www.giulianovailbelvedere.it, sede legale a Giulianova (Te), Viale dello Splendore 12/a
@CONTATTI
 
Numero 7 - Maggio
 
il profilo

 

 

Alessandro Africani è nato a Giulianova nel 1977 e ha frequentato tutte le scuole dell’obbligo nella nostra città. Una volta conseguito il diploma di maturità scientifica presso il Liceo M. Curie, si è trasferito a Castellanza per frequentare il corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università LIUC.

 

Dopo il conseguimento della laurea nel 2001, inizia a lavorare per alcune aziende di Milano ricoprendo ruoli diversi fino ad arrivare nel 2003 in Uniontrasporti scarl, società del Sistema camerale dove inizia come Project Manager per poi coordinare i progetti europei e gestire gli aspetti amministrativi-finanziari della società.


Nel 2012, consegue un Master di II livello in CFO – gestione amministrativa, finanza e controllo di gestione e contestualmente inizia la sua attività professionale come Dottore Commercialista e Revisore legale dei conti aprendo lo studio a Varese, zona in cui vive.

 

Negli anni la sua esperienza aumenta, apre un secondo studio a Milano, ma continua a dedicare una parte del suo tempo alla formazione, conseguendo un Dottorato di Ricerca in Gestione Integrata d’azienda.

 

Negli ultimi anni, la sua attività si differenzia e attualmente, oltre ad essere il titolare dello Studio Africani, è amministratore delegato di MoffuLabs srl incubatore di start up e PMI innovative, membro del collegio dei revisori della Commissione di Garanzia Sciopero, esperto di fiscalità internazionale presso Unioncamere Lombardia, docente al Master di II livello di Diritto ed Economia del Mare dell’UNITE, ideatore e coordinatore delle Learning lessons della LIUC Alumni.

 

È sposato con Marta e, ogni volta che gli è possibile, torna a Giulianova dove mantiene anche dei rapporti lavorativi per avere un’occasione in più sia per tornare “a casa” sia per poter rendere qualcosa al territorio che tanto ama!

 
Numeri precedenti
Gaetano Andreoni, tra sogno e realtà c'è di mezzo l'arte
Lorenza Di Domenico e l'avventurosa normalità
Emilia Cardamone, la visione digitale dell'ingegneria sostenibile
Martina Fiorà, una luce giuliese nella Capitale d'Europa
Gladis Di Pietro, le firma giuliese sulla fiction all'italiana
Giuseppe D'Antonio, il ritorno a casa di un ex giuliese nel mondo
Leonardo Spoladore e l'arte dei videogame
Antonia Iaconi, la tradizione della cucina Beccaceci in Thailandia
Gianluca Giorgini, enfant prodige del commercio elettronico
Matteo Petrini e la curiosità di scoprire il farmaco anti-cancro
Paolo Di Teodoro spicca il volo dal Qatar
Davide Di Sciascio, il bello della musica
Vittoria Camarra, l'angelo veste Armani (e non solo)
Alessia Tribuiani al servizio dello sviluppo in Tunisia
Stefano Di Bella, il medico che afferra il Covid per il collo
Daniele Ettorre, un giuliese inventore europeo
Valeria Ramaglia sulle tracce della cura per la sclerosi multipla
Laura Di Sante in prima linea nella lotta al coronavirus
Fabrizio Ferri sulla rotta del successo nel Pacifico
Beatrice Robuffo, salire la Scala a suon di musica
Massimiliano Di Silvestre, un giuliese alla guida della BMW
Jacopo Barnabei, a passo veloce in Cina con le scarpe Tod's
Niko Gentile, ingegnere della luce al Parlamento di Svezia
Patrizia Casaccia, prima della classe in Neurologia e Genetica
Armando Giannattasio tra i cristalli e le note di Shanghai
 
ATTUALITA'
giuliesi nel mondo 2021

 

di Ludovico Raimondi
 
Commercialista ed esperto fiscale in Lombardia

Alessandro Africani, il volto umano dell'economia aziendale

 

 

maggio 2021 - La realtà economico-finanziaria e imprenditoriale del Nord Italia e in specie della Lombardia offre storicamente e notoriamente l'humus della competitività e delle contraddizioni nel campo produttivo e dei servizi.

Nella sua rete si può rimanere impigliati inesorabilmente così come, di contro, si può godere di affermazioni e di successi che ripagano di sacrifici e di rinunce investiti sulla ruota della fortuna della vita.

Le basi sulle quali tutto questo poggia si chiamano competenze, conoscenze e costante crescita personale e professionale. Su di esse il giuliese Alessandro Africani, economista aziendale ed esperto fiscale a livello internazionale, ha costruito una carriera di soddisfazioni riuscendo a mettere su, con eleganza e umana capacità relazionale, due avviati studi di commercialista a Varese, dove vive, e a Milano. Essi rappresentano oggi punti di riferimento di elevata consulenza e assistenza per la realtà imprenditoriale non solo del nord Italia.

Del resto, Alessandro, avendo ben chiare la sua vocazione e le sue aspirazioni per certi versi visionarie, già dalla maturità liceale al "Marie Curie" di Giulianova si è indirizzato e specializzato negli studi di Economia Aziendale che lo hanno portato a rivestire importanti incarichi, anche in campo universitario.

 

Alessandro con la moglie Marta

 

Alessandro, come sei riuscito a rendere bene avviati due studi professionali in un ambiente così competitivo come quello lombardo? Oppure è proprio il sistema lombardo che amplia gli spazi della consulenza aziendale e commerciale?

L’ambiente è sicuramente competitivo e offre grandi opportunità di crescita soprattutto in alcuni settori: quello dei servizi alle imprese è uno di questi. L’area di Varese e di Como è a fortissima vocazione imprenditoriale, Milano è sempre stato un faro per la consulenza aziendale e permette ampi margini di crescita per chi offre servizi alle imprese. Ho sempre pensato che fosse importante, nel mio lavoro, affiancare agli aspetti tecnici, anche le cd. soft-skills, puntando in particolar modo sulla relazione con il cliente per diventare un vero consigliere, un punto di riferimento in grado di offrire aiuto e soluzione ai diversi momenti della vita professionale di chi mi ha scelto.

Hai dedicato parte dei tuoi studi alla formazione. Quanto importante è la formazione per la crescita e per lo sviluppo di un paese? Ed è acquisita la “cultura della formazione” nel nostro paese come viatico di crescita delle competenze?

Il concetto di apprendimento continuo o life long learning a mio avviso è la vera sfida a cui noi tutti dobbiamo tendere, indipendentemente dal grado di istruzione. L’apprendimento reale si ha se si dedica sempre una parte del tempo alla formazione. La discussione di una tesi di master, la difesa di una tesi di dottorato sono momenti formativi. Tutte le persone che lavorano con me sanno come la penso da questo punto di vista e “stresso” affinché vadano oltre la formazione obbligatoria imposta dall’ordine professionale. Andiamo troppo veloci per poterci fermare e sentirci arrivati con un diploma, una laurea, un master. Non credo peraltro che la formazione debba tendere necessariamente a fornire delle competenze, bensì un metodo e su questo la scuola italiana dall’infanzia all’università è un’eccellenza. Se acquisiamo cultura della formazione e facciamo tesoro delle basi che ci fornisce la nostra scuola il nostro Paese continuerà a svilupparsi.

Tra i vari settori del tuo lavoro ti occupi di start up innovative. E’ un settore che funziona? Nel senso: come ha risposto l’imprenditoria italiana a questo input sul piano produttivo, occupazionale e sociale?

Siamo un paese di inventori e innovatori e non è una frase fatta, è vero! Il mondo delle start up innovative è affascinante, hai sempre a che fare con sognatori e persone con grandi visioni del futuro e ottime capacità imprenditoriali. Potrei stare qui delle ore a discutere delle potenzialità di questo settore ad alto contenuto tecnologico e enormi potenzialità di crescita. Per fortuna il nostro Paese non è indietro negli incentivi al settore, è sufficiente visitare il sito del MISE per capire quanto si creda nell’innovazione attraverso Start up e PMI innovative. Riduttivo parlare di numeri, ma ne riporto due: in Italia chi investe nell’equity di queste società ha il 50% di credito d’imposta in dichiarazione dei redditi e ultimamente si sta anche parlando di detassare il capital gain sulle plusvalenze. Fuori dai tecnicismi è un settore che consiglio a tutti di esplorare. Come amministratore di Moffu Labs posso dire che negli ultimi 5 anni abbiamo fatto incontri con circa 1.000 imprenditori, valutato oltre 250 start up innovative e investito direttamente in 22 che stanno crescendo, danno lavoro e restituiscono anche qualcosa al territorio in termini sociali.

Il nostro sistema fiscale è ritenuto penalizzante e persino vessatorio dai più. Se ne uscirà, soprattutto a causa e per effetto della mannaia epidemiologica?

Non credo che sia il sistema fiscale il vero problema, quanto la burocrazia e gli adempimenti che sottendono la fiscalità. Il nostro sistema fiscale è inspiegabilmente complesso e lo dico perché questa complessità non agevola neanche gli addetti ai lavori che per effetto tolgono infatti risorse e tempo alla consulenza alle imprese perché sommersi da continui adempimenti. Penso che ci sia una grande opportunità ora, quella della semplificazione e digitalizzazione che dovrebbe effettivamente permettere un sistema fiscale più semplice ed efficace. Dobbiamo però impegnarci a cambiare mentalità e ad avere un po' più di educazione civica, perché è il sospetto dell’evasione e dell'elusione che penalizza il sistema fiscale e dal quale scaturiscono pratiche vessatorie.

 

 

Come perito di tribunale o gestore di crisi di impresa, qual è il quadro di vivenza o sopravvivenza nel settore che si presenta davanti ai nostri occhi?

Quando si arriva in tribunale la situazione è già difficilmente sanabile, quello che è interessante è cercare di dare una mano alle imprese che si trovano in uno stato momentaneo di crisi, di insolvenza e più in generale d’allerta. Mi occupo di ristrutturazioni di piccole e micro imprese da qualche tempo e in questo senso posso dire che sono stati fatti degli enormi passi avanti dalla legislazione italiana. Detto questo però aggiungo che stiamo vivendo un periodo particolare, che temo non ci faccia ancora percepire il grado di profonda crisi di alcuni settori imprenditoriali, anche per effetto della pandemia.

E in una realtà marcatamente imprenditoriale e industriale come la Lombardia e il Nord Italia?

Nelle realtà che vivo quotidianamente posso dire che si avverte una netta spaccatura fra alcune aziende che hanno continuato a crescere e svilupparsi e altre che invece sono in profondo default.

Momento dei commercialisti favorevole o no in era Covid? E come vi siete attrezzati in merito?

Non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato a lavorare con qualche piccolo investimento per consentire ai collaboratori di lavorare da casa. Io peraltro sono un sostenitore del lavoro agile, credo che il classico 9.00 – 18.00 sia in alcuni settori anacronistico e che la pandemia ci abbia permesso di capire che si può fare in altro modo! Dopo la botta iniziale abbiamo capito che il servizio che dovevamo offrire andava oltre quello standard richiesto. In studio ho avuto tra i miei clienti qualcuno che ha triplicato il fatturato annuale in due trimestri e qualche altro che non riusciva neanche a pagare una marca da bollo: ad entrambi bisogna stare vicino per aiutarli nel gestire la complessità di una crescita così veloce da un lato e trovare nuovi canali di vendita e comunicazione dall’altro.

Al di là dell’aspetto professionale, come avete vissuto e state vivendo la situazione legata alla pandemia in un’area a forte rischio e drammaticità?

La Lombardia si è trovata impreparata e ha fatto fatica a capire per tempo dove fossero le maggiori criticità e a correggerle… Noi siamo stati molto attenti a rispettare le regole e non abbiamo avuto particolare problemi, ma la pandemia ha evidenziato che l’eccellenza lombarda è sicuramente all’interno degli ospedali ma manca completamente di “medicina del territorio”.

Laureato alla Liuc in Economia aziendale. Voi “cattaniani” vi sentite un po’ diversi, se non addirittura rivali, dai “bocconiani”?

Ho diversi amici e colleghi e anche due collaboratori laureati in Bocconi, ma non conosco tanto quella realtà. Una cosa però posso dirla: in LIUC si sviluppa un senso di appartenenza molto forte. L’università è casa mia, ci vado spesso, anche per lavoro, ho la tessera della biblioteca a vita, posso far acquistare libri direttamente all’ateneo, sono presidente del collegio sindacale della LIUC alunni. L’università Carlo Cattaneo ha una spiccata vocazione all’imprenditorialità. Ciò che ho riscontrato, anche dopo essermi laureato, attraverso l’associazione degli ex studenti, è che l’ambizione e la realizzazione per molti che escono dalla facoltà di economia in LIUC non è quella di andare a lavorare per grandi gruppi o multinazionali, ma andare a sviluppare il business di una PMI del territorio, di far crescere l’azienda di famiglia o di diventare essi stessi imprenditori, magari di una piccola realtà che è radicata sul territorio e fornisce occupazione.

Torni a Giulianova ogni volta che ti è possibile. Tu che l’hai lasciata giovanissimo, come l’hai vista cambiare in questi anni?

Non vivo la quotidianità giuliese ormai da 25 anni anche se vengo a Giulianova ogni volta che posso. La mia impressione è che per un periodo sia stata ferma, negli ultimi anni riconosco che c’è stato un riscatto, legato forse alla consapevolezza della grande potenzialità di quel territorio e soprattutto di una città che in Abruzzo è una delle più grandi e vivaci. La qualità della vita è ottima e anche le capacità imprenditoriali, soprattutto nel settore della ristorazione e dell’accoglienza, hanno permesso alla città di migliorare ed essere maggiormente attrattiva. Chi mi conosce sa che faccio sempre una grande promozione a Giulianova!

Tu, cresciuto in una famiglia di sportivi ed atleti, che rapporti hai con lo sport? E i tuoi hobby?

Vivere in questi territori non è stato semplice, soprattutto se sei un animale sociale come me che ha bisogno di stare sempre tra amici. Lo sport e la cultura sportiva trasmessa dalla mia famiglia mi hanno permesso di conoscere persone, di farmi nuovi amici. A Varese non c’è il mare, vero, ma ci sono laghi bellissimi, grandi distese verdi, e tutti gli sport possibili possono essere praticati in 20 minuti di auto. Tennis, squash, golf, sci, camminata sportiva, canottaggio, passeggiata sul lago, moto, ciclismo… hai solo l’imbarazzo della scelta. Ricordo quando giovane studente proposi di unirmi ad un gruppo di amici di Varese per una giornata bianca, mi portarono con loro tra mille sfottò…stanno ancora mangiando la neve ahahah!!!

La domanda ai Giuliesi nel Mondo: se ti dico Cupola di San Flaviano pensi subito a….?

Sai che dalla finestra della mia vecchia cameretta a casa dei miei vedo la Cupola? Quella Cupola per me è rifugio e riflessione. La cosa a cui penso è l’arrosticino, il vino e le nocelle, la sera d’estate in una grande tavolata antistante la Cupola con gli amici di sempre, giuliesi nel mondo, con i classici e intramontabili sfottò a raccontarci, a fare bilanci, a programmare il futuro, con grande curiosità per le esperienze di ciascuno e un po' di nostalgia…

 
(foto poste a disposizione da Alessandro Africani, che ringraziamo)
 

  Testata giornalistica iscritta al n° 519 del 22/09/2004 del Registro della Stampa del tribunale di Teramo