniera consapevole.

 

 

Emilia in gita sulla "muraglia cinese"

 

Quali sono i paesi all’avanguardia e quelli ancora in ritardo?

A livello mondiale, mi sono spesso trovata a parlare di digitalizzazione in conferenze pre-Covid in Asia, come in Cina e in Corea del Sud, dove si spende molto nel digitale e devo ammettere che mi ha davvero aperto gli occhi poter visitare per lavoro questi paesi. In Europa si parla spesso di nuove tecnologie, di Intelligenza Artificiale e di informatizzazione. Stiamo facendo dei passi da gigante ma non siamo ancora competitivi con i paesi asiatici.

E l’Italia?

In Italia leggo spesso che il nuovo governo investirà tanto nella digitalizzazione e mi auguro che sia data la possibilità a tanti giovani neo-laureati di partecipare al processo di Innovazione del nostro paese. Non è un paese per vecchi, contrariamente a quanto si crede, e spero che i fatti non mi smentiscano in futuro.

E’ cinico considerare la pandemia addirittura “salutare” per una vera presa di coscienza e per una decisa virata delle politiche mondiali in materia ambientale e di ecosostenibilità?

Non credo sia cinico. La pandemia ci ha colpiti in maniera inaspettata e ci ha messo a dura prova. Tuttavia ci ha anche fatto rivalutare diverse tematiche che davamo per scontate o che passavano in secondo piano. La sostenibilità dovrebbe essere messa sempre al primo posto nelle politiche di ogni paese e le tecnologie sono il veicolo per far sì che si traggano maggiori benefici ambientali, gestionali ed ecologici.

Da un punto di vista lavorativo, occupazionale, economico in generale è una nuova frontiera che si apre nel settore e non solo?

Non direi. Si parla di sostenibilità e di digitale da anni. Credo, però, che adesso siamo arrivati ad un punto di svolta. Si sentirà sempre più parlare di queste due tematiche prossimamente e meno male, era ora!

 

 

Emilia e i genitori in un ristorante panoramico di Giulianova

 

A proposito di pandemia, come vivi nel Regno Unito la situazione attuale e con quali prospettive?

E’ dura! Siamo in lockdown nazionale da metà dicembre e il governo ha stilato un calendario delle possibili riaperture. Al momento sono aperti solo i negozi di prima necessità e i ristoranti possono solo vendere le loro pietanze da asporto. Non è possibile incontrarsi con gli amici o con i famigliari. Purtroppo sono dei sacrifici necessari. Personalmente mi sono trasferita in Inghilterra pensando che Giulianova, la mia famiglia e i miei amici fossero sempre a due ore di volo di distanza. Purtroppo non è così al momento ma mi auguro che con le vaccinazioni si torni presto ad una nuova normalità.

E poi c'è anche la questione Brexit...

Per quanto riguarda la Brexit è troppo presto per tirare le somme. Al momento direi che sono un po’ scettica in merito ma vedremo.

Hai creato l’associazione BoostAbruzzo. Com’è nata l’idea? Quali gli intenti, gli obiettivi e, a distanza di quasi un anno dalla nascita, i primi risultati tangibili?

BoostAbruzzo è nata dall’amore per l’Abruzzo di quattro abruzzesi all’estero, tra cui la sottoscritta, con la volontà di restituire le conoscenze maturate all’estero al territorio. Abbiamo creato una rete di mentor abruzzesi con l’intento di supportare attraverso un programma di mentorship, start-up e piccole e medie imprese abruzzesi in ambiti di management, gestione di Fondi Europei, Marketing e posizionamento sul mercato. Stiamo supportando attualmente quattro start-up sul territorio e iniziamo a vedere i primi risultati! C’è tanto da fare ma ci sono tantissime belle iniziative. Ci auguriamo che la percezione di Abruzzo cambi nei prossimi anni. La nostra regione non è solo il polmone verde d’Europa ma anche la culla di tante realtà tecnologiche molto avanzate!

Hai anche un fratello che lavora all’estero, in Spagna. Opportunità o comune desiderio di spiccare il volo fuori dall’Italia?

Siamo entrambi molto ambiziosi ed entrambi abbiamo studiato all’estero durante il nostro percorso universitario. I nostri genitori ci hanno sempre spinto a partire, a fare nuove esperienze e ad aprire i nostri orizzonti. Purtroppo per loro, le nostre carriere ci hanno portati lontano da loro e da Giulianova.

Come hai già accennato, le rimpatriate di famiglia sono diventate più complicate nella situazione attuale, vero?

Nel pre-Covid ci riunivamo spesso, attualmente è molto più difficile. Ho avuto l’opportunità di trascorrere l’estate scorsa a Giulianova, lavorando da remoto da più di un anno ormai, ma purtroppo, per lo stesso arco di tempo, non vedo mio fratello Andrea, mia cognata Ruth e mio nipote Marco. La prima cosa che farò, appena riapriranno i confini, sarà prendere un volo e correre a riabbracciarli.

Sei arsa fin da ragazzina dal sacro fuoco della musica. Come coltivi questa passione?

 

Ho sempre cantato sin da piccola, come solista nel coro della scuola media Bindi e nel fantastico teatro autogestito del liceo Scientifico M. Curie. Conservo sempre bei ricordi di quei periodi! Negli anni ho avuto l’occasione di cantare in diverse cover-band in Abruzzo ed è sempre stato molto divertente! In Inghilterra ho messo su una band con i miei colleghi e abbiamo suonato anche nelle feste aziendali. E’ stato divertentissimo! Per alleviare la pesantezza del lockdown abbiamo registrato diversi pezzi da remoto. E’ bello condividere la passione per la musica anche con i colleghi.

 

E la passione per lo sport? Tuo padre Nando, decano del Circolo Tennis Giulianova, ti ha trasmesso la passione per la racchetta?

La passione per il tennis, per il Giulianova Calcio e per il Milan! Ho giocato a tennis dagli undici ai sedici anni. Purtroppo non gioco più tanto spesso ma mi piacerebbe ricominciare con una certa frequenza! Quando torno a Giulianova a volte vado a giocare con lui al circolo. Diciamo che, visto il mio scarso allenamento a livello di colpi, faccio correre papà a destra e sinistra! Lo tengo in forma!

La domanda ai Giuliesi nel Mondo: se ti dico Cupola di San Flaviano pensi subito a….?

Giulianova! La festa del 22 Aprile, la corsa dei cavalli, le giostre, le domeniche allo stadio, le serate estive in piazza Buozzi con gli amici. Credo che la cupola sia il simbolo della nostra cittadina nonché un fantastico esempio di architettura rinascimentale un po’ troppo sottovalutato, a mio avviso.

Vorresti aggiungere altro che non ho sollecitato con le mie domande?

Vorrei ringraziarti per l’opportunità di parlare della mia storia e della mia esperienza. Spero sia di ispirazione per i giovani che leggono questa rubrica! Ci vediamo presto a Giulianova e non vedo l’ora!

 
(foto poste a disposizione da Emilia Cardamone, che ringraziamo)
 

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