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Numero 5 - Aprile
 
il profilo

 

 

Lorenza Di Domenico è nata a Giulianova il 5 Ottobre 1987, e nella sua città ha frequentato la scuola elementare De Amicis, le medie alla Bindi e il Liceo Scientifico M. Curie. Diplomatasi nel 2005, si iscrisse, dopo vicissitudini e difficoltà di scelta, al corso di Laurea Triennale in Biotecnologie Applicate a L’Aquila, ma seguendo la sua irrefrenabile passione per la pittura e l'architettura, dopo due anni e qualche esame, passò al corso di Laurea in Beni Culturali. Il 6 aprile 2009, però, il terremoto sconvolse la vita delle città e del mondo universitario aquilano e fu così che, a 21 anni, Lorenza, grazie alla borsa di studio vinta per il progetto Erasmus, si trasferì per nove mesi alla Univerty of Leeds, in Inghilterra, corso di studi Fine Art.

Rientrata in Italia, si è laureata nel Febbraio 2012 e decise di iscriversi alla Specialistica in Arte Sacra, indirizzo rinascimentale, e di cercare lavoro per sostenersi da sola. Tornò in Inghilterra, a Newcastle Upon Tyne, città nella quale mise a frutto le sue esperienze stagionali estive nel campo della ristorazione per lavorare da lavatazzine prima, cameriera e barista poi, finché non capitò l'occasione di un salto di qualità come Personal Assistance del Direct Manager di un’impresa di Import Export di prodotti e vini italiani riuscendo a promuovere con successo la distribuzione dei vini biodinamici Lunaria della cantina cooperativa di Orsogna nel Nordest dell'Inghilterra.

Nel suo avventuroso cammino, Lorenza, il 14 ottobre 2016, divenne mamma del primogenito Francesco, avuto dal suo attuale compagno Jake Laverty.

Ma il bello doveva ancora arrivare. E arrivò dopo quattro mesi sottoforma di una proposta lavorativa a Playa de Palma de Mallorca, dove la coppia mise su una pizzeria prima di intraprendere altre strade: infatti, Jake è diventato Head Chef di cucina, Lorenza consulente di Habitissimo, azienda leader di marketing nel settore costruzione/ristrutturazione e professionisti quali architetti, interior designer iscritti.

Nel 2018 è nato il secondogenito Alessandro e nel 2019 Lorenza e Jake hanno acquistato casa a Binissalem, tranquillo paese nelle campagne di Mallorca, rinomato centro di produzione vinicola nell'intera isola.

 
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ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2021

 

di Ludovico Raimondi
 
Consulente aziendale a Palma de Mallorca

Lorenza Di Domenico e l'avventurosa normalità

 

 

APRILE 2021 - «La mia è una storia semplice, sono onorata di far parte dei "Giuliesi nel mondo" anche se non penso sia all'altezza dei miei illustrissimi concittadini». Così Lorenza Di Domenico, 33 anni (vissuti a tavoletta), ha aderito, schernendosi forse un po', alla nostra proposta di occuparci della sua storia lontano da Giulianova dopo la maturità scientifica.

Lorenza vive oggi a Palma de Mallorca, dove lavora come consulente nell'azienda Habitissimo e si occupa anche di vini, di cui è esperta sulle "orme" del padre Maurizio, odontotecnico.

Quella di Lorenza, invece, è un'avventurosa normalità, ovvero una combinazione di ingredienti della vita quotidiana: scelte non sempre coerenti con i desideri (chi non ne fa o non le subisce, almeno nella fase di crescita e di maturazione?), percorsi e retromarce, casualità, incrocio più o meno volontario di destini... L'elenco potrebbe allungarsi per completare una storia che Lorenza paventa non sia all'altezza delle altre ma che, al contrario, è complementare alle altre. Anzi...

La vita e il mondo sono un caleidoscopio - una cornucopia avrebbe scritto il compianto giornalista giuliese in Usa, Lino Manocchia  - di casi e casini, di aneddoti appariscenti e di altri apparentemente insignificanti, di grigiori e di colori accesi e accecanti...

La storia di Lorenza ci piace e ci affascina per questo, perchè racchiude l'avventura di una ragazza che, tra sicurezze e insicurezze, tra certezze e incertezze, tra ideali e realtà si è buttata nella mischia all'estero, spesso senza rete. Da vera "Giuliese nel mondo", altroché!

Lorenza, per cominciare qual è il tuo lavoro?

Dopo varie peripezie ed esperienze tra Italia e Inghilterra, ho piantato le tende a Palma de Mallorca e lavoro per un’azienda di marketing aziendale leader nel settore, Habitissimo. Io mi occupo di fornire consulenza alle aziende di costruzione/ristrutturazione e professionisti quali architetti e interior designer iscritti. Sono assunta a tempo indeterminato con un contratto Senior. L'azienda ha appena acquisito la concorrenza e diventata numero 1 in Italia e in Spagna, ma è presente anche in altri paesi europei e in America Latina. Fortunatamente per me, ma anche per i miei clienti, lavoro in lingua italiana anche se le riunioni e le comunicazioni ufficiali vengono fornite in Spagnolo.

Come mai Palma di Maiorca e la tua attuale occupazione?

In vero la mia è una storia semplice, fatta di scelte e retromarce, alla ricerca di un compromesso tra sogni e realtà.

Vale a dire?

Già la scelta universitaria, dopo la maturità al Liceo Scientifico, non è stata tra le più semplici. Non ero, e forse non lo sono ancora, una persona che “sa quel che vuole fare da grande” per cui mi trovai davanti da una parte il sogno di lavorare nel mondo dell’arte, viaggiare, scoprire “nuovi tesori” e dall’altro il peso della realtà e delle “scelte solide”, come diceva mia madre, con l’obbiettivo di un lavoro e, perchè no?, qualcosa che potesse seguire le “Orme Paterne”. Insomma, in preda ad una confusione ben dissimulata, finii per fallire il test d’ingresso ad Odontoiatria e per ritrovarmi, quasi per caso, iscritta al corso di Laurea Triennale in Biotecnologie Applicate all’Università degli Studi de L’Aquila. Dopo due anni e svariati esami, forse per non farmi dire da nessuno che mollo alle prime difficoltà, capii che non era quello il percorso per me. Fu così che la mia passione per le opere pittoriche e architettoniche, di cui L’Aquila è intrisa con le sue ben 99 chiese, mi portò a scegliere il corso di Laurea in Beni Culturali.

 

Lorenza tra i genitori Maurizio e Patrizia il giorno della Laurea in Beni Culturali all’Università degli studi de L’Aquila

 

Beh, come hai detto tu, L'Aquila è la città ideale per alimentare la passione per l'arte... Avevi trovato la tua strada?

Avevo appena intrapreso questo viaggio affascinante nell’archeologia dei meravigliosi territori abruzzesi. Quell’anno scavammo nel borgo fortificato del castello di Ocre e dietro l’altare della celebre Basilica di Collemaggio, quando proprio la storia del territorio ci ricordò che eravamo in uno dei luoghi più sismici d’Italia. La notte del 6 Aprile del 2009 L’Aquila disobbedì all’Immota Manet (“Resta Ferma”) impressa in tutti i vicoli antichi della città. Tutto cambiò, anzi crollò. Avevo 21 anni e il cuore terremotato quando vinsi la borsa di studio per il progetto Erasmus, della durata di 9 mesi, per studiare alla University of Leeds, corso di studi Fine Art. In particolar modo mi colpì l’attenzione e la valorizzazione che veniva dedicata ai tesori storici.

 

Lorenza con i colleghi e i capi del dipartimento Italia di Habitissimo durante un Team Building

 

Anche lì l'ambiente giusto, allora?

Sì, ma anche i pub e le feste universitarie non erano male! Sostenni due esami interamente in lingua inglese ma tornai in Italia sapendo che la strada per poter maneggiare la lingua era ancora lunga. Mi sono laureata nel Febbraio 2012 e decisi di iscrivermi alla Specialistica in Arte Sacra, indirizzo rinascimentale, e di mantenermi da sola, cercando lavoro nel campo e non. Purtroppo la realtà che mi si palesava davanti agli occhi era a dir poco disarmante.

In che senso?

La mia unica esperienza lavorativa era nel campo della ristorazione. Cameriera, barista, aiuto cuoco tuttofare/schiava nella stagione estiva... Purtroppo, nulla era quello che cercavo.Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove“, mi ripetevo e così, “un po' per amore, un po' per rabbia”, partii per l’Inghilterra e questa volta con il biglietto di sola andata. Ho vissuto a Newcastle Upon Tyne per circa quattro anni. Ho iniziato come lavatazzine nel retro di un Pizzaslice, poi cameriera, poi barista. Qui conobbi il Direct Manager di un’impresa di Import Export di prodotti e vini italiani che mi assunse come sua Personal Assistance. Fu qui che imparai davvero, e finalmente aggiungerei, l’inglese! Far conoscere e diffondere il Made in Italy divenne oltre che un lavoro anche una passione. Grazie al mio impegno e alla mia modesta conoscenza dei vini - e in questo caso quel che so lo devo a mio padre e sul vino ho davvero seguito le Orme Paterne! - riuscii a far esportare un’eccellenza abruzzese nella distribuzione che riforniva gran parte di tutto il canale HO.RE.CA del North Est dell’Inghilterra. Parlo dei vini biodinamici Lunaria della cantina cooperativa di Orsogna.

Ma?...

Ma il futuro mi riservava una sorpresa inaspettata, l’arrivo del primo figlio Francesco, il 14 Ottobre 2016, dal mio attuale compagno Jake Laverty.

Sí, "il mogli e buoi..." nel mio caso non ha funzionato e il marito me lo sono preso autoctono, anzi di Londra anche se ci siamo conosciuti a Newcastle.

Se l’Inghilterra, tuttavia, ha un passo avanti rispetto a noi su molti aspetti, sul congedo per la maternità fa un bel balzo all’indietro. Mi venivano garantite, infatti, solamente 6 settimane di stipendio al 90%.

Per cui sulle difficoltà genitoriali di crescere un figlio all’estero, se hai un lavoro normale e nessun aiuto come nel mio caso, non mi dilungo...

 

Quindi, addio terra d'Albione?

Sì, perchè una proposta lavorativa quasi impossibile da rifiutare ribalta le carte in tavola. E con un van pieno di mobili, un neonato di 4 mesi e tanti buoni propositi partiamo per Mallorca, destinazione Playa de Palma. Si sa che i nuovi inizi non sono mai facili ma non si è mai pronti abbastanza a quanto possano essere difficili! Il progetto di lavorare alla realizzazione di una pizzeria su uno dei lungomari con uno dei più alti tassi di passaggio turistico, cominciò a rivelare le sue pecche fin dalla prima stagione. Alla fine dell’estate, il mio compagno aveva già trovato un altro impiego e in questa cucina sta per diventare ora Head Chef. Io, invece, dopo ormai un anno di assenza dal lavoro, venni assunta dalla mia attuale azienda Habitissimo. Nel 2018 è nato il mio secondo figlio Alessandro e nel 2019 abbiamo comprato una casa tutta nostra, e della banca!

Dove, esattamente?

Abbiamo scelto di stabilirci in un paese chiamato Binissalem, nelle campagne di Mallorca e fulcro di tutta la produzione vinicola dell’isola. Binissalem vanta infatti un marchio d.o.p. e con cantine - o meglio Bodegas - come quella di José Luis Ferrer si impone in maniera discreta sul mercato vinicolo di nicchia.

E la lingua?

La lingua ufficiale è il Catalano  ma c’è anche il Maiorchino, riconosciuto come lingua. Se si pensa che sia simile allo spagnolo castellano o che l’italiano ci si avvicini, non si potrebbe essere più fuori strada. I miei figli parlano quattro lingue ma le parlano tutte insieme! Ed è bellissimo cosi!

 

Lorenza a Palma de Mallorca nel Natale 2019  con Jake e il piccolo Francesco, la nonna Elisa di 84 anni (al suo primo volo in aereo!) e il papà Maurizio

 

E un po’ di dialetto giuliese non circola in casa, almeno negli incontri con i nonni materni?

Sì, certo! Durante le visite dei miei famigliari c’è una full immersion nel giuliese, anche il mio compagno oramai è diventato quasi un esperto. Espressioni quali “Ma vatt' a durm’” oppure “Magn'c lu pá” sono usate quotidianamente!!

A proposito di orme paterne, tuo padre Maurizio è uno sportivo poliedrico tra tennis, vela, nuoto e così via. Tu?

 

Mio padre mi ha trasmesso la bellezza e il benessere che proviene dal fare sport. Ho preso lezioni di tennis da giovanissima ma ho praticato anche  nuoto. Ricordo le lezioni con il mitico Giuseppe che mi allenò per delle gare regionali tanto tempo fa. E poi il club di sci e le domeniche a sciare tra Ovindoli, Roccaraso, Prato Selva, Prati di Tivo ecc… Immancabile il giro in barca a vela ogni volta che torno a Giulianova, che coincide sempre con i mesi estivi per via delle ferie. Per quanto il mare di Mallorca sia davvero spettacolare con i suoi infiniti celesti e blu profondi, quello di Giulianova e soprattutto di Cologna ha un fascino unico e famigliare che lo rende speciale!

 

Cosa ti manca di Giulianova?

 

Sicuramente la famiglia. La lontananza è sempre un piccolo vuoto incolmabile, soprattutto per i bambini e per i nonni a loro volta. Anche noi genitori soffriamo tantissimo l’assenza dei nonni!! Tuttavia grazie a whatsapp e alle videochiamate riusciamo a stare in contatto giornalmente. Poi gli amici e le amiche di sempre le quali hanno anche loro una famiglia con bimbi piccoli e non è sempre possibile sentirsi spesso come si vorrebbe. Ma ci manteniamo aggiornate e ci saremo sempre le une per le altre! E in ultimo le piccole cose, fatte di passeggiate al porto, di gelati da Marechiaro e di piatti tipici impossibili, almeno per me, da ricreare all’estero tipo le Virtù del 1 Maggio, cose così…

 

La domanda ai Giuliesi nel Mondo: se ti dico Cupola di San Flaviano pensi subito a….?

 

A quand’è bell' Giglj'!!  Perchè, al di là che sia la mia città natia, è davvero bellissima! E la cupola di San Flaviano ne è il simbolo, insieme al porto dal quale la si può osservare in tutta la sua maestosità, della “città ideale” del Rinascimento.

 

Vorresti aggiungere altro che non ho sollecitato con le mie domande?

 

Aggiungerei solo un grazie speciale per questo spazio che hai creato per noi Giuliesi sparpagliati nel mondo! É davvero bello ritrovare qui facce conosciute, ex compagni di classe delle elementari ad esempio, che stanno vivendo una vita straordinaria o una straordinaria normalità fuori dal paese che ci ha cresciuti, cercando qualcosa di più e senza porsi confini. Piccole e grandi storie che saranno sicuramente di ispirazione a chi vuole lasciarsi ispirare!

 
(foto poste a disposizione da Lorenza Di Domenico, che ringraziamo)
 

  Testata giornalistica iscritta al n° 519 del 22/09/2004 del Registro della Stampa del tribunale di Teramo